Papa Leone ha convocato ieri, 9 novembre, il suo primo Concistoro. Prevost, come riporta Ansa, ha tenuto una messa speciale a san Giovanni in Laterano, durante la quale ha definito la linea che prenderà il proprio Pontificato, giunto a 6 mesi.
Il Concistoro dovrebbe tenersi il 7 e l’8 gennaio del 2026, subito dopo la conclusione dell’Anno Santo. Il Giubileo, infatti, terminerà il 6 gennaio, con la cerimonia di chiusura della Porta Santa. Non sono ancora stati resi noti i temi che verranno trattati durante l’incontro, ma sicuramente al centro ci saranno le sfide che la Chiesa deve affrontare.
Inoltre, sarà la prima volta che i cardinali avranno un momento di confronto con il Papa che hanno eletto, determinando una svolta nel rapporto con il Collegio cardinalizio, con il quale è richiesto un dialogo sempre maggiore.
Il primo Concistoro di Papa Leone

Papa Leone ha tenuto ieri una messa speciale a san Giovanni in Laterano. In occasione dei 6 mesi di Pontificato, infatti, Prevost non solo ha definito la linea che intende seguire, ma ha anche annunciato la convocazione del suo primo Concistoro.
Quello del 13 giugno scorso, fa sapere Ansa, è stata solo una formalità per stabilire le date delle canonizzazioni di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis. Il Concistoro vero e proprio avrà luogo il 7 e l’8 gennaio, all’indomani della chiusura dell’anno giubilare.
Si tratterà, quindi, della prima vera e propria riunione del Pontefice con i cardinali che lo hanno eletto. Non sono ancora stati resi noti i temi che verranno trattati insieme ai 245 convocati, ma è certo che l’accento sarà posto sulle sfide e i problemi che stanno coinvolgendo la Chiesa in questo periodo.
L’incontro, inoltre, sarà da intendere come un punto di svolta nel rapporto tra Papa Leone e il Collegio cardinalizio. Rai News fa sapere che sono ora richiesti maggiore dialogo e partecipazione da entrambe le parti. Ecco le parole dette dal Santo Padre durante l’omelia domenicale, e riportate da Rai News:
È stata usata spesso, in questi anni, l’immagine del “cantiere” per descrivere il nostro cammino ecclesiale.
È un’immagine bella, che parla di attività, creatività, impegno, ma anche di fatica, di problemi da risolvere, a volte complessi.
Essa esprime lo sforzo reale, palpabile, con cui le nostre comunità crescono ogni giorno, nella condivisione dei carismi e sotto la guida dei Pastori.
La Chiesa di Roma, in particolare ne è testimone in questa fase attuativa del Sinodo in cui ciò che è maturato in anni di lavoro chiede di passare attraverso il confronto e la verifica “sul campo”.
Ciò comporta un cammino in salita, ma non bisogna scoraggiarsi.
È bene, invece, continuare a lavorare, con fiducia, per crescere insieme.
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Non essere “frettolosi e superficiali“
Durante la messa a san Giovanni in Laterano, Papa Leone ha sottolineato come la Chiesa, per raggiungere e diffondere il bene, si debba impegnare, senza arrendersi davanti a ostacoli o eccessivi sforzi. Riporta Rai News:
Nella storia dell’edificio maestoso in cui ci troviamo non sono mancati momenti critici, soste, correzioni di progetti incorso d’opera.
Eppure, grazie alla tenacia di chi ci ha preceduto, possiamo radunarci in questo luogo meraviglioso.
A Roma, pur con tanto sforzo, c’è un bene grande che cresce.
Non lasciamo che la fatica ci impedisca di riconoscerlo e celebrarlo, per alimentare e rinnovare il nostro slancio.
Nel lavorare con ogni impegno al servizio del Regno di Dio non siamo frettolosi e superficiali: scaviamo a fondo, liberi dai criteri del mondo, che troppo spesso pretende risultati immediati, perché non conosce la sapienza dell’attesa.
Il Pontefice, quindi, ha ricordato quello che è il compito della Chiesa e in che modo è possibile adempiere a esso:
La storia millenaria della Chiesa ci insegna che solo con umiltà e pazienza si può costruire una vera comunità di fede, capace di diffondere carità, di favorire la missione, di annunciare, di celebrare e di servire quel Magistero apostolico di cui questo Tempio è la prima sede.
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