È stato proclamato santo ieri, 7 settembre, Carlo Acutis. La canonizzazione sarebbe dovuta avvenire lo scorso aprile, data posticipata per via della scomparsa di Papa Francesco.
Durante la Messa di domenica, quindi, Leone XIV ha santificato il primo millenial della storia. Alla cerimonia ha preso parte anche la famiglia di Acutis, proprio come era successo con la presenza dei parenti di Maria Goretti alla sua canonizzazione.
A essere stato proclamato santo anche Pier Giorgio Frassati, distintosi in vita per l’impegno sociale e antifascista. Vediamo meglio come si è svolta la celebrazione.
Acutis e Frassati sono diventati santi
È stata celebrata ieri da Papa Leone XIV la Messa di canonizzazione che ha reso Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati santi. La celebrazione è stata concelebrata da 36 cardinali, 270 vescovi e più di 1700 sacerdoti.
Il tutto è avvenuto in Piazza San Pietro, al cospetto di migliaia di fedeli, tra cui la famiglia di Acutis. È stata la seconda volta che i parenti del santo erano presenti alla cerimonia. La prima è avvenuta con Maria Goretti, nel 1950.
Durante la Messa, Papa Leone ha ribadito come Acutis e Frassati, morti a 15 e 24 anni, rappresentino un esempio per i giovani:
I santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro.
Entrambi, Pier Giorgio e Carlo, hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la santa messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’Adorazione eucaristica.
Tutti e due, infine, avevano una grande devozione per i Santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità.
Perfino quando la malattia li ha colpiti e ha stroncato le loro giovani vite, nemmeno questo li ha fermati e ha impedito loro di amare, di offrirsi a Dio, di benedirlo e di pregarlo per sé e per tutti.
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Chi erano i due santi?

Carlo Acutis è morto a 15 anni nel 2006, a causa di una leucemia fulminante. Nel secolo precedente, esattamente cento anni fa, è scomparso il 24enne Pier Giorgio Frassati, per una meningite virale. Quest’ultimo, in particolare, è ricordato per il suo impegno nel sociale, al fianco delle persone più bisognose.
Né Acutis né Frassati sono raffigurati nella maniera tipica delle immaginette dei santi, con mani giunte e sguardo penitente. Infatti, appaiono in felpa il 15enne e in tenuta da montagna il 24enne. Acutis, inoltre, è quasi sempre accompagnato da un computer, attraverso il quale era solito diffondere messaggi di fede.
Carlo è il primo santo millenial, esempio per i più giovani, denominato “influencer di Dio”. Da ricordare sono, inoltre, i due miracoli attribuiti ad Acutis e Frassati. Nel 2022, la madre di una giovane ragazza vittima di un incidente in bicicletta, ha pregato Acutis affinché salvasse la figlia.
La giovane, quindi, è guarita in una maniera inspiegabile, secondo i medici. Nel 2018, invece, un seminarista statunitense si è lesionato il tendine di Achille. Mentre gli specialisti parlavano di rottura completa, dopo aver pregato Frassati è arrivata la sorprendente guarigione.
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Presente la famiglia Acutis
A presenziare alla Messa di canonizzazione dei due giovani c’era anche la famiglia Acutis. Visti i tempi lunghi previsti per il processo, è la seconda volta nella storia che succede un evento simile, dopo la santificazione di Maria Goretti nel 1950, per mano di Papa Pio XII.
A presiedere ieri, quindi, c’erano la mamma del giovane, Antonia Salzano, il padre Andrea, la sorella Francesca, il fratello Michele. Nel corso degli anni, Salzano ha permesso di conoscere il figlio attraverso racconti sul giovane e la pubblicazione del libro Il segreto di mio figlio.
In relazione alla canonizzazione, la madre del giovane aveva dichiarato: “Dio, che mi ha rapito in Cielo Carlo tanti anni fa, mi restituisce oggi san Carlo Acutis, un figlio nuovo che non solo io, ma tutta la santa Chiesa con me pregherà“. A chi, invece, le chiede che consiglio dà ai giovani, la donna ha risposto: “Di spegnere il cellulare e di tornare a guardarsi negli occhi“.