Leonardo Todeschini, 25 anni, e uno dei due europei a essersi aggiudicato un posto ad Harvard come dottore di ricerca. Il suo sarà un contributo notevole nel campo della cura per l’Alzheimer, ma anche un passo importante nella sua vita personale.
L’intento di Todeschi, infatti, è quello di aiutare la mamma, affetta dalla malattia. Pur di migliorare le condizioni della donna, quindi, il 25enne è stato disposto a lasciare Verona per trasferirsi negli Stati Uniti.
Leonardo Todeschini ad Harvard
Leonardo Todeschini è un veronese classe 2000, che domani 13 agosto volerà negli Stati Uniti, per intraprendere un dottorato di ricerca di 6 anni presso l’università di Harvard, a Boston, in Biological and biomedical sciences.
A essersi aggiudicati un posto negli USA sono stati solo due in tutta Europa, su migliaia che ne hanno fatto richiesta. Non è la prima volta che il giovane frequenta il prestigioso ateneo, come ha dichiarato lo stesso in una recente intervista al Corriere del Veneto:
Già al liceo avevo fatto un’esperienza ad Harvard, con la fondazione Armenise-Harvard summer fellowship e in quell’occasione avevo studiato la sclerosi laterale amiotrofica.
Il mio rapporto con la scienza è lungo tutta una vita, e continuerà a Boston.
La missione di Leonardo, adesso, è trovare una cura all’Alzheimer, che da più di sette anni affligge la mamma. Al tempo, Todeschini aveva 17 anni e la donna 55, un evento che ha segnato particolarmente la vita di entrambi:
Avevo 17 anni quando l’hanno diagnosticato a mia mamma, lei ne aveva solamente 55.
Credo sia iniziato tutto da lì, quando ero ancora alle superiori.
Se riesco a far sì che almeno una persona non debba mai affrontare quello che ho vissuto io avrò raggiunto il mio obiettivo.
Credo valga la pena inseguire questo sogno.
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Quale sarà il suo studio?

Lo studio di Leonardo Todeschini si concentrerà sull’Alzheimer in una delle università più prestigiose degli Stati Uniti. Nonostante la pressione che “ti fa star bene. Attorno hai gente importante, sai che lì si può lasciare un segno e dare un contributo alla ricerca“, il 25enne non vede l’ora di portare avanti questa nuova avventura.
In particolare, il giovane ha raccontato il proprio entusiasmo al Corriere del Veneto, sottolineando quanto lo studio sia un carburante nella sua vita:
Non escludo di poter rimanere negli Stati Uniti.
Tornerò per la famiglia, ma il laboratorio è il posto dove mi piace stare e fare ricerca.
Non solo, vedere che una nostra ricerca può portare a un risvolto pratico nella cura di determinate malattie, è uno stimolo.
Nel mio soggiorno americano non studierò solo l’Alzheimer, mi concentrerò sicuramente su questa malattia, ma durante il primo anno entrerò in contatto con diverse ricerche e diversi laboratori.
E ancora al Corriere del Veneto, Leonardo ha spiegato quali sono i punti di forza dell’ateneo statunitense, che punta soprattutto sul mettere in pratica quanto studiato:
La biomedica si fa sul campo, il fatto che l’università di Harvard abbia anche l’Harvard Medical Center permette a noi dottorandi di fare ricerca nei laboratori del centro medico.
Inoltre c’è un altro vantaggio: quando conduciamo uno studio, quasi sempre quest’ultimo ha un risvolto pratico e viene utilizzato per curare i pazienti.
Dopo una laurea triennale in Scienze e tecnologie biomolecolari e una magistrale in Cellular and molecular biotechnology, conseguite con il massimo dei voti presso l’università di Trento, infatti, Leonardo non esclude di rimanere nell’ambiente accademico, con la speranza di trovare nuove terapie e aiutare chi soffre.
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