Pur senza parlare ufficialmente di una riforma delle pensioni, molte cose nel sistema pensionistico italiano sono destinate a cambiare.
Il governo italiano sta lavorando a una riforma strutturale del sistema previdenziale, con l’obiettivo di garantire la sostenibilità nel lungo termine e al tempo stesso offrire maggiore flessibilità in uscita.
Tra i diversi aspetti che subiranno modifiche si parla soprattutto di:
- una possibile revisione dell’età pensionabile in base alle aspettative di vita ISTAT
- ricalcolo dei requisiti per le pensioni anticipate
- modifiche alla Quota 103, con possibile ritorno a una formula diversa
- revisione dell’Opzione Donna, con requisiti più rigidi
- nuove regole sul TFR per i dipendenti pubblici
Novità in arrivo dal 2026

Il prossimo triennio sarà fondamentale per le pensioni.
Le novità riguarderanno l’età pensionabile, i contributi, la sorte di Quota 103 e Opzione Donna, fino ad arrivare alle discussioni sul TFR a fini pensionistici. Vediamole insieme più nello specifico.
1. Età pensionabile, cosa cambia?
Nel 2026 l’età per la pensione di vecchiaia potrebbe subire un adeguamento automatico in base alle aspettative di vita ISTAT.
Al momento, l’età minima è fissata a 67 anni, ma un aggiornamento previsto ogni due anni potrebbe portare a un innalzamento.
L’ultima rilevazione ISTAT ha mostrato un leggero aumento della speranza di vita, quindi non si esclude un possibile innalzamento a 67 anni e 3 mesi.
Tuttavia, tutto dipenderà dai dati ufficiali che verranno resi pubblici entro la fine del 2025.
2. Requisiti contributivi, alcune ipotesi
Per accedere alla pensione anticipata nel 2026, il requisito contributivo potrebbe rimanere invariato:
- 42 anni e 10 mesi per gli uomini
- 41 anni e 10 mesi per le donne
Tuttavia, si discute della possibilità di rendere più flessibile l’uscita anticipata, introducendo incentivi per chi rimane al lavoro più a lungo e penalizzazioni più leggere per chi va in pensione prima.
3. Quota 103, resterà anche nel 2026?
La Quota 103, introdotta nel 2023 e confermata nel 2024-2025, consente di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Tuttavia, il governo potrebbe sostituirla con un’altra misura, l’ipotesi più accreditata sembra essere la reintroduzione della Quota 104 (63 anni + 41 di contributi).
Altrimenti potrebbe trattarsi di una possibile finestra mobile più lunga per la decorrenza del trattamento o di penalizzazioni sul calcolo dell’assegno se si esce prima dei 67 anni
LA Quota 103 è costosa per lo Stato, e secondo alcune simulazioni INPS, nel lungo periodo potrebbe diventare insostenibile. Per questo motivo, il 2026 potrebbe segnare la sua ultima applicazione.
4. Requisiti più rigidi per l’Opzione Donna
L’Opzione Donna è stata progressivamente limitata negli ultimi anni e attualmente è riservata a:
- lavoratrici con almeno 35 anni di contributi
- età minima di 61 anni (ridotta a 60 con un figlio, 59 con due o più)
- requisiti anagrafici e contributivi maturati entro fine 2023
Nel 2026 potrebbe essere introdotto un ulteriore restringimento:
- maggiore enfasi sul requisito della categoria svantaggiata (caregiver, invalide, licenziate)
- penalizzazione sull’importo della pensione con calcolo contributivo pieno
Il governo valuta anche la possibilità di assorbire Opzione Donna all’interno di una nuova formula universale di flessibilità in uscita, che valga sia per uomini che per donne.
5. Novità TFR per i dipendenti pubblici
Il TFR/TFS dei dipendenti pubblici è spesso oggetto di ritardi nei pagamenti. Attualmente, i tempi variano da 12 a 24 mesi dalla cessazione del servizio, in base alla tipologia di uscita.
Nel 2026 potrebbero essere introdotte novità importanti, tra cui:
- riduzione dei tempi di erogazione per chi esce con pensione anticipata
- possibile introduzione del pagamento unico anziché rateale
- apertura a convenzioni con istituti bancari per l’anticipo a tasso agevolato
Il Ministero dell’Economia sta valutando modifiche per semplificare e velocizzare l’iter burocratico.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Il governo ha annunciato una legge delega sulla riforma delle pensioni entro la prima metà del 2025, con applicazione prevista dal 1° gennaio 2026. Le principali priorità saranno:
- introduzione di un sistema flessibile tra 63 e 67 anni, con calcolo interamente contributivo
- tutele per chi ha carriere discontinue
- semplificazione delle misure attuali, oggi troppo frammentate
Il confronto con le parti sociali sarà cruciale nei prossimi mesi. I cambiamenti definitivi arriveranno con la Legge di Bilancio 2026, attesa entro la fine del 2025.
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