Capitale Italiana della Cultura 2028: quali comuni si sono candidati?

Cresce l’impegno dei Comuni italiani per ottenere il titolo di Capitale della Cultura, un riconoscimento che negli anni ha generato sviluppo, visibilità e trasformazione culturale.

Gloria Caruso
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La scrittura è una strada di cui seguire la rotta, per muoversi con determinazione tra fatti e parole. L’informazione vale solo se è fatta bene: con gli occhi attenti e la mente aperta.
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La cultura si conferma leva strategica per lo sviluppo dei territori. A darne notizia è l’Ansa: la nuova edizione del bando per la Capitale Italiana della Cultura 2028 ha attirato 25 Comuni da tutta Italia. Le candidature riflettono la varietà del Paese: città d’arte, borghi, aree interne e aggregazioni comunali unite dalla volontà di valorizzare il proprio patrimonio e guardare al futuro.

Questa fase iniziale segna l’avvio di un percorso che porterà, entro il 2026, alla scelta della città vincitrice. Il titolo, nato per promuovere politiche culturali innovative, si è già dimostrato uno strumento efficace di crescita locale, con ricadute positive su economia, turismo e coesione sociale. Anche per il 2028, la sfida si prospetta ricca di visioni.

Capitale Italiana della Cultura, una competizione che valorizza l’identità dei territori

L’iniziativa, promossa dal Ministero della Cultura (MiC), mira a premiare i progetti culturali più innovativi e capaci di generare impatto a lungo termine sul territorio. Come afferma lo stesso Ministero e come riporta l’Ansa, si tratta di “un primo passo che conferma la vitalità dei territori e la volontà diffusa di investire nella cultura come motore di sviluppo, coesione sociale e rigenerazione urbana”.

Le candidature, distribuite da Nord a Sud, rappresentano una varietà di contesti: città d’arte note, piccoli borghi, aree interne spesso trascurate e perfino aggregazioni intercomunali. Questo mix riflette un’Italia che guarda alla cultura non solo come patrimonio, ma come risorsa strategica per il futuro.

La fase attuale è solo l’inizio. I Comuni interessati dovranno ora trasformare la propria manifestazione di interesse in una candidatura formale. Entro il 25 settembre 2025, ogni città dovrà presentare un dossier dettagliato che includa:

  • Progetto culturale, il cuore della candidatura, capace di raccontare visione e identità
  • Strategie di sviluppo territoriale, come la cultura può integrarsi in processi di crescita urbana e sociale
  • Attori coinvolti, istituzioni, cittadini, enti culturali e partner economici
  • Piano di sostenibilità economica, un modello di gestione realizzabile e duraturo
  • Obiettivi attesi, impatto misurabile su turismo, economia locale e inclusione sociale

Una giuria di esperti, nominata dal Ministero, selezionerà poi la città vincitrice, che sarà annunciata entro marzo 2026.

I Comuni candidati e il successo del titolo

Massa, tra i candidati per il 2028 per la Capitale Italiana della Cultura.

Tra le 25 realtà candidate al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2028, troviamo una rappresentanza variegata dell’intero territorio nazionale. Dal Lazio arrivano le candidature di Anagni, Pomezia e Tarquinia, mentre nelle Marche è Ancona a mettersi in gioco. La Campania si distingue con ben sei proposte: Bacoli, Benevento, Mirabella Eclano, Sala Consilina, Sessa Aurunca e l’Unione dei Comuni “Città Caudina”, una candidatura congiunta che coinvolge più amministrazioni locali.

Dalla Sicilia partecipa Catania, mentre la Toscana è presente con tre città: Colle di Val d’Elsa, Fiesole e Massa. Per l’Emilia-Romagna è in corsa Forlì. In Puglia troviamo le candidature di Galatina, Gravina in Puglia e Vieste, mentre dalla Calabria arriva Gioia Tauro. Melfi, in Basilicata, rappresenta il Mezzogiorno più interno. Il Piemonte è presente con Moncalieri, il Veneto con Pieve di Soligo e Valeggio sul Mincio, mentre dalla Lombardia si propone Rozzano. Infine, la Liguria è rappresentata da Sarzana.

Il titolo di Capitale Italiana della Cultura, istituito nel 2014, ha già mostrato i suoi effetti positivi. Matera, nel 2019 Capitale Europea della Cultura, ha fatto da apripista. A seguire, Parma (2020-21), Procida (2022), Bergamo e Brescia (2023), Pesaro (2024), Agrigento (2025), L’Aquila (2026) e Pordenone (2027) hanno tutte testimoniato quanto la cultura possa essere leva per l’economia, il turismo e il benessere civico.

Molti dei progetti realizzati in questi anni hanno lasciato in eredità nuove infrastrutture, reti di collaborazione locale e visibilità internazionale. Un’opportunità concreta, quindi, per chi saprà mettere al centro visione e partecipazione.

Leggi anche: Pordenone è Capitale italiana della Cultura 2027: “Siamo pronti a sorprendervi”

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