lunedì, 23 Giugno 2025
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European Accessibility Act 2025: come l’accessibilità digitale diventa inclusiva

Il 28 giugno 2025 entrerà in vigore l'European Accessibility Act. Ecco come funziona e le linee guida da seguire.

Lorenzo Eugeni
Lorenzo Eugeni
Curioso, interessato alle innovazioni in ogni campo e da sempre attento al mondo dell'attualità. Informare in modo chiaro è il mio obiettivo.

Dal 28 giugno 2025 entra ufficialmente in vigore l’European Accessibility Act. Questa normativa punta a garantire che prodotti e servizi digitali siano accessibili a tutte le persone, incluse quelle con disabilità.

La fruibilità di questi servizi non è un requisito esclusivo per le organizzazioni del settore pubblico nell’Unione Europea (UE). L’Atto Europeo sull’Accessibilità (EAA) impone che una serie di prodotti e servizi, tra cui molti tipi di esperienze online come siti web di e-commerce e app mobili, siano più facilmente disponibili alle persone con disabilità. La legge, che si applica a chi opera all’interno dell’UE, mira a risolvere le discrepanze nei requisiti di accessibilità tra i diversi Paesi europei.

Originariamente codificato in legge nel 2019, l’EAA è stato adottato dai singoli paesi dell’UE a partire dal 2022. I fornitori di prodotti e servizi coperti dall’EAA hanno tempo fino a giugno 2025 per conformarsi. Verranno ora istituiti un processo di reclamo e un sistema di monitoraggio e le organizzazioni che non rispettano questi requisiti potrebbero incorrere in sanzioni, comprese multe.

Che cos’è l’Accessibility Act dell’Unione Europea?

L’European Accessibility Act (EAA) è una direttiva approvata nel 2019, che entrerà pienamente in vigore il 28 giugno 2025. La direttiva obbliga gli Stati membri a introdurre normative che garantiscano l’accessibilità in settori chiave, tra cui:

  • siti web e app mobili
  • fornitori di e-commerce e servizi online
  • servizi bancari online e settore finanziario
  • lettori e-book
  • terminali bancomat, biglietterie automatiche e sportelli self-service
  • televisori con servizi di accesso digitale
  • organizzazioni sanitarie
  • compagnie aree e trasporti

Cosa prevede in concreto la normativa?

La direttiva non entra nei dettagli tecnici, ma fissa requisiti generali di accessibilità che i singoli Stati devono recepire, tra cui:

  • navigazione accessibile per i siti e le app (leggibilità, compatibilità con screen reader, comandi via tastiera)
  • contenuti digitali comprensibili, con testi chiari, alternative testuali alle immagini, sottotitoli nei video
  • compatibilità tecnologica con ausili per disabili (come tastiere alternative, display braille, software vocali)
  • servizi bancari e di e-commerce fruibili da tutti, senza ostacoli tecnologici o visivi

Quali aziende devono adeguarsi all’Accessibility Act?

L’Accessibility Act riguarda tutte le aziende che offrono prodotti o servizi digitali nei paesi dell’Unione Europea. Le imprese che dovranno adeguarsi rientrano principalmente in due categorie:

  • grandi aziende e multinazionali
  • PMI che forniscono servizi pubblici o operano nel digitale

Sono previste alcune esenzioni per le microimprese (meno di 10 dipendenti o fatturato inferiore a 2 milioni di euro), ma solo in casi specifici. Tuttavia, anche queste realtà potrebbero essere coinvolte indirettamente, nel caso forniscano servizi a soggetti obbligati.

Quali sono le sanzioni per chi non rispetta la normativa?

Ogni Stato membro è responsabile delle sanzioni. In Italia, il recepimento è avvenuto con il Decreto Legislativo 82/2022 e prevede:

  • sanzioni pecuniarie in caso di inadempienza
  • obbligo di adeguamento entro termini precisi, con possibile sospensione dei servizi in caso di mancata conformità
  • monitoraggi e verifiche da parte di enti pubblici come AgID

Le aziende devono quindi iniziare da subito i processi di adeguamento, per non rischiare penalizzazioni economiche e danni alla propria reputazione.

Come prepararsi all’Accessibility Act

Chi lavora nel digitale deve agire già ora. Ecco i passaggi chiave:

  • analisi dell’accessibilità dei propri prodotti e servizi
  • audit tecnico dei siti web, app e documenti digitali (PDF, moduli, ecc.)
  • formazione del personale su accessibilità e design inclusivo
  • adeguamento tecnico con l’aiuto di sviluppatori, designer e copywriter specializzati
  • Verifica finale della conformità alle Linee guida per l’accessibilità ai contenuti web (WCAG 2.1 AA)

Le soluzioni vanno studiate caso per caso: non esistono plugin o automatismi che garantiscano una conformità completa.

Perché l’Accessibility Act è una svolta per tutti?

L’Accessibility Act non è solo una norma per “pochi”. Nel 2023 il 27% della popolazione dell’UE sopra i 16 anni aveva una qualche forma di disabilità. Secondo le stime di Eurostat, tale percentuale corrisponde a 101 milioni di persone, ossia un adulto su quattro nell’UE. E creare contenuti e servizi accessibili significa:

  • aumentare l’usabilità per tutti (anche anziani, utenti con connessioni lente, ecc.)
  • migliorare il posizionamento SEO (l’algoritmo di Google premia l’accessibilità)
  • rendere i servizi inclusivi e sostenibili
  • evitare discriminazioni digitali

L’accessibilità digitale è un investimento, non un obbligo burocratico.

Leggi anche: Isee 2025, dal 5 marzo sarà ricalcolato per agevolare le famiglie italiane

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Lorenzo Eugeni
Lorenzo Eugeni
Curioso, interessato alle innovazioni in ogni campo e da sempre attento al mondo dell'attualità. Informare in modo chiaro è il mio obiettivo.

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