Il prossimo 18 giugno, a San Siro, si terrà il primo concerto completamente green d’Italia. La cantante Elisa si è fatta portavoce, infatti, di un grande esempio di sostenibilità, unendo arte e mondo green.
A prestare attenzione alla questione ambientale non sarà solo l’allestimento dello show, alimentato con biocarburante Hvo, ma anche la gestione del tutto, con l’utilizzo di vestiti già indossati da parte dell’artista oppure l’intensificazione di mezzi di trasporto per raggiungere lo stadio.
Il concerto green di Elisa
Il concerto di Elisa del 18 giugno a San Siro è stato pensato dall’artista in modo tale da essere completamente sostenibile. Il palco dell’evento, quindi, sarà alimentato da biocarburante Hvo, derivato da materie di scarto e biomassa agricola, in grado di ridurre le emissioni del 70%.
L’organizzazione dello show, inoltre, prevede un’intensificazione sia della raccolta differenziata, sia dei mezzi di trasporto per raggiungere lo stadio, così da evitare l’utilizzo dell’auto.
Collaboreranno, poi, l’Università di Genova e due aziende specializzate, Tetis e JustOnEarth, che calcoleranno l’impronta ecologica dell’evento tramite sistemi avanzati, come l’uso dell’intelligenza artificiale.
L’artista si è concentrata anche su un ulteriore settore inquinante, quale quello della moda. Elisa, dunque, indosserà vestiti riciclati, in collaborazione con la cooperativa solidale milanese Vesti Solidale.
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L’impegno sostenibile di Elisa

Elisa, con il concerto del 18 giugno, lancia l’importante messaggio che attraverso l’arte e la musica è possibile impegnarsi nel mondo della sostenibilità:
Quello che mi spinge è un senso civico.
Non è un obbligo ma un impegno morale e sociale.
viviamo in un’epoca in cui il cambiamento climatico è evidente, eppure c’è chi continua a negarlo.
Dove c’è cultura, c’è consapevolezza.
Fortunatamente, un seme educativo era già stato piantato nelle nuove generazioni e fa breccia.
Dove c’è cultura, si può andare avanti.
L’idea di questo progetto nasce dal desiderio di continuare con coerenza il percorso iniziato negli ultimi anni cercando di essere sempre più attenti all’impatto ambientale.
La squadra è cresciuta e volevamo fare qualcosa di significativo.
Gli eventi negli stadi hanno un impatto ambientale molto elevato, quindi ci siamo messi al lavoro su azioni concrete per provare a fare la differenza.
Elisa, infatti, si è sempre battuta per la questione ambientale, arrivando a essere la prima artista italiana formalmente alleata dell’Onu, rispetto alla promozione dei 17 SDGs, ossia gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
È grazie a lei, inoltre, che è stato introdotto un modello Esg (Environmental, Social, Governance) da applicare agli eventi dal vivo, nel 2022:
Abbiamo collaborato con tutta la nostra squadra, con Ferdinando Salzano di Friends&Partners, Music Innovation Hub, Andrea Rapaccini, il Comune di Milano e in particolare con l’assessora all’Ambiente, Elena Grandi.
Se questa scelta riuscisse a ispirare altri, l’impatto diventerebbe davvero significativo.
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Cos’è il progetto Plantasia?
Il progetto a cui fa affidamento la realizzazione del concerto di Elisa è Plantasia – Parco Sonoro, nato dalla collaborazione tra il Comune di Milano, la Fondazione Cariplo, Fondazione di Comunità Milano e Music Innovation Hub.
A questi si aggiunge la neonata Fondazione Lotus di Elisa, che porterà avanti la trasformazione di una ex cava contaminata di 40 mila metri quadrati in via Quarenghi, in un bosco urbano fitobonificato.
Si tratta di uno spazio verde per Milano ma anche un luogo culturale, che prenderanno forma nel primo parco sonoro di Milano, ispirato alla Mother Earth’s Plantasia del compositore canadese Mort Garson.
Lo scopo del progetto è far sì che la musica si fondi con la natura, favorendo la crescita delle piante e il benessere di chi visita il luogo. Queste le parole di Elisa a riguardo:
Servono azioni concrete.
Non possiamo più aspettare.
Parlare di sostenibilità oggi senza agire, mentre alcuni capi di governo negano l’evidenza, è irresponsabile.
Io oggi sono serena perché stiamo facendo.
Mi piacerebbe che diventasse normale, che questi protocolli venissero adottati ovunque.
Durante lo show dirò: “Siamo aria, siamo vento, siamo terra, siamo uno“, perché volevo concretizzare questa sostenibilità: bisogna quotidianizzarla.
Quella del 18 giugno, quindi, sarà un’esperienza immersiva, non solo musicale ma anche sensoriale, che avrà al centro la carriera dell’artista e la questione ambientale.