venerdì, 23 Maggio 2025
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Svolta per coppie omogenitoriali: “Le due madri possono riconoscere il figlio”

Sentenza storica della Corte Costituzionale: le madri non biologiche nelle coppie di donne saranno riconosciute come genitrici. Ecco tutte le novità.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

Rivoluzione per le coppie omogenitoriali. Ieri, 22 maggio, la Corte Costituzionale ha approvato la storica sentenza che vede le madri non biologiche riconosciute come genitrici a tutti gli effetti.

Ciò si applica alle coppie di donne che hanno avuto un figlio tramite procreazione assistita, all’estero. Il fine è la tutela dei diritti del minore, i quali vanno messi al primo posto. Vediamo meglio cosa è cambiato con questa sentenza rivoluzionaria.

Rivoluzione per le coppie omogenitoriali

Ieri, 22 maggio, la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza storica, che rappresenta una svolta rivoluzionaria per le coppie omogenitoriali. Per la prima volta, infatti, è stata riconosciuta come illegittima la legge italiana che non consente il riconoscimento automatico delle madri non biologiche come genitrici.

La sentenza, nello specifico, è indirizzata alle coppie di donne che hanno ricorso alla procreazione assistita all’estero. Secondo la Corte Costituzionale, infatti, in questo modo non vengono tutelati i diritti dei minori, i quali devono essere anteposti a qualunque altra variabile: “Il minore deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo“.

Attualmente, la legge italiana prevede che la madre non biologica, in una coppia di donne, possa adottare solo il figlio della consorte, tramite la stepchild adoption. Questa procedura, però, può richiedere anche anni per essere completata.

Leggi anche: Maternità surrogata: quali sono le 30 coppie pronte a fare ricorso?

Qual è la situazione in Italia?

Per poter comprendere il peso storico della sentenza n. 68 della Corte Costituzionale è necessario comprendere quale è stata finora la situazione circa la procreazione assistita. Questa tecnica, infatti, è ammessa solo per le coppie composte da un uomo e da una donna.

Le coppie omogenitoriali, dunque, possono ricorrervi solo all’estero e, di conseguenza, il bambino viene riconosciuto dalla legge italiana come figlio della sola madre biologica.

Tale situazione crea una serie di complicazioni per la madre non biologica nello svolgere il proprio ruolo di genitrice. Non le è possibile, infatti, prendere il bambino a scuola, firmare dei permessi o accompagnarlo nei viaggi, senza una delega della madre biologica.

La sentenza del 22 maggio, quindi, sembrerebbe rifarsi a un’altra del 2018, quando diversi sindaci italiani avevano deciso di iscrivere all’anagrafe le coppie omogenitoriali con figli avuti all’estero tramite procreazione assistita. In questo modo si dava la possibilità anche al genitore non biologico di avere tutti i diritti di quello biologico.

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Perché sono coinvolte solo le coppie di donne?

La sentenza si riferisce alle sole coppie di donne perché il Governo Meloni si è opposto alla gestazione per altri, pratica a cui possono ricorrere, invece, due uomini desiderosi di diventare genitori.

L’unico modo per una coppia di uomini di avere un figlio con lo stesso patrimonio genetico di uno dei due, infatti, è di ricorrere alla procreazione assistita. Con tale pratica si fa riferimento a una donna che porta volontariamente avanti una gravidanza.

Siccome la gestazione per altri è una pratica illegale in Italia e le coppie che vi ricorrono all’estero possono essere incriminate di ritorno nel Paese, la Corte Costituzionale ha emesso la sentenza solo in riferimento alle coppie di donne.

La storia di due madri di Lucca

La sentenza della Corte Costituzionale è stata emessa grazie alla storia di una coppia di donne di Lucca. Dopo essere ricorse alla fecondazione assistita all’estero, una volta tornate in Italia solo la donna che aveva partorito era stata riconosciuta nei documenti ufficiali come madre.

L’altra donna, infatti, non aveva alcun diritto legale sul bambino. Il ministero dell’Interno si era opposto al riconoscimento di entrambe le donne come genitrici, in quanto la fecondazione era stata praticata violando le leggi italiane e, di conseguenza, tra la madre intenzionale e il bambino non esisteva alcun legame di sangue.

Perciò, per risolvere la situazione la Corte Costituzionale ha emesso la sentenza, basandosi su due punti fondamentali:

  • se una coppia decide di avere un figlio attraverso la fecondazione assistita, entrambi i componenti si assumono una responsabilità verso il bambino, da cui non possono tirarsi indietro
  • l’interesse del bambino deve sempre venire prima di tutto; quindi, è suo diritto avere riconosciuti legalmente i genitori che lo hanno desiderato e cresciuto

Attraverso un’analisi approfondita, i giudici hanno stabilito che la legge italiana violava tre articoli della Costituzione:

  • quello che protegge i diritti fondamentali della persona, siccome il bambino ha diritto a una situazione legale chiara fin dalla nascita
  • quello che garantisce l’uguaglianza di tutti i cittadini, siccome si creava una disuguaglianza ingiustificata
  • quello che tutela i rapporti tra genitori e figli, poiché si impediva al bambino di avere riconosciuti i propri diritti verso entrambe le madri
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Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

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