A Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, 20 maggio 2025, un’importante riforma riguardo l’accesso alla professione universitaria in Italia. Il provvedimento introduce una valutazione ogni due anni per i docenti e prevede incentivi economici per gli atenei che reclutano i candidati con i punteggi più alti.
L’obiettivo è conferire maggiore autonomia alle Università in fase di selezione degli insegnanti, anche se lo Stato fisserà dei requisiti minimi a livello nazionale da rispettare. Vediamo insieme nel dettaglio in cosa consiste la nuova riforma.
Che cos’è la nuova riforma della professione universitaria?
La riforma, presentata dalla ministra dell’ Università Anna Maria Bernini e accettata dal Consiglio dei Ministre, presenta delle novità. Una delle principali è l’introduzione di una valutazione biennale obbligatoria per i docenti universitari. Il sistema di monitoraggio sarà gestito dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) e si baserà su parametri legati alla qualità della ricerca, dell’insegnamento e all’impatto delle pubblicazioni scientifiche.
Non sarà un semplice controllo formale, ma una procedura strutturata, con esiti che potranno influenzare concretamente la carriera accademica. Il governo intende così promuovere la produttività scientifica, premiare l’impegno continuo nella formazione e nella ricerca e accelerare l’accesso al lavoro per i giovani ricercatori.
Più fondi agli atenei che assumono i migliori

Di pari passo con il sistema di valutazione, la riforma introduce un nuovo criterio di finanziamento per le università. Gli atenei che assumeranno i candidati con i curricula prestigiosi riceveranno finanziamenti statali più elevati.
In questo modo, sarà incentivata la trasparenza nei concorsi e la selezione sulla base della qualità scientifica. Le università saranno quindi spinte a competere non solo su scala nazionale ma anche internazionale, attirando ricercatori e docenti di alto profilo. Con queste misure, si punta a premiare chi produce risultati e creare un ambiente più sfidante ma anche più meritocratico.
Quando entrerà in vigore?
Il nuovo sistema di valutazione sarà operativo a partire dal 2026, con la prima rilevazione biennale prevista entro la fine del 2027. Gli indicatori di selezione saranno resi pubblici entro l’autunno 2025, dopo una fase di consultazione con gli enti universitari e le rappresentanze accademiche.
La redistribuzione delle risorse, legata alla qualità dei reclutamenti, entrerà invece in vigore dal bilancio 2026 del Ministero. Saranno previsti anche meccanismi di controllo per evitare abusi o selezioni fittizie.
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