mercoledì, 7 Maggio 2025
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Spagna, proposte meno ore di lavoro ma stesso stipendio: “Persone più felici”

Approvata in Spagna la proposta di legge che riduce le ore lavorative settimanali, mantenendo lo stesso stipendio di sempre. Il fine è rendere le persone più felici.

In Spagna proposte meno ore di lavoro, mantenendo sempre lo stesso stipendio. Il Governo di Pedro Sánchez ha approvato la proposta di legge, anche se, al momento, non si hanno i voti necessari per l’approvazione definitiva.

L’obiettivo di tale riduzione è rendere le persone lavoratrici più serene e, infatti, la proposta ha avuto un ampio riscontro positivo a livello sociale. Vediamo meglio a che punto è la situazione nel Paese spagnolo.

Proposte meno ore di lavoro

L’esecutivo Sánchez ha approvato la proposta di legge che intende portare il monte ore lavorativo settimanale da 40 a 37,5, a parità di salario. L’iniziativa è stata sostenuta da Ugt e Ccoo, i principali sindacati spagnoli, ma non dai datori di lavoro.

Questi ultimi, infatti, ritengono che la riduzione in questione non dovrebbe essere regolata da una legge ma incentivata dalle varie aziende, mediante contrattazioni di secondo livello con i dipendenti.

I due partiti che supportano il Governo di Pedro Sánchez, ovvero Psoe e Sumar, avevano già promesso di ridurre l’orario di lavoro a 38,5 ore nel 2024 e a 37,5 nel 2025. La prima scadenza, però, non è stata rispettata e, dunque, l’esecutivo sta cercando ora di raggiungere la seconda.

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Il ruolo della Ministra del Lavoro Díaz

La proposta di meno ore lavorative settimanale è stata avanzata dalla Ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, con l’intento di rivoluzionare e migliorare l’equilibrio tra la vita e il lavoro dei cittadini spagnoli.

Díaz è a capo della formazione di sinistra Sumar e una delle figure centrali nelle politiche progressiste del Governo spagnolo. Pensando a un orario lavorativo ridotto, la Ministra si allinea con altre riforme già approvate, inerenti al mondo dell’impiego, come la stretta sui contratti a tempo determinato o la lotta alla precarietà.

L’ultima proposta avanzata, dunque, interesserà circa 12 milioni di cittadini, dei quali sarà migliorata la qualità della vita, senza apportare modifiche ai loro salari. Questi sono stati i commenti della Ministra Díaz, sostenitrice anche del diritto alla disconnessione:

Un giorno storico.

Oggi aiutiamo a far sì chi le persone siano un po’ più felici.

Nessun lavoratore dovrà rispondere a e-mail o chiamate al di fuori dell’orario di lavoro settimanale.

La connessione permanente causa danni alla salute e stress.

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Chi è a sostegno e chi no

Il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri spagnolo è, attualmente, ancora una proposta di legge, che dovrà subire tutto l’iter parlamentare. I Popolari e i Vox, le due principali forze di opposizione del Governo Sánchez, sono apertamente contrari alla riduzione.

A sembrare favorevoli, invece, sarebbero gli indipendentisti catalani di Junts, i quali fino a ora si sono mostrati reticenti ma potrebbero cambiare idea. Ciò che è certo è che la proposta gode di un ampio sostegno popolare.

Secondo un sondaggio del 2024, infatti, il 68,1% degli spagnoli si è dichiarato favorevole alla riduzione dell’orario lavorativo settimanale, lanciando un chiaro segnale di quanto sia necessario per i dipendenti conciliare il tempo speso a lavoro con quello riservato alla propria vita privata.

A tal proposito, la Ministra del lavoro, in conferenza stampa, ha dichiarato: “C’è margine per negoziare. Pubblicamente in Spagna nessuno osa dichiararsi contrario alla riduzione del monte ore, perché si tratta di una misura che gode di consenso sociale“.

A dirsi contrari, invece, sono state le organizzazioni imprenditoriali, le quali ritengono che la riforma dovrebbe essere data dalla contrattazione collettiva e non essere importa attraverso una legge. I datori di lavoro, infatti, temono un aumento dei costi per le aziende e una perdita di competitività, soprattutto per le piccole e medie imprese.

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