Putin e la tregua di Pasqua, quanto durerà e cosa vuole lo zar per la pace

Putin ha indetto una tregua pasquale in Ucraina. Si tratta di un messaggio diretto a Zelensky, Trump e anche all'Ue. Ma cosa prevede il programma di pace annunciato dal presidente russo?

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Tregua di Pasqua. Oggi, la Pasqua cattolica e quella ortodossa coincidono. Non è usuale che accada, l’ultima volta risale al 2014. Approfittando anche di questa coincidenza, e della portata mediatica che ne deriva, Putin ha proposto una tregua di Pasqua.

Tregua di Pasqua: Putin e le sue “basi” per una pace in Ucraina

Per Putin la vera pace in Ucraina potrà verificarsi solo “rimuovendo le cause profonde della guerra”. Ciò significa, in sintesi, tornare indietro a prima del 2014. La prima condizione per accogliere la pace è che l’Ucraina riconosca la sovranità russa non solo sulla Crimea ma anche sulle quattro regioni parzialmente occupate nell’offensiva: Zaporizhzhia e Kherson nel Sud, Lughansk e Donetsk a est. E ancora, Kiev dovrebbe accettare la creazione di zone cuscinetto demilitarizzate, a nord-est in prossimità delle regioni russe di Bryansk e Belgorod, e a sud, a ridosso della zona di Odessa.

La seconda condizione è la caduta del governo Zelensky, l’indizione di nuove elezioni dalle quali dovrà venir fuori un governo filo-russo, o quanto meno neutrale. Ovviamente l’Ucraina dovrebbe anche rinunciare all’ingresso nella Nato e dichiararlo pubblicamente. L’accordo di pace in 100 giorni, voluto da Trump, pare ovvio che con questi presupposti sia impossibile da realizzare.

Quanto durerà la tregua di Pasqua proposta da Putin

tregua di pasqua_

Il giorno dopo la minaccia di Trump di abbandonare ogni sfogo di pace se Russia e Ucraina non arriveranno a un accordo di cessate il fuoco, Putin ha offerto una tregua di due giorni in vista della Pasqua. Durante un incontro in diretta tv con il capo di Stato maggiore dell’esercito, Valery Gerasimov, il leader del Cremlino ha dichiarato: “Ordino una cessazione di tutte le azioni militari per questo periodo”, decisione che ha giustificato citando “considerazioni umanitarie” ma anche concepita come una sorta di banco di prova per verificare se Kiev sia disposta a “risolvere pacificamente la questione”, ovviamente secondo le direttive russe.

Putin ha imposto alle sue truppe di fermare gli attacchi dalle 17 di ieri 19 aprile fine alle 24 di oggi, domenica 20. Pare che però la Russia non stia rispettando la parola data, come ha denunciato il governatore di Cherson Alexander Prokudin:

Intorno alle 18, a seguito di un attacco con 8 droni nemici, 7 appartamenti di un palazzo nel quartiere Dniprovskyi di Cherson hanno preso fuoco.

Alle 19:05, un drone ha colpito un’auto civile a Urozhayne. Un’ora dopo, un altro drone ha attaccato l’insediamento. Alle 19:12, un drone nemico ha colpito Stanislav. Purtroppo non stiamo assistendo ad alcuna tregua.

I bombardamenti continuano e i civili sono nuovamente sotto attacco. Questa è l’ennesima conferma che la Russia non ritiene nulla di sacro.

Anche lo stesso presidente ucraino non si è mai davvero fidato, tanto che poco dopo l’annuncio del Cremlino ha scritto su X: “Quanto all’ennesimo tentativo di Putin di giocare con le vite umane, in questo momento gli allarmi antiaerei si stanno diffondendo in tutta l’Ucraina. Alle 17:15 droni d’attacco russi sono stati rilevati nei nostri cieli. La difesa aerea e l’aviazione ucraine hanno già iniziato a lavorare per proteggerci”. Vediamo come proseguiranno le prossime ore e se Putin vorrà tener fede alla parola data.

Leggi anche: Meloni a Washington per incontrare Trump: “Renderemo l’Occidente grande”

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