Svelato il vero meccanismo dell’emozione: “Scoperto il legame tra cuore-cervello”

Come si influenzano davvero cuore e cervello? Ecco l'incredibile risultato di una ricerca condotta all'Università di Pisa.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Per la prima volta abbiamo una descrizione completa del sistema cardiovascolare e nervoso centrale, più precisamente dell’asse cuore-cervello grazie allo studio The brain–heart axis: integrative cooperation of neural, mechanical and biochemical pathways, condotto da un team di bioingegneri dell’Università di Pisa, Gaetano Valenza, Zoran Matić e Vincenzo Catrambone, pubblicato su “Nature Reviews Cardiology”.

La ricerca sottolinea come si influenzano i due sistemi, in base allo stato psico-fisico ed emozionale dell’individuo. Ma perché questo studio è così innovativo e rivoluzionario? I ricercatori sono partiti dagli ultimi studi sulle componenti dell’asse cuore-cervello e getta ora le basi per future indagini sul collegamento tra il sistema cardiovascolare e quello nervoso centrale.

Le parole di uno degli autori dello studio, Gaetano Valenza

Gaetano Valenza, professore associato di Bioingegneria presso l’Università di Pisa e direttore del Neuro-Cardiovascular Intelligence Lab, nonché uno degli autori dello studio, ha rivelato perché quest’ultimo apre la strada a un campo di ricerca pioneristico, come riporta “ANSA”:

In questo modo abbiamo introdotto un fondamentale cambio di paradigma nello studio della relazione cuore-cervello, basato anche su come le tre componenti identificate interagiscono tra loro.

Oggi possiamo studiare la connessione tra cuore e cervello addirittura a livello molecolare, cioè guardando come i neuroni cardiaci controllano le emozioni insieme al metabolismo di ogni individuo.

È un campo di ricerca assolutamente pionieristico, e che in pochissimi mesi sta facendo decisivi passi avanti, verso lo sviluppo di conoscenza e tecnologie centrate sulla comprensione di aspetti fondamentali dell’essere umano.

Cosa è emerso per la prima volta?

Grazie allo studio The brain–heart axis: integrative cooperation of neural, mechanical and biochemical pathways è stato possibile evidenziare per la prima volta il legame tra il sistema cardiovascolare e quello nervoso centrale, come ha sottolineato il professor Valenza:

Abbiamo messo insieme tutta la conoscenza prodotta finora sull’argomento ed evidenziato che è possibile caratterizzare le tre componenti fondamentali dell’asse cuore-cervello.

La parte di tessuto neurale, collegata a regioni specifiche del cervello, che rende possibile l’interazione tra sistema nervoso autonomo e sistema nervoso centrale.

La parte meccanica, cioè le pulsazioni nelle arterie cerebrali indotte dal battito cardiaco, che abbiamo constatato essere una parte essenziale nella trasmissione dell’informazione lungo l’asse.

E la parte biochimica, che comprende ormoni ed altre biomolecole avvertite sia da cuore che da cervello.

Perché il cuore e il cervello sono strettamente connessi?

Cuore e cervello sono strettamente collegati, ma in che modo? Come ha dimostrato la ricerca è il primo organo che dà impulso all’attività cerebrale, essendo il responsabile delle emozioni e della coscienza.

Ecco un altro aspetto interessante dello studio The brain–heart axis: integrative cooperation of neural, mechanical and biochemical pathways sul rapporto tra cuore e cervello, secondo le parole del ricercatore Gaetano Valenza, come riporta “Prima Pagina News”:

Che cuore e cervello siano strettamente è un’ipotesi che, a partire dai primi anni duemila, si è fatta sempre più strada, e che si basa sull’osservazione che malattie cardiologiche e neurologiche sono spesso associate.

Per esempio, i soggetti con patologie neurologiche sono maggiormente a rischio di malattie cardiovascolari mentre, viceversa, pazienti che hanno subito un infarto hanno un rischio di depressione aumentato di oltre il 50%.

Queste osservazioni hanno portato la convergenza di molti sforzi da parte di cardiologi, neurologi, neuroscienziati e ingegneri biomedici per comprendere il funzionamento di quello che è considerato un vero e proprio organo.

Leggi anche: Attività fisica difende il cervello da quali malattie, oltre ictus e demenza?

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