Salario minimo per pochi, solo a 60mila lavoratori: ecco quali

Oggi uno studio del Consiglio nazionale dell'Economia e del Lavoro parla di circa 60mila lavoratori italiani interessati dal salario minimo, circa il 3% degli stipendiati d'Italia.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Tra le polemiche dell’opposizione, la Presidente del Consiglio Meloni ha affidato la caldissima questione del salario minimo al Cnel, il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro, presieduto da Renato Brunetta. Si tratta di un organo di rilevanza costituzionale della cui utilità si è spesso discusso, anche se adesso è indubbiamente sotto i riflettori.

Nel ricevere gli esponenti dell’opposizione, la Premier non ha chiuso del tutto alla misura volta al contrasto dei salari poveri, ma ha sostanzialmente lasciato intendere che essa sarà limitata e circoscritta solo ad alcune categorie di lavoratori.

Lo studio del Cnel: “60mila lavoratori italiani interessati dal salario minimo”

Lo studio del Cnel: "60mila lavoratori italiani interessati dal salario minimo"

La Premier Meloni ha affidato al Cnel il compito di redarre una proposta da presentarle entro due mesi. Oggi uno studio del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro parla di circa 60mila lavoratori italiani interessati dal salario minimo, circa il 3% degli stipendiati d’Italia. Si tratta di persone impegnate nel settore delle pulizie, della vigilanza e dell’aiuto anziani.

La memoria che ricostruisce le conclusioni dello studio è stata votata dai 65 componenti del Cnel e suddivide i lavoratori in due categorie: i 14 milioni di lavoratori che hanno firmato un contratto validato dal sindacato e i contratti pirata, che invece interessano 387mila lavoratori, dei quali i più in emergenza sono quelli indicati dal Cnel.

Salario minimo, l’analisi del Cnel: da agricoltura e colf a autonomi e precari

L’analisi del Cnel si è quindi concentrata sui contratti pirata, che contano 272 tipologie totali e interessano “soltanto” 387mila lavoratori, tra cui gli addetti alla Vigilanza. La segretaria dem Elly Schlein continua a ribadire che la soglia debba essere di 9 euro l’ora. Gli interessati sarebbero secondo il Cnel 60mila, ma alcuni esperti alzano questa stima a 90mila.

Sotto la soglia minima ci sarebbero anche agricoltura e collaboratrici familiari, settori su cui però il Governo non interverrà. Una fonte della maggioranza ha spiegato a La Stampa che “se intervenissimo per legge in questi settori scoppierebbe la rivoluzione”.

Resta pure il nodo dei 5 milioni di lavoratori autonomi e dei 3 milioni di precari, ovvero stagionali del turismo, false partite Iva, falsi tirocini e stage, artigiani, cooperative e donne costrette al part time. Per tutti loro, secondo l’esecutivo, il salario minimo non è la soluzione.

Per queste categorie il Governo sta pensando all’allargamento dei contratti a aziendali, all’abbassamento del peso delle tasse in busta paga, alla detassazione di premi e tredicesime. Ma si potrebbe pure valutare l’uso degli ammortizzatori sociali, specie nei periodi di pausa dell’attività.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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