Bufera su Arisa, bandita dal Pride. Ma è giusto politicizzare gli artisti?

Di fronte a prese di posizione politiche come quella di cui si è resa protaginista Arisa, viene da chiedersi quanto sia giusto politicizzare gli artisti

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Hanno fatto molto discutere le parole di apprezzamento rivolte da Arisa alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La cantante sta vivendo la stessa pioggia di critiche che qualche mese fa si era abbattuta su Cristina D’Avena quando aveva annunciato che si sarebbe esibita sul palco del decennale di Fratelli d’Italia.

Esattamente come la cantante dei cartoni animati più famosa della Penisola, anche Arisa è stata in passato madrina del Pride. Motivo per cui le sue dichiarazioni su Giorgia Meloni (le cui posizioni estremamente conservatrici sulla comunità lgbtq+ sono note a tutti) hanno fatto molto più rumore di quelle di altri.

Arisa e le parole su Meloni: “Ho ricevuto insulti pesantissimi. Non andrò al Pride”

Ospite a La Confessione di Peter Gomez sul Nove, Arisa aveva detto su Giorgia Meloni: “Mi piace. Sui diritti lgbtq+ le sue non sono posizioni aperte, ma secondo me lei si comporta come una mamma severa e spaventata, è mamma non solo di un figlio ma di tre o quattro e allora deve fare bene per tutti. Ci vuole tempo e da parte nostra un cambio di atteggiamento, non sempre in lotta ma in dialogo”. Da qui, la bufera e la decisione di non partecipare al Pride di Roma (10 giugno) e a quello di Milano (24 giugno). In un lungo post su Instagram, Arisa ha scritto:

Cari ragazzi e ragazze, mi spiace immensamente per il momento che stiamo vivendo e spero che col tempo potremo di nuovo comunicare. Per adesso sono solo insulti pesantissimi da parte di alcuni di voi che non so come decifrare.

Oggi al mio manager è stato consigliato da parte degli organizzatori, di dirmi di non presentarmi al Pride di Milano a causa dell’ipotesi che alcuni membri della comunità possano in qualche modo mettermi in imbarazzo, io sarei venuta volentieri, però se ho fatto qualcosa di così tanto grave da meritare un trattamento così esclusivo, credo che non parteciperò neanche al pride di Roma.

Mi dispiace davvero tanto. Buon Pride a tutti, divertitevi anche per me, vi auguro di trovare un piano di svolta e di realizzare i vostri sogni legittimi per essere felici. Ve lo auguro davvero dal profondo del cuore. Io continuerò a vivere frequentando gli amici di sempre e mi farò raccontare.

Bufera su Arisa, ma è giusto politicizzare gli artisti?

Di fronte a prese di posizione politiche come quella di cui si è resa protaginista Arisa, viene da chiedersi quanto sia giusto politicizzare gli artisti. Anche se, ormai, è chiaro quanto siano gli stessi personaggi famosi e influencer ad esporsi pubblicamente in favore di una certa causa o di un particolare leader politico.

Come è accaduto nel caso dei Ferragnez, che hanno appoggiato il Ddl Zan, o nel caso di Povia, negazionista in tempo di Covid ed estremamente tradizionalista.

Mentre altri, come Laura Pausini, hanno evitato di prendere posizioni nette: la cantante, in tempo di campagna elettorale, rifiutò di intonare Bella ciao perché considerata una canzone “troppo politica”. Si tratta di scelte, certo. In fondo, anche gli artisti sono liberi di avere le proprie idee politiche senza dover rendere conto a nessuno e senza che il pubblico abbia a tutti i costi la necessità di collegare l’idolo a una certa compagine politica.

Certo è che le parole di Arisa, da ex madrina del Pride, abbiano più di qualche aspetto stridente. Forse, più che condannare lei e le sue idee, la prossima volta la comunità lgbtq+ dovrebbe scegliere con maggiore attenzione i suoi simboli. In modo da evitare questi goffi, brushi e prepotenti cambi di direzione che non fanno bene a nessuno.

Leggi anche: Chi è Giulietta, l’11enne che ha criticato Chiara Ferragni: “Mi hanno eliminata da Instagram, ma perché?”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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