Virus di Marburg, 2 casi in Ghana. Sintomi e contagio: “Altamente letale, rischio epidemia”

Mentre Omicron 5 continua a far crescere il numero di positivi, un altro virus proveniente dall'Africa spaventa l'Europa: si tratta di quello di Marburg. Ecco cosa c'è da sapere.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Virus di Marburg in Africa: ecco perché preoccupa. Mentre Omicron 5 continua a far crescere il numero di positivi in Italia, un altro virus proveniente dall’Africa torna a spaventare l’Europa: si tratta di quello di Marburg, che ha già fatto registrare due casi sospetti in Ghana, come confermato dalle autorità del luogo. Si tratta dei primi casi nel Paese e dei secondi nell’Africa Occidentale, dove un caso del virus è stato identificato a settembre 2021 in Guinea.

Patrick Kuma-Aboagye, il direttore generale del servizio sanitario ghanese, ha detto: “Si è sospettato del virus di Marburg dopo l’identificazione di due persone che corrispondevano alla definizione di febbre emorragica acuta, in due luoghi distinti della regione di Ashanti. I campioni sono stati inviati per la conferma all’Istituto Pasteur in Dakar, in Senegal, con l’aiuto dell’Oms”.

Kuma-Aboagye ha fatto sapere che entrambi i contagiati sono deceduti e che i loro 34 contattisono stati identificati e messi in quarantena, sotto la supervisione della Direzione regionale di sanità di Ashanti”. Il direttore generale del servizio sanitario ghanese ha poi invitato la popolazione a recarsi dal medico nel caso si presentino i sintomi della malattia.

Virus di Marburg: i sintomi

Il virus di Marburg è una grave malattia infettiva emorragica simile all’Ebola: il timore dello scoppio di un’epidemia è molto alto. Il virus in questione si manifesta in modo rapido e improvviso con sintomi come forte mal di testa, dolori muscolari e uno stato di malessere acuto.

Il primo giorno compare di solito una febbre altissima, che debilita il paziente. Attorno al terzo giorno si avvertono dolori addominali, crampi, nausea, vomito e diarrea, con quest’ultima che può durare pure una settimana. Tra il quinto e il settimo giorno, il malato è colpito pure da emorragie in diverse parti del corpo, che spesso lo portano alla morte. Il virus di Marburg, infatti, è in grado di colpire anche gli organi interni e il sistema nervoso.

Virus di Marburg: altamente letale, al momento non esiste vaccino o trattamento efficace

Virus di Marburg: altamente letale, al momento non esiste vaccino o trattamento efficace

Il virus di Marburg porta questo nome perché il primo focolaio conosciuto, che colpì una trentina di persone, si verificò in Germania Occidentale nel 1967 a Marburg e a Francoforte, con altri due casi a Belgrado, in Jugoslavia. In quel caso, a provocarlo furono tre cercopitechi, che vennero spediti in tre diversi laboratori europei.

Attualmente non esiste contro il virus di Marburg un vaccino o un trattamento efficace. L’unico aiuto che si può dare al paziente che si contagia è di assisterlo, ricostituendo la sua riserva di acqua ed elettroliti, fornendo ossigeno e effettuando trasfusioni di sangue. Nei casi fatali, tuttavia, la morte sopraggiunge nel giro di 8-9 giorni.

Non si tratta di una malattia frequente, ma a preoccupare è il suo elevato tasso di mortalità, con un valore che, secondo l’Oms, si aggira tra il 25 e l’80%. Il contagio avviene per trasmissione diretta da persona a persona o per contatto con i fluidi corporali come sangue, urina, vomito o secrezioni respiratorie. Più rara la trasmissione via aerosol.

Virus di Marburg, gli esperti: “Rischio epidemia”

Il dottor Francis Kasolo, rappresentante dell’Oms in Ghana, si è espresso sui casi di virus di Marburg registrati nel Paese e ha detto:

Le autorità sanitarie sono sul campo per indagare sulla situazione e prepararsi per una possibile risposta all’epidemia. Stiamo lavorando a stretto contatto con il Paese per aumentare il rilevamento, tenere traccia dei contatti ed essere pronti a controllare la diffusione del virus.

Anche Carlo Federico Perno, virologo clinico e responsabile della Microbiologia e Diagnostica di Immunologia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha messo in guardia sul virus proveniente dall’Africa e ha detto: “Ciò che accade in un altro continente non può non riguardarci. Omicron 5 ne è la dimostrazione, si sta diffondendo quasi sincronicamente in tutto il mondo a causa degli spostamenti massivi di milioni di persone. Queste cose accadranno sempre di più”.

Leggi anche: Omicron 5, sintomi e durata: “Resiste al vaccino, nuovo booster Moderna ad agosto”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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