Il ministro della Salute Roberto Speranza e i suoi predecessori Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin sono indagati per omissione in atti d’ufficio in uno stralcio romano dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid nella provincia maggiormente colpita dal virus, secondo quanto riferisce Agi. Nello specifico sono indagati come “responsabili dell’omessa istituzione, rinnovo del Comitato Nazionale per la pandemia”.
Dopo che si è conclusa mercoledì l’indagine della procura di Bergamo per individuare eventuali responsabilità nella gestione dell’emergenza Covid, e che ha portato tra i 19 indagati Conte, Speranza e Fontana, ora è la volta di Roma.
Tre i filoni d’indagine affrontati a Bergamo: mancata zona rossa, mancato aggiornamento del piano pandemico e dell’ospedale di Alzano Lombardo. Per la procura la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe potuto risparmiare migliaia di morti.
Oltre a Speranza, Grillo, Lorenzin anche Ranieri Guerra e quattro tecnici del ministero
Ranieri Guerra, ex direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità e quattro tecnici del ministero della Salute sono indagati per il reato di “falsità ideologica” nell’inchiesta della Procura di Bergamo a Roma. Per i magistrati che hanno trasmesso a Roma gli atti per competenza territoriale gli indagati sarebbero “responsabili per i dati falsi comunicati a Oms e Commissione Europea attraverso appositi questionari”.
Tra gli altri indagati, per i reati che sarebbero stati commessi tra il 2017 e il 2020, ci sono i direttori generali della Prevenzione del Ministero della Salute e direttori dell’ufficio 3, in qualità di focal point di Oms, e dell’Ufficio 5: Claudio D’Amario, Francesco Maraglino, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio. Infine, per ‘truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche’ è indagato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro.
Speranza, i commenti dell’ex ministro della Salute come indagato dell’inchiesta Covid
Speranza, dopo la notizia di essere tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Bergamo a Roma, in una nota ha affermato:
Ho sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto, di essere molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell’esclusivo interesse del Paese.
In un’altra audizione nel gennaio 2021, sentito dai pm di Bergamo sul capitolo della mancata attuazione del piano pandemico, ha così risposto ai magistrati:
La bussola l’abbiamo sempre avuta e ci portava a difendere innanzitutto la salute delle persone (…) ciò che ci mancava era il manuale di istruzione su come fronteggiare un virus sconosciuto.
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