Deputata Silvestri: “Costretta al test di paternità per mio figlio. Il padre non è un politico di Fdi”

La deputata di FdI Rachele Silvestri, con il test del Dna, mette a tacere le voci secondo le quali il suo bimbo di tre mesi sarebbe di un esponente molto influente di Fratelli d'Italia, sposato.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Rachele Silvestri, deputata passata dal Movimento 5 stelle a Fratelli d’Italia, in una lettera al Corriere della Sera ha raccontato la vicenda che l’ha vista protagonista. Ha dichiarato:

Sono stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio. Dicevano che era di un politico FdI, a sua volta sposato, e non del mio compagno.

Silvestri ribadisce che la sua scelta, di rendere pubblica la vicenda, è stata fatta per tutelare suo figlio e Fabio, legittimo papà e suo amato compagno. Inoltre è consapevole che di fronte a situazioni in cui si è costretti a subire umiliazioni e violenza è quanto mai importato schierarsi, perché la neutralità favorisce l’oppressore e non la vittima.

Silvestri, da candidata M5s a Fdl

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Silvestri, nella sua lettera, spiega di essersi candidata nel 2018 alle politiche con il Movimento 5 stelle e di aver aderito in seguito a Fratelli d’Italia. Ammette che la sua sia stata una scelta di cuore e non di ragione, perché da tempo condivideva le idee e il coraggio della Meloni. Poi sottolinea:

All’epoca i sondaggi davano FdI su valori ben lontani da quelli attuali. La mia scelta non fu basata su calcoli elettorali.

Se sono stata inserita nelle liste delle elezioni politiche dello scorso anno, è per il lavoro e l’impegno profusi in commissione e in aula.

Silvestri e le voci sulla paternità del bambino: “In quanti modi il corpo di una donna può essere violato?”

Dopo la nascita di suo figlio, racconta Rachele Silvestri, sono iniziate a circolare voci sulla paternità del bambino, ipotizzando che fosse figlio di un politico influente di Fratelli D’Italia e non di Fabio, compagno della deputata. Scrive nella lettera:

Mio figlio sarebbe nato da una relazione clandestina, grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura. Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita?

Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione. Mi chiedo: ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? In nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino appena nato?

Silvestri: “Chi ha diffuso la notizia è complice”

La deputata conclude dicendo di aver fatto il test di paternità che ha rivelato come il bambino sia figlio del suo compagno.

Silvestri ha dichiarato di essere stata messa al corrente della notizia che circolava sul suo conto circa un mese fa e di non sapere chi sia stato ma crede si tratti di un politico. Poi fa un’arguta riflessione su quanto le è accaduto:

Non so chi sia stato. Molti, però, hanno scelto di condividere una evidente calunnia, di telefono in telefono, di chat in chat, rendendosi complici di questo schifo.

E anche chi sa ma ha deciso di non parlare lo è.

Chi è Rachele Silvestri, da cassiera a deputata del Movimento Cinque stelle

Rachele ha 36 anni ed è marchigiana. Con un diploma da ragioniera, prima di iniziare la sua carriera politica lavora in un supermercato di Ascoli. Raccontava così la futura onorevole, come riportato da Il Corriere della Sera:

Sono una cassiera e non mi vergogno a dirlo, sono fortunata di fronte a tanti giovani senza lavoro e over 45 senza occupazione.

Dopo 22 mesi, in seguito a forti polemiche, lascia i Cinque Stelle per approdare al gruppo Misto. Poi in seguito, nel marzo del 2021 passa a FdI. Il suo lavoro a Montecitorio si è concentrato soprattutto in commissione Attività produttive, commercio e turismo.

Leggi anche: Meloni-Schlein, primo scontro alla Camera. La premier: “Salario minimo non è la soluzione”

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