Mihajlovic, funerali in diretta: in migliaia a Roma per l’ultimo saluto

Oggi si sono svolti a Roma, presso la Basilica degli Angeli e dei Martiri, i funerali di Mihajlovic. In migliaia hanno partecipato alla celebrazione.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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I funerali di Sinina Mihajlovic, scomparso a 53 anni per leucemia, si sono svolti a Roma, nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. A presiedere la cerimonia è stato l’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi. In migliaia hanno partecipato ai funerali, dalle squadre al completo della Lazio, Sampdoria e del Bologna, l’ultima allenata da Sinisa, a un fiume di amici, conoscenti e tifosi.

Tra i nomi noti Angelo Peruzzi, Fabio Liverani, Gabriele Gravina della Figc, Roberto Mancini ct della nazionale, Vincenzo Montella e ancora Francesco Totti, che ha preferito stare fuori dalla zona riservata a autorità e familiari, Stefano Fiore, Daniele De Rossi, Dejan Stankovic, Vladimir Jugovic, Luca Marchegiani. Presente anche Gianni Morandi, amico di Sinisa.

Dopo i funerali il carro funebre, accompagnato da fumogeni e cori, è partito da piazza della Repubblica, in direzione del Cimitero Monumentale del Verano, dove sarà collocato il feretro.

Mihajlovic, la toccante omelia del cardinale Zuppi: La vera forza sta nel sapersi rialzare

Mihajlovic-

Il feretro alle 9.40 è stato trasportato dal Campidoglio, sede della camera ardente, nella Chiesa storica dove si svolgono le cerimonie ufficiali, seguito dalla moglie Arianna Rapaccioni e dai sei figli. Sinina, pur essendo nato da madre croata e padre serbo, è considerato italiano. Entrato nel campionato italiano del 1992, quando è acquistato dalla Roma per 8,5 miliardi di lire, ha instaurato un profondo legame con l’Italia. Ad accoglierlo in Basilica un lungo e commosso applauso. Zuppi nell’omelia lo ricorda così:

Era uomo ruvido, diretto, schietto, ma anche dolce e tenero. La vera forza non è quella di sentirsi invincibili ma la capacità di rialzarsi.

Poi accenna a quando Sinisa volò a Medjugorie. In quell’occasione gli disse:

Ho cominciato a piangere come un bambino. Ma mi sono sentito più forte che in tutto il resto della mia vita.

Con tante domande accompagniamo in quest’ultimo tratto Sinisa. Togliamo pietre dal nostro cuore. Ci stringiamo fra noi, anche fisicamente, e quanto fa bene…Saluto il vescovo ortodosso che porta l’omaggio del patriarca. Oggi è San Nicola nel calendario serbo, il santo della famiglia Mihajlovic. Ci aiuti il Natale. Dio nasce per amore e accetta anche la morte per rinascere in cielo…” ha concluso l’arcivescovo rivolgendosi alla famiglia e al vescovo ortodosso.

“Sinisa non sarai dimenticato, onore a chi gli amici non ha mai rinnegato” recita uno striscione degli ultras della Lazio, fuori dalla Basilica. A portare il feretro a spalla il ct Mancini, Attilio Lombardo ex centrocampista della Sampdoria, Stankovic e l’ex pugile Vincenzo Cantatore.

Leggi anche: Chi è Mario Sconcerti, giornalista sportivo morto a 74 anni

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