Inps: “Il 55% tra lavoratori e pensionati percepisce meno del Reddito di cittadinanza”

Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, ha fatto sapere come la situazione retributiva di molti lavoratori e pensionati sia inferiore rispetto a coloro i quali percepiscono il reddito di cittadinanza.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Sta crescendo la quota di lavoratori che percepisce uno stipendio inferiore al reddito di cittadinanza. A dichiararlo è il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nella relazione annuale sul XXI Rapporto dell’istituto, relativa al 2021.

Situazione analoga anche per una percentuale di pensionati, che non percepirebbe neanche 1000 euro di pensione. Inoltre fa sapere l’Inps che anche “se il quadro occupazionale appare promettente, segnali più preoccupanti vengono dalla dinamica retributiva”.

Lavoratori, il Movimento 5 Stelle difende il reddito di cittadinanza

Secondo quanto fanno sapere in una nota deputati e deputate del Movimento 5 Stelle in Commissione Lavoro il problema non sarebbe del reddito di cittadinanza ma del salario minimo, che andrebbe adeguato:

Il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro al mese, la soglia massima del Reddito di cittadinanza riconosciuta a un single. Di fronte a questi numeri, è evidente che il problema non è il Reddito di cittadinanza, come qualcuno vorrebbe far credere, ma i bassi stipendi. Da quasi dieci anni il Movimento 5 stelle chiede a gran voce di introdurre il salario minimo: una richiesta che ha però incontrato l’opposizione della maggioranza delle forze parlamentari, le cui mere posizioni ideologiche hanno prodotto gravi danni per famiglie e lavoratori.

Sempre presentando il rapporto, il presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, ha rilevato come oggi 4,3 milioni di lavoratori guadagnino meno di 9 euro all’ora. Si mettano da parte tali posizioni e si approvi finalmente una legge sul salario minimo: non è il momento di pannicelli caldi ma di azioni puntuali e concrete.

Lavoratori e pensionati: prospettive delle pensioni future

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Secondo quanto dichiarato da Tridico il 23% dei lavoratori guadagnerebbe meno di 780 euro al mese, considerando anche i part-time. Il 32% del totale dei pensionati, pari a 5 milioni su 120mila persone, avrebbe invece meno di mille euro al mese.

Nel calcolo sono considerate le integrazioni, come le varie forme d’indennità di accompagnamento, la quattordicesima e le maggiorazioni sociali. Se nel dato si considerano solo gli importi delle prestazioni al lordo dell’imposta sul reddito personale, l’Inps stima che la percentuale di pensionati con reddito inferiore a 12.000 euro sia pari al 40%.

Lavoratori e pensionati: qual è la situazione delle pensioni

Sarebbero oltre 4,3 milioni i lavoratori che percepiscono meno di 9 euro l’ora. L’Inps ipotizza quale potrà essere la pensione futura per un soggetto nato tra il 1965 e il 1980, appartenente alla generazione X, con 9 euro l’ora versati e 30 anni di contributi. L’istituto calcola a 65 anni una pensione di 750 euro, sempre se il soggetto percepisce per tutta la sua vita attiva 9 euro l’ora.

Pare inoltre che l’inflazione influisca per 24 miliardi, anche sulla spesa per pensioni dell’Inps nel 2023. Questo non significa che non si potranno sostenere i pagamenti ma, se verrà a mancare crescita economica e produttività, si creerà una situazione di squilibrio. Tridico spiega inoltre che una regolarizzazione degli stranieri aiuterebbe il sistema previdenziale del nostro Paese:

Una strategia aggiuntiva per rafforzare la sostenibilità del sistema è quella di programmare la regolarizzazione di nuovi cittadini per coprire i posti di lavoro non sostituito a causa dell’invecchiamento della popolazione residente.

La regolarizzazione del 2020 si è dimostrata efficace, anche se più nel settore del lavoro domestico che nel settore agricolo. Il problema dell’immigrazione straniera e della sua regolarizzazione può e deve essere inquadrato in Italia anche nella prospettiva di tenuta del sistema previdenziale del Paese.

Leggi anche: Rivalutazione pensioni 2023: tutti gli aumenti e cosa c’è da sapere

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Michela Sacchetti
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