Happy Days, l’attore di Fonzie e la dislessia: “Mi sentivo inadeguato sul set, ora combatto”

Ieri Henry Winkler, l’amato Arthur Fonzarelli di Happy Days, ha festeggiato il suo 78esimo compleanno con l'uscita della sua autobiografia, in cui parla pure della lotta contro la dislessia.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
spot_img

Ieri Henry Winkler, l’amato Arthur Fonzarelli di Happy Days, ha festeggiato il suo 78esimo compleanno. E, per l’occasione, è uscita la sua autobiografia dal titolo “Being Henry. The Fonz… and beyond”, edita da Celadon Books e in libreria a partire dal 31 ottobre negli Usa, in Canada, Regno Unito e in molti altri Paesi del Commonwealth.

Si tratta di un vero e proprio libro di memorie all’interno del quale Winkler esplora “gli effetti della celebrità per tutta la vita e la lotta per restare integri”. Una preziosa occasione per farsi conoscere meglio e per raccontare della sua infanzia difficile, della sua lotta con una grave forma di dislessia e delle pressioni subite dopo il ruolo che lo ha reso celebre. “Sono allo stesso tempo emozionato e nervoso all’idea di scrivere un libro di memorie perché è difficile ricordare cosa è successo l’altro ieri. Ma eccomi qui“, aveva detto ancora prima che la sua opera prendesse forma.

Henry Winkler e la dislessia: “Sul set di Happy Days mi vergognavo”

Henry Winkler – in un estratto curato da People – ha parlato delle difficoltà affrontate durante la realizzazione di Happy Days a causa della dislessia, un problema che gli è stato diagnosticato in età adulta e di cui in pochi – probabilmente – erano a conoscenza in quegli anni.

Winkler ha raccontato come tale condizione gli abbia provocato numerose difficoltà. Ad esempio, durante l’infanzia, la famiglia dell’attore non comprendeva il suo disturbo dell’apprendimento e anzi metteva in ridicolo la sua difficoltà nella lettura e nella comprensione.

Ho scoperto di essere gravemente dislessico solo all’età di trentuno anni. Per tutti gli anni precedenti, ero il ragazzo che non sapeva leggere, non sapeva scrivere, non sapeva nemmeno iniziare a fare algebra o geometria e nemmeno l’aritmetica di base”, ha scritto nella sua autobiografia sottolinenando l’importanza di sensibilizzare su argomenti del genere.

Anche nel bel mezzo di Happy Days, all’apice della mia fama e del mio successo, mi sentivo imbarazzato, inadeguato. Ogni lunedì, alle dieci, facevamo una lettura a tavolino della sceneggiatura di quella settimana, e a ogni lettura perdevo il punto o mi bloccavo. Lasciavo fuori una parola, una riga. Non riuscivo mai a dare l’attacco giusto, il che avrebbe poi rovinato la battuta per la persona che faceva la scena con me. Oppure fissavo una parola, come ‘invincibile’, e non avevo idea di come pronunciarla o addirittura di come suonasse, ha raccontato.

Io e il mio cervello eravamo su due binari differenti. Nel frattempo gli altri attori aspettavano fissandomi: era umiliante e vergognoso. Tutti nel cast erano affettuosi e solidali, ma sentivo costantemente che li stavo deludendo. Chiedevo di avere prima le sceneggiature, in modo da poterle leggere più e più volte, il che ha messo ulteriore pressione sugli scrittori, che erano già sotto pressione ogni settimana, dovendo preparare ventiquattro sceneggiature in rapida successione. Tutto questo all’apice della mia fama e del mio successo, mentre interpretavo il ragazzo più figo del mondo”, ha proseguito Henry Winkler.

Henry Winkler e la diagnosi di dislessia: dalla rabbia alla sensibilizzazione

Henry Winkler, la dislessia: "Vergogna su set di Happy Days"

La diagnosi che ha aperto gli occhi a Henry Winkler sulla sua condizione è arrivata quasi per caso. Quando al suo figliastro Jed, figlio di sua moglie Stacey Weitzman, è stato diagnosticato lo stesso disturbo, l’attore di Happy Days ha finalmente capito che il suo problema aveva un nome.

Ero così dannatamente arrabbiato – ha scritto Winkler – tutta l’infelicità che avevo attraversato era stata inutile. Tutte le urla, tutte le umiliazioni, tutte le discussioni urlanti in casa mia mentre crescevo, per niente… Era genetico. Non era il modo in cui avevo deciso di essere. E poi sono passato dal provare questa rabbia enorme a combatterla”.

L’attore, infatti, si è impegnato sin da subito per sensibilizzare su questo argomento, per evitare a chi è affetto da dislessia di vivere nella condizione di inadeguatezza che ha caratterizzato la sua giovinezza. L’attore ha scritto due libri per bambini, Here’s Hank e Hank Zipzer, the World’s Greatest Underachiever, il cui protagonista, Hank Zipzer appunto, è un bimbo di nove anni che soffre proprio dislessia.

Leggi anche: Chi è Jenna Ortega, l’attrice che interpreta Mercoledì nell’omonima serie Netflix

spot_img

Correlati

Sanremo, Carlo Conti alla conduzione del Festival con Pieraccioni e Panariello?

Nodo Sanremo 2025. La Rai non ha ancora ufficializzato il nuovo conduttore al posto...

Piero Chiambretti: “Torno in Rai con un nuovo programma. Mia madre? Mi manca molto”

Piero Chiambretti si racconta a Belve, programma condotto da Francesca Fagnani durante l'ultima puntata...

Franco Di Mare, la Rai dopo la puntata di Che Tempo Che Fa: “Esprimiamo tutta la nostra vicinanza umana”

Il giornalista, conduttore televisivo ed ex direttore di Rai 3 Franco Di Mare ha...
Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
spot_img