Chi è Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo: “Buste piene di contanti”

Eva Kaili è un'ex giornalista, la più giovane eletta nel partito Pasok. L'ex vicepresidente del Parlamento europeo è stata arrestata nell'inchiesta sulla corruzione del Qatar.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Il nome dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili è stato associato a una vicenda di presunta corruzione che ha coinvolto altri quattro deputati, Tarabella, Arena, Bartolo e Cozzolino. Le accuse per tutti sono corruzione, criminalità organizzata e riciclaggio di denaro. Secondo l’inchiesta un Paese del Golfo, e nello specifico il Qatar, avrebbe tentato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo versando ingenti somme di denaro.

Nello specifico la stampa ha riportato che presso il domicilio della politica la polizia ha invenuto sacchi di banconote per un totale di 600.000 euro in contanti. Le perquisizioni sono avvenute, da parte della Procura federale belga, anche negli uffici del parlamento europeo a Bruxelles.

In seguito all’arresto Eva Kaili è stata espulsa prima dal suo partito, il PASOK (Movimento socialista panellenico), e poi dal suo gruppo europarlamentare. Intanto l’Autorità antiriciclaggio greca ha bloccato i beni della famiglia dell’ex vicepresidente. Fermato anche il compagno nello stesso filone d’inchiesta, il milanese Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare di Antonio Panzeri nella scorsa legislatura, con il quale ha una figlia.

Eva Kaili da giornalista a volto del Movimento socialista greco

eva kaili

Eva Kaili è nata nel 1978 a Salonicco, in Grecia. Prima di intraprendere la carriera politica si laurea in architettura e entra nel mondo del giornalismo televisivo, divenendo volto popolare dell’emittente greca Mega Channel.

In Grecia svolge anche attività di consulenza per un gruppo di media e per l’Associazione dell’industria farmaceutica.

Nelle elezioni greche 2004 è stata scelta dai dirigenti del partito PASOK come volto da contrapporre a Eleni Rapti, deputata di Salonicco per Néa Dimokratia, il partito conservatore. In quell’occasione non è andata bene perché Kaili è stata la prima dei non eletti nella seconda città della Grecia ma è riuscita poi a riscattarsi tre anni dopo, nel 2007, con l’elezione nel Parlamento ellenico con oltre centomila preferenze, divenendo di fatto una delle deputate più giovani.

Nel 2014 Eva Kaili ha fatto il suo ingresso nel Parlamento europeo. Ora, dopo il suo arresto per corruzione, la Kaili non solo è stata espulsa dal partito Pasok ma lo stesso segretario, Nikos Androulakis, ha deciso di prendere le distanze da lei. Se ne è distaccato fin dallo scorso settembre quando ha ricevuto avvisaglie dell’inchiesta, con la pubblicazione di alcune intercettazioni, anche se lui stesso è stato peraltro vittima di un tentativo di hackeraggio del suo smartphone, tale per cui i media hanno parlato di watergate greca.

Eva Kaili e il suo discorso sul Qatar

L’agenzia di stampa Agi ha riportato un intervento di Kaili a novembre in cui difendeva in Parlamento i progressi del Qatar:

Oggi i Mondiali in Qatar sono la prova, in realtà, di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo.

Io da sola ho detto che il Qatar è all’avanguardia nei diritti dei lavoratori.

Nonostante le sfide che persino le aziende europee stanno negando per far rispettare queste leggi, si sono impegnati in una visione per scelta e si sono aperti al mondo.

Tuttavia, alcuni qui stanno invitando per discriminarli. Li maltrattano e li accusano di corruzione chiunque parli con loro o si impegni nel confronto.

Ma comunque, prendono il loro gas. Tuttavia, hanno le loro aziende che guadagnano miliardi lì.

Addirittura la Kaili solleva la questione relativa alle accuse di corruzione nei confronti di chi parla a sostegno del Qatar, tacciandole come inopportune. Se però l’accusa di corruzione dovesse esser confermata con una sentenza questo discorso mostrerebbe tutta la sua inconsistenza.

Leggi anche: Chi è Heinrich Reuss, il principe di Turingia e fautore del golpe in Germania

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