Cristina Calzoni uccisa dal ragno violino: cosa non torna sulla sua morte?

Cristina Calzoni è stata morsa lo scorso anno due volte dal ragno violino per cui è stata male fino al decesso il 14 gennaio. Sorgono dubbi sul fatto che l'animale sia la causa della sua morte.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Cristina Calzoni, 46enne di Gabicce Mare, è deceduta improvvisamente davanti al compagno il 14 gennaio. Sul corpo della donna, morsa alla schiena lo scorso settembre da un ‘loxosceles rufescens’, noto come ragno violino, e poi la seconda volta a novembre, non è stata disposta l’autopsia.

Nei mesi scorsi è stata sottoposta a diverse terapie per risolvere le conseguenze di questi morsi, fino al decesso improvviso. Ciò nonostante molte circostanze sembrano incompatibili con il ragno violino, che in Europa ha causato finora la morte di una sola persona. Si tratta di una donna calabrese morta nel 2015 per una coagulazione intravascolare disseminata dopo un morso sul dito.

Spetta all’Azienda Sanitaria Regionale delle Marche, cha ha previsto solo un accertamento esterno del corpo, fare chiarezza sulla vicenda.

Cristina Calzoni: interrogativi aperti

Cristina Calzoni_

Cristina Calzoni è stata morsa due volte da un ragno violino nel gattile dove era solita recarsi per dar da mangiare ai randagi. Dopo il secondo attacco si era rivolta centro specializzato anti veleni di Bologna.

Un aspetto interessante è che l’identificazione dell’animale non è mai avvenuta. Inoltre il luogo dove si sono verificati i fatti, il punto sul corpo a distanza di due mesi, il morso indolore se non prima delle 24 ore e l’assenza di autopsia, spingono a mantenere un atteggiamento di cautela prima di colpevolizzare il ragno violino.

Si può parlare di morso di ragno violino solo se si è certi di aver riconosciuto l’aracnide in questione”, ha dichiarato Giorgio Ricci, Direttore del Centro Antiveleni dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, a Today. Della stessa opinione sembra essere Andrea Bonifazi, naturalista ed ecologo: “La sua identificazione non è immediata nemmeno per gli aracnologi che, per evitare di scambiarlo con alcune delle altre 1600 specie diffuse in Italia, hanno bisogno di osservarlo attentamente”.

La domanda che sorge però è la seguente: come avrebbe fatto Cristina Calzoni, a riconoscere che si trattava proprio di un ragno violino, visto che entrambe le volte ha ricevuto i morsi sulla schiena?

Ci si interroga inoltre sulle lesioni: “Le lesioni necrotiche, che al massimo possono estendersi in pochi centimetri, potrebbero anche intervenire ma non prima di due giorni. E solo in quest’eventualità molto rara, meno dell’1% dei casi evolve in sintomi simil-influenzali e una piccola febbre, curabile dal proprio medico” prosegue Ricci. Tali lesioni possono peggiorare se si hanno delle patologie pregresse. In questo caso ci si dovrebbe accertare se si è in regola con la vaccinazione antitetanica, concordando il trattamento con il proprio medico e con il centro anti veleni.

Cristina Calzoni pare che assumesse degli antidolorifici, che non avrebbero risolto le eventuali necrosi, di cui comunque non c’è traccia e che rappresentano la causa di eventuali complicazioni.

Leggi anche: Roma, donna di 41 anni trovata morta in un appartamento: indaga la Scientifica

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