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Comunità energetiche rinnovabili: le novità di inizio anno

Via libera alle comunità energetiche rinnovabili per la creazione di ecosistemi energetici autosufficienti e puliti.

comunità energetiche rinnovabili

Nuove norme e agevolazioni per le comunità energetiche rinnovabili con la nuova delibera dell’ARERA che contiene le norme per la produzione “in condivisione” dell’energia elettrica pulita, le indicazioni degli incentivi a essa associati e gli adempimenti del GSE.

Le novità della delibera

Recependo e di fatto rilanciando i decreti legislativi 199/21 e 210/21, la delibera ARERA 727 conferma i sostanziosi incentivi posti in essere nei documenti precedenti, soprattutto per le strutture che vogliono raggiungere i 5GW di potenza generativa.

La manovra, per altro, non grava sul bilancio pubblico nazionale, dal momento che gli incentivi, estesi anche ai gruppi di autoconsumatori collettivi, provengono direttamente dalle bollette dei contribuenti.

Anche i tempi di realizzazione delle opere necessarie sono stati estesi e allungati in modo da permettere a quanti più attori possibili l’avvio delle pratiche per la richiesta costitutiva di una comunità energetica.

CER – un nuovo attore economico ed energetico

Le comunità energetiche rinnovabili, note anche come CER, sono in sostanza libere associazioni di cittadini, società o imprese che, d’accordo con il comune o il municipio di zona, mettono insieme le strutture necessarie per produrre energia pulita destinata all’autoconsumo locale e alla cessione dell’eccedenza al GSE.

L’idea della prossimità della produzione non solo agevola le famiglie, le piccole medie imprese e le strutture pubbliche, ma dimezza anche i costi energetici dell’approvvigionamento, dell’importazione e del trasporto dell’elettricità.

Si possono distinguere:

  • comunità energetiche rinnovabili in senso stretto: aperte a tutti i consumatori di un determinato territorio. Non possono produrre – e quindi cedere al GSE – più del 30% della potenza totale degli aderenti
  • comunità energetiche dei cittadini: del tutto simili alle prime, non hanno scopi però finanziari di rivendita dell’energia.

In Italia, a maggio 2022 si contavano 35 comunità energetiche rinnovabili attive, 41 in fase progettuale e 24 in via di costituzione, ma secondo una stima del Politecnico di Milano entro la fine del decennio potrebbero costituirsene fino a 40mila, considerando che sono già più di 3500 i comuni inseriti in progetti di questo tipo.

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Prosumer individuali e autoconsumatori

Si delineano meglio anche le nuove figure del mercato energetico “individuali”, dove ognuno può contribuire singolarmente al beneficio della comunità:

  • autoconsumatori di energia rinnovabile a distanza con linea diretta: quando esiste in un’area specifica un’unica struttura produttrice collegata ad un’unità di consumo in modo diretto, a patto che la linea elettrica non superi i 10 km
  • autoconsumatori di energia rinnovabile a distanza con utilizzo della rete di distribuzione: quando impianti e unità di consumo sono plurimi, ma all’interno della stessa zona di mercato
  • utenti a distanza con utilizzo della rete di distribuzione: quando un produttore individuale di energia elettrica utilizza la rete di distribuzione per poterla utilizzare in luoghi distanti dal punto di produzione.

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La valorizzazione dell’autoconsumo

Il nuovo testo unico completa e semplifica il quadro normativo inerente la valorizzazione dell’autoconsumo, rispondendo in modo tempestivo e decisivo alle sfide della transizione energetica.

Nonostante lo scetticismo di molti a far concordare pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini, le comunità energetiche rinnovabili rappresentano un tassello fondamentale per un cambiamento radicale che aiuti le famiglie e le comunità stesse. Senza contare che il settore in via di sviluppo necessiterà anche di nuovi servizi e quindi nuovi impieghi e lavori, tutti finalizzati a un benessere più stabile e duraturo della collettività.

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Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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