Home Innovazione Green Zero emissioni, cosa significa veramente l’obiettivo da raggiungere entro il 2050

Zero emissioni, cosa significa veramente l’obiettivo da raggiungere entro il 2050

Il fatidico 2050 si avvicina e le strategie, i piani energetici, le reti internazionali si preparano a raggiungere l'obiettivo anti catastrofe: zero emissioni.

Zero emissioni, non si parla d’altro: per arginare la crisi energetica, per combattere i cambiamenti climatici, per non rischiare di arrivare al punto di non ritorno l’obiettivo è uno solo, come un mantra recitato a non finire, che coinvolge stati e nazioni globalmente.

Ma cosa significa davvero raggiungere zero emissioni? E come cambieranno le nostra abitudini a livello pratico?

Cosa vuol dire zero emissioni?

Si potrebbe immaginare lo scambio di anidride carbonica come una bilancia: zero emissioni significa equilibrare i due piatti costituiti da una parte dal quantitativo di gas serra prodotti e dall’altro quelli sottratti dall’atmosfera ogni anno.

Il che significa non immettere nell’aria anidride carbonica e altre sostanze nocive in un dato anno più di quante non ne vengano eliminate.

E, possibilmente, far pendere la bilancia dal secondo lato, perché bisogna recuperare il quantitativo di gas serra prodotti e non assorbiti negli ultimi 50 anni.

Leggi anche: 21 settembre 2021, Giornata Mondiale Zero Emissioni: ecco cosa fare per salvare la Terra

Un equilibrio precario

Dal momento che il nostro pianeta reagisce fortemente anche ai più piccoli cambiamenti del quantitativo di CO2, metano e gas serra nell’atmosfera, l’emissione di questi gas deve essere ridotto fintanto che l’equilibrio non sia finalmente ripristinato.

Quanto più tardi verrà raggiunto l’obiettivo delle zero emissioni tanto più negative saranno le conseguenze sull’ambiente.

Se non si procederà con metodo e fermezza verso l’arresto delle emissioni, i cambiamenti climatici non faranno altro che peggiorare, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza del genere umano.

Leggi anche: Cos’è il cambiamento climatico e come influenzerà la nostra e le future generazioni

La neutralità carbonica in soldoni

zero emissioni, bilancia

Zero emissioni quindi non significa propriamente che non si debba produrre anidride carbonica, non potrebbe essere altrimenti!

Persino il respiro, la fotosintesi, i processi naturali immettono nell’atmosfera piccoli quantitativi di gas, necessari a preservare il “guscio” che impedisce al calore derivante dai raggi solari di disperdersi nello spazio.

Occorre però mettere in atto dei processi che riducano l’eccesso già presente nell’atmosfera, per esempio piantando alberi e riforestando, oppure servendosi della tecnologia per ripulire l’aria, attraverso filtri e macchine appositamente progettate per eliminare i gas nocivi.

Leggi anche: Verso la COP26 di Glasgow: 197 paesi contro i cambiamenti climatici

L’urgenza del clima

Eliminare l’utilizzo dei combustibili fossili e avvalersi di politiche energetiche incentrate su risorse rinnovabili ed ecosostenibili è il primo passo verso l’obiettivo ratificato dall’Accordo di Parigi, ma la sfida non si ferma qui.

L’anidride carbonica, il principale responsabile dei cambiamenti climatici, resta nell’atmosfera a lungo, continuando a scaldare il pianeta anno dopo anno.

L’obiettivo finale deve quindi essere quello di riportare l’equilibrio ai livelli pre-cambiamenti climatici, impedendo l’aumento di temperatura oltre il fatidico 1,5°C individuato dagli esperti.

Cosa va fatto nell’immediato

Le misure attuate dai governi delle Nazioni Unite sono volte ad agire sin da subito, in modo che nella seconda metà di questo secolo si possa procedere all’assorbimento dei gas in eccesso.

La riduzione e l’eliminazione delle emissioni in questa decade, fino al 2030, sono inderogabili, a meno che non si voglia andare incontro alla catastrofe climatica.

I piani a lungo e medio termine sono stati stilati, ma è il tempo di attuazione ad essere il peggior nemico verso la neutralità carbonica.

Entro il 2030 secondo le proiezioni bisognerebbe tagliare del 50% le emissioni di gas serra.

Come si raggiunge l’obiettivo zero emissioni

La tecnologia c’è, le finanze anche, ma cosa bisogna fare quindi nell’immediato?

  • Rimpiazzare le centrali a carbone e a gas con quelle alimentate eda risorse rinnovabili più economiche, pulite e affidabili.
  • Aumentare i posti di lavoro e gli indirizzi universitari verso le discipline green.
  • Formare la manodopera specializzata in impianti eolici, solari e geotermici per poterne disporre largamente, a differenza di quanto succede oggi.
  • Promuovere programmi di sensibilizzazione a livello locale.
  • Attuare progetti cittadini e nazionali volti all’integrazione dell’energia pulita nella vita di tutti i giorni.
  • Intraprendere azioni su larga scala per il recupero e il ripristino dell’ambiente e del paesaggio.
  • Ridurre la deforestazione e destinare al verde vaste aree non urbanizzate.

Le nazioni più virtuose nella corsa verso il net zero emission

Più del 50% dei paesi responsabili delle emissioni di gas serra, compresi USA e Cina, i più grandi inquinatori del pianeta, hanno attualmente comunicato agli enti sovranazionali i target che si sono prefissati sia entro il 2030 che il 2050.

Tra le migliori proposte approvate per tempi di attuazione e vastità di programmi si annoverano la Gran Bretagna, la Danimarca, la Francia, la Nuova Zelanda, la Svezia e l’Ungaria.

Solo il Bhutan e il Suriname hanno già raggiunto l’obiettivo, anche a causa della scarsa densità di popolazione dei due paesi e del modesto livello di industrializzazione.

Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
Exit mobile version