Critico d’arte, politico, saggista, personaggio televisivo e opinionista: tutto questo è Vittorio Sgarbi. Un uomo dalla personalità eclettica e spigolosa, noto ai più per la sua irascibilità, per quel non avere peli sulla lingua che lo caratterizza e che più volte l’ha reso protagonista di scontri ai limiti del grottesco.
Per Sgarbi non esistono mezze misure: l’obiettivo ultimo è l’annientamento dialettico dell’avversario e lo “sputar fuori” la propria verità, non importa a quale prezzo. E nemmeno quanto quella verità sia impopolare o scomoda. Basti pensare alle parole spese giusto pochi giorni fa su Chiara Ferragni, definita “una vecchia befana che, a fianco di un rincoglionito, propone delle cose per scemi”.
Lo scorso 8 maggio, Vittorio Sgarbi ha compiuto 70 anni e, proprio in occasione di tale anniversario, ripercorriamo le tappe salienti della vita e della storia familiare di questo personaggio sospeso tra elogi e critiche, tra litigi e riflessioni, tra genio e follia.
Vittorio Sgarbi: l’infanzia e il rapporto difficile con la madre Rita Cavallini
Vittorio Sgarbi è nato a Ferrara l’8 maggio 1952 dai farmacisti Giuseppe Sgarbi e Rita Cavallini. Il padre, scomparso nel 2018, era anche uno scrittore, mentre la madre, venuta a mancare nel 2015, era la sorella del critico letterario Bruno Cavallini.
Ospite del programma “Io e Te” di Pierluigi Diaco, Vittorio Sgarbi ha parlato a lungo della sua infanzia e adolescenza, soffermandosi in modo particolare sulla figura della madre, una donna sicura e autorevole, dalla quale avrebbe ereditato quel forte temperamento che tutti ben conosciamo.
Ha detto in merito: “La mia adolescenza è stata bella ma tormentata da mia madre. Nel rapporto tra mia madre e mio padre, mia madre era il maschio, aveva un forte temperamento. Probabilmente sarei diventato omosessuale se è vero che una madre terribile determina una reazione contro la figura femminile. […] Una volta mia madre mi ha rimproverato per una settimana perché ho perso 50 lire davanti casa. Era una donna molto forte”.
Gli studi e la pagella del liceo
Al liceo, Sgarbi non era il più brillante degli alunni, o meglio: eccelleva soltanto nelle materie di suo interesse. Durante un’ospitata, era stata proprio la madre Rita Cavallini a leggere la sua pagella, all’interno della quale le sufficienze risicate in latino, greco e matematica (con un preoccupante 5 in fisica), si alternavano agli ottimi voti in storia, filosofia e italiano (disciplina, quest’ultima, in cui toccava il 10).
Dopo il diploma, Sgarbi si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Bologna e ha poi conseguito il perfezionamento in Storia dell’Arte (passione che gli è stata trasmessa dai genitori).
La relazione poliamorosa con Sabrina Colle
Per quel che riguarda la vita sentimentale, da più di vent’anni (dal 1998) Vittorio Sgarbi è legato sentimentalmente all’attrice e modella Sabrina Colle: si tratterebbe di un’unione aperta che entrambi approvano. I due non si sono mai sposati e, per stessa ammissione della donna, non avrebbero più rapporti sessuali da anni.
In un’intervista per Libero, Sabrina Colle aveva parlato della relazione poliamorosa con Vittorio Sgarbi e aveva detto: “Ci scherziamo, l’ho visto con tante donne differenti. Ma il tradimento, per me, è altro: quello di un amico, storie di sentimento, dire ‘ti amo’ quando non è vero, le doppie vite”.
Le relazioni con Elenoire Casalegno e Marina Ripa di Meana
Che Vittorio Sgarbi abbia il mito del Don Giovanni è innegabile e, in passato, alcune sue relazioni sono finite nel mirino del gossip, due su tutte: quella con Elenoire Casalegno e quella con Marina Ripa di Meana.
Sulla prima aveva detto nel 2019 in un’intervista a Raffaella Carrà: “È durata poco, per un tempo breve. Elenoire si è fatta riconoscere. Per me c’è stato un palcoscenico e lei è apparsa al mondo, una meraviglia. Come Venere che sorge dalle acque. Potevo fare il suo agente più che il suo amante. Poi si è coperta di tatuaggi e io ho aperto una polemica con lei, che era una bellezza pura”.
Riguardo la relazione con Marina Ripa di Meana aveva dichiarato a Novella 2000: “Io e lei sembravamo una coppia letteraria, un libro vivente. Giravamo per il mondo con amiche alternative, anche pornostar, i fotografi ci riprendevano, non ci nascondevamo, per noi era come se non ci fossero stati, eravamo assolutamente naturali nella nostra trasgressione sincera, mai ipocrita, ma senza ostentazione”.
Vittorio Sgarbi e i tre figli
Vittorio Sgarbi è anche padre di tre figli, due femmine e un maschio. Il maggiore è Carlo, oggi 32enne, avuto dalla stilista Patrizia Brenner (deceduta nel 2002), la cui paternità gli è stata attribuita nel 2011 dalla Corte d’appello di Ancona. Il ragazzo ha la stessa passione del padre per il giornalismo e per la politica, anche se durante un’intervista ha affermato di non avere contatti con Sgarbi e di avere con lui un mero rapporto di convenienza.
Dopo Carlo, c’è Alba, 22 anni, nata dall’unione con una cantante lirica albanese. Il riconoscimento della giovane da parte di Sgarbi c’è stato solo a seguito della morte della madre, anche perché il critico d’arte è venuto a conoscenza di avere una figlia quando Alba era ormai adolescente. Oggi Alba studia a Elettronica a Tirana: Sgarbi l’ha sempre sostenuta negli studi e si dice molto fiero di lei.
L’ultima figlia, la più piccola, è la 21enne Evelina, avuta con una ricca donna torinese. La ragazza ha col padre un rapporto forte e sincero ed ha ereditato la sua stessa passione per l’arte.
Stando a quanto riportato da Sgarbi stesso in un’ospitata da Nicola Porro, la madre Rita Cavallini storceva il naso ogni volta che lui decideva di riconoscere un figlio, a causa del rifiuto di definirsi e vedersi come “nonna”.
La paternità secondo Vittorio Sgarbi
Il rapporto di Vittorio Sgarbi con la paternità è sempre stato piuttosto complesso. In un’intervista al Corriere della Sera ha detto in merito:
Che io sia un padre maledetto è una leggenda. Io sono un padre preterintenzionale. Tuttavia, posso solo compiacermi che i figli siano nati. Alle madri, ho sempre detto: dovete comunque farli, io sono per la vita. Tuttavia, se li avessi voluti, avrei seguito i principi di mio papà: mi sarei sposato in chiesa, li avrei battezzati e non mi sarei mai separato. Invece, la mia libertà è di non avere né famiglia né figli.
Accade che i figli nascano e qui ho scelto un altro principio fondante della mia visione: che i figli sono delle madri. Io non rivendico e non chiedo nulla e queste donne hanno avuto da me ciò che desideravano: diventare mamme. Questo mi ha reso partecipe di un’armonia del mondo. Nella mia visione, poi, che qui è Ottocentesca, il padre deve esistere per contribuire utilmente ai figli, attraverso una casa e del danaro. E io, fra cause legali e mia volontà – a seconda dei diversi figli e situazioni – ho sempre contribuito.
Non ho ingombrato le loro vite con la mia presenza oppressiva. In questa logica di personalità prevalente, non ho fatto nulla e i figli sono venuti benissimo. In particolare mi compiaccio della ragazza albanese. L’ho sempre apprezzata, per carattere, timidezza, educazione e per le sue capacità, dato che ha vinto il concorso in Bocconi dove si laurea.
L’altra, Evelina, è molto sveglia, molto furba, ma un po’ irritante perché ha un temperamento simile al mio. Si è iscritta a Design e Architettura e ha ottenuto, da me, l’appartamento a Torino e il computer più costosi del mondo. Sostanzialmente, sa farsi valere. Devo dire che mi sta molto simpatica. E, come vede, il padre serve: elargisco emolumenti mensili a due figli. Col maschio, ho chiuso il rapporto di dipendenza ai suoi 30 anni.
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