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Una nuova rivoluzione in Iran. Cosa sta succedendo

Sono passati dieci giorni, ma In Iran le proteste non sembrano fermarsi. Tra le strade di Teheran scorre una rabbia antica: ripercorriamo i fili che hanno scatenato la miccia.

C’è una nuova rivoluzione in Iran, che potrebbe chiamarsi “dei capelli”. Le donne sono scese in piazza, soprattutto le più giovani. Protestano, fanno sentire la loro voce, sono arrabbiate. Le strade di Teheran hanno fame di giustizia perché una sorella è stata strappata alla vita. È per questo motivo che loro, le ragazze iraniane, si strappano via i capelli.

Mahsa Amini, curdo-iraniana, 22 anni. È deceduta il 16 settembre dopo l’arresto da parte della polizia della morale. Domenica scorsa un’altra sorella è stata uccisa: si chiamava Haith Najafi e ha pagato col sangue le sue proteste. Facciamo un passo indietro e riprendiamo il filo degli avvenimenti.

Rivoluzione in Iran: cosa sta succedendo

In Iran la rivolta prosegue ormai da dieci giorni. Le tappe:

  • Mahsa Amini è deceduta in carcere a Teheran il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente il velo.
  • Da quella data le proteste hanno avuto inizio in diverse città e soprattutto nel Kurdistan iraniano, la regione da cui proveniva Mahsa Amini.
  • Ufficialmente le persone uccise sono 41 (57 secondo l’organizzazione per i diritti umani Iran Human Rights).
  • La repressione è stata durissima. Gli arresti sono centinaia.
  • I manifestanti si sono scontrati contro le forze dell’ordine e il regime, impersonato da Ali Khamenei, Guida suprema dell’Iran.
  • Le donne hanno protestato anche attraverso gesti simbolici come togliere il velo e tagliare i capelli.
  • Domenica un’altra donna è stata uccisa durante le proteste. Si pensava che fosse “la ragazza della coda”, protagonista di un video diventato virale che inquadrava una ragazza senza hijab nell’atto di legarsi i capelli prima di partecipare alla rivolta. In seguito, però, la BBC ha smentito la notizia.
rivoluzione in Iran

Rivoluzione in Iran: un passo nella storia

Nel 1979 una rivoluzione cambiò le sorti dell’Iran, rovesciando la dinastia Pahlavi e acclamando l’ayatollah Ruollah Komeini. Così il Paese divenne una Repubblica Islamica, una teocrazia: secondo la Costituzione iraniana le leggi devono basarsi su principi islamici e gli ulema hanno il compito di verificarne il rispetto.

Michelle Foucault riconosceva la portata della fede nella rivoluzione in Iran, scrivendo sul Corriere della Sera che essa era “forza reale”, capace di “far sollevare un popolo non solo contro il sovrano e la sua polizia, ma contro tutto un regime, tutto un modo di vivere, tutto un mondo”.

Siegmund Ginzberg, invece, guardava negli eleganti veli di quella corposa affluenza femminile alle manifestazioni contro lo Scià un simbolo di nuova libertà: al fine di perseguire quest’ultima “le donne in jeans di Teheran” decisero di tornare “a coprirsi la testa col velo delle loro avole”, scriveva su L’Unità.

Rivoluzione in Iran: le proteste oggi

Di tutt’altra natura, dunque, sono le proteste di queste settimane. Ora le donne non si coprono la testa, ma buttano via il velo e tagliano i capelli. Nonostante il sangue, Ebrahim Raisi, presidente iraniano ultraconservatore, sembra determinato a continuare con la repressione.

Allo stesso tempo, questa rivolta degli anni Venti del Duemila, non è solo delle donne. La miccia che ha innescato la rivoluzione in Iran, ha risvegliato una rabbia antica. Le manifestazioni sono anche un grido di giustizia le discriminazioni che il regime ha esercitato negli anni contro la minoranza curda.

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