Strasburgo, Internet va a fuoco: nella notte grave incendio paralizza il datacenter OVH

Nella notte il palazzo di cinque piani del datacenter OVH, leader francese del cloud, è andato a fuoco, mandando offline migliaia di siti in tutto il mondo.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Incendio al datacenter OVH, leader francese del cloud. Nella notte tra il 9 e il 10 marzo nel campus dell’azienda è scoppiato un incendio che ha coinvolto uno dei quattro edifici principali, l’Sbg2.

Un palazzo di cinque piani avvolto completamente dalle fiamme.

Fortunatamente l’intervento dei soccorritori ha limitato i danni, se così si può dire. Da questa notte, infatti, decine di migliaia di siti in tutto il mondo sono andati offline. Riferisce Octave Klaba, il fondatore di OVH:

L’intero sito è stato isolato e questo impatta su tutti i servizi ospitati da Sgb1-4.

Raccomandiamo (ai clienti) di attivare il vostro piano per il ripristino di emergenza.

Non ci sono feriti, anche se ancora “non è stato possibile controllare le fiamme in Sbg2” riferisce Klaba. Tre dipendenti sono stati invece medicati dai soccorritori, ma non sono gravi.

La prefettura, si legge su Quotidiano.net, tuttavia ha segnalato il rischio di una contaminazione da piombo a causa dei materiali che compongono l’equipaggiamento andato a fuoco.

Incendio nel datacenter OVH, sono decine di migliaia i siti offline

OVH è tra le aziende leader nei settori del cloud. La sua sede è a Roubaix, Francia.

Il datacenter di OVH ospita gli applicativi di circa 1.5 milioni di clienti in tuto il mondo: 32 data center in 19 paesi, con profitti per oltre 500 milioni di euro e una crescita annua del 20%. E, notizia di qualche giorno fa, OVH ha attivato le procedure per far ingresso nella borsa di Parigi.

Purtroppo, questa notte un importante incendio ne ha compromesso il lavoro e preoccupa l’apparente assenza di una ridondanza, cioè una struttura di protezione dei server che garantisca l’erogazione del servizio anche qualora un impianto diventi inaccessibile, come in questo caso.

Eventuali violazioni, in primis l’indisponibilità dei dati personali dei clienti, verranno verificate dal Cnil, l’organo francese per la protezione dei dati personali appunto. Ha spiegato Giovanni Battista Gallus, avvocato esperto di temi digitale a Wired:

L’episodio può riguardare qualunque cliente di OVH, che dovrà ora valutare quale sia la portata del danno e dell’eventuale disservizio cagionato ai propri clienti.

Domato l’incendio nel datacenter OVH, cosa dicono i primi sopralluoghi

Una squadra di oltre cento pompieri ha lavorato tutta la notte per domare l’incendio. E se da una parte l’indisponibilità dei dati potrebbe portare significare problemi per l’azienda francese, dall’altra arrivano le prime buone notizie.

Infatti, mentre questa mattina il presidente Klaba dichiarava che l’accesso al sito era limitato e di conseguenza gli impianti “Sgb1, Sgb3 e Sgb4 non verranno riattivati oggi”, l’amministratore delegato d’azienda intorno alle 12 ha fatto sapere che invece “tutti i server in Sgb3 sono ok. Sono spenti ma non impattati”.

Ciò potrebbe consentire un ripristino più veloce di quanto si era pensato in precedenza. Intanto l’azienda lavora senza sosta per correre ai ripari. Segue l’amministratore:

Abbiamo creato un piano per far ripartire i server in Sgb3 e connetterli alla rete.

Anche l’impianto Sgb1 non ha riscontrato danni significativi.

Leggi anche: “Aggiornate subito Google Chrome”: scoperta una falla nella sicurezza

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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