Stop alle pellicce: la California è il primo stato fur-free

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Il governatore della California, Gavin Newsom, ha approvato una legge che vieta la vendita, l’acquisto e la fabbricazione di prodotti in pelliccia di animali. A partire dal 2023, dunque, scatteranno le sanzioni contro chi trasgredisce il divieto, con multe salatissime che vanno dai 500 dollari per ogni capo commercializzato agli oltre 1000 in caso di recidiva. Unica eccezione, i prodotti in pelliccia usati per motivi tribali o religiosi.

La legge si ascrive in un più ampio disegno legislativo che ha interdetto la cattura di animali da pelliccia nello stato con tagliole e trappole. West Hollywood, Berkeley, Los Angeles e San Francisco sono state le capofila tra le città che già da anni hanno messo in atto divieti simili. Ora la legge farà della California il primo stato al mondo fur-free.

In una nota Newsom ha dichiarato:

La California è leader in materia di benessere degli animali. Oggi questa leadership include anche il divieto di vendere pellicce. Ma stiamo facendo molto di più. Stiamo dichiarando al mondo che i bellissimi animali selvatici, come orsi e tigri, non possono più aver posto sui fili del trapezio o nei cerchi di fuoco dei circhi.

Il governatore ha infatti vietato anche l’uso della maggior parte degli animali nei circhi, oltre al divieto di caccia al trofeo, amatissimi in America.

Anche le case di moda abbandonano i capi in pelliccia

Più di 50 milioni di animali all’anno vengono uccisi per la loro pelliccia in modo violento. Quelli allevati per lo stesso scopo sono maltrattati e vivono in gabbie in condizioni insostenibili. Gli stessi allevamenti inquinano l’atmosfera e le acque a causa dell’uso ingente di agenti chimici. Inoltre, per produrre un singolo capo, le risorse energetiche consumate sono enormi. Per questi motivi, di natura etica ed ecologista, molti tra i grandi marchi di moda come Gucci, John Galliano, Stella McCartney Versace, Michael Kors, Calvin Klein, Tommy Hilfiger e Giorgio Armani hanno bandito le pellicce dalle loro collezioni.

La generazione dei Millennials ha accolto la decisione delle case di moda in modo entusiastico: sì quindi all’eco-pelliccia e ai prodotti che rispettano l’ambiente, abbandonando ogni crudeltà nei confronti degli animali.

Una vittoria storica per gli animali

Per decenni l’organizzazione PETA – People for Ethical Tratment of Animals –  si è battuta contro la crudeltà del commercio di pellicce, manifestando in piazza, interrompendo o rovinando sfilate di moda e conducendo campagne mediatiche. Con queste azioni PETA è riuscita a salvare migliaia di animali da torture indicibili.

Kitty Block, CEO e presidente di Humane Società degli Stati Uniti, ha dichiarato:

Gli attivisti per i diritti degli animali sono felici della legge. Le firme ottenute sottolineano il fatto che i consumatori di oggi non vogliono che gli animali selvatici soffrano estreme sofferenze e paura per il bene della moda. Ci auguriamo che più città e stati seguano l’esempio della California e che i pochi marchi e rivenditori che vendono ancora pellicce diano un’occhiata più da vicino ad alternative innovative che non implichino la crudeltà verso gli animali.

Le critiche non sono mancate, soprattutto dal Fur Information Council e dagli allevatori che temono il posto di lavoro e la riconversione delle fabbriche.

Stop alle pellicce

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Un modello da esportare anche negli altri stati: il caso del Regno Unito

I sostenitori internazionali sperano che il divieto della California spinga altri paesi come il Regno Unito a intraprendere azioni simili. L’allevamento di animali da pelliccia è già stato vietato in Inghilterra nel 2000, ma è ancora consentita l’importazione di prodotti in pelliccia da altri paesi. L’Italia detiene il triste primato tra i paesi che esportano pellicce, per un totale di oltre 82 milioni di sterline di capi.

Ora è il momento per il Regno Unito di unirsi ai pionieri per chiudere i mercati di questo settore crudele e obsoleto. Abbiamo vietato l’allevamento di pellicce qui due decenni fa per essere disumane, ma ora consentiamo l’importazione di decine di milioni di chili di pelliccia; esternalizzando efficacemente la crudeltà abbiamo svolto solo metà del lavoro.

Così ha scritto Claire Bass, direttore esecutivo dell’Humane Society International / UK, in un post sul blog. Secondo Humane Society International, oltre 100 milioni di animali in tutto il mondo vengono uccisi per la loro pelliccia e l’industria della pelliccia negli Stati Uniti valeva $ 1,5 miliardi di dollari nel 2014.

La nota positiva è che anche Paesi come Germania, Austria, Croazia, Norvegia e Repubblica Ceca hanno iniziato a vietare nei loro territori gli allevamenti di animali da pelliccia.

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California sempre più green

Lo stato della California, il più popoloso dell’Unione, rappresenta l’avanguardia dell’innovazione in campo ecologico e ambientalista. Scontrandosi direttamente con Washington, ad esempio, la sola Los Angeles ha rivendicato la sua indipendenza per le politiche ambientali, promuovendo una serie di riforme in vista dell’obiettivo di sviluppo sostenibile nell’agenda dell’ONU. Entro il 2030 mira a ridurre l’inquinamento causato dalle automobili fino al 40% sotto i livelli del 1990. Una feroce campagna antismog ha fatto sì che il mercato delle auto elettriche si sia impennato.

Non solo. La California, che ricava già circa un terzo della sua elettricità da fonti rinnovabili, intende arrivare a produrre il 100% di corrente elettrica green entro il 2045.

Afferma Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club, la più grande ed antica associazione ambientalista americana:

Questo è un momento cruciale per la California, gli Stati Uniti ed il mondo. Mentre Trump ignora la crisi climatica, la California alimenterà milioni di case ed attività commerciali con energia pulita entro il 2045, se non prima. I numerosi incendi e le temperature record raggiunte nell’ultimo periodo hanno dimostrato che non possiamo più perdere tempo per affrontare la crisi climatica. E la soluzione è rappresentata dal passaggio all’energia pulita che avvierà una nuova era di prosperità e salute per tutta la popolazione. Oggi la California ha dimostrato che l’indipendenza totale dai combustibili fossili è possibile.

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di Enrica Vigliano

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