Home Storie Stefano Gheller: “Non voglio più morire, ora sogno New York”

Stefano Gheller: “Non voglio più morire, ora sogno New York”

Stefano Gheller in mezzo ai suoi paesaggi.

Dal desiderio di farla finita alla voglia di ricominciare: la storia di Stefano Gheller è fatta di dolore, consapevolezza e determinazione. Costretto su una sedia a rotelle da una distrofia facio-scapolo-omerale ─ malattia che ha colpito anche diversi membri della sua famiglia ─ lo scorso novembre Stefano aveva contattato la clinica Dignitas, in Svizzera, per ricorrere a un suicidio assistito.

Lo avevo deciso dopo che i ladri avevano tentato di entrarmi in casa mentre io ero dentro, da solo, e mi sono accorto di quanto fossi vulnerabile e di come le cose non sarebbero mai migliorate.

E invece qualcosa è cambiato. Convivere con una malattia degenerativa non è semplice. Stefano ha potuto avere una visione del suo futuro nelle condizioni della madre 70enne: non potrà più parlare, muoversi o mangiare da solo. Egli stesso è accudito da una badante per poter svolgere le sue mansioni quotidiane. Eppure non desidera più farla finita. Leggi anche: “I SOGNI NON VANNO RIMANDATI”, DAL TUMORE AL VIAGGIO INTORNO AL MONDO

Centinaia di amicizie, virtuali e non, gli hanno ridato la voglia di vivere

Il suo cambio di rotta è derivato dalla risposta che ha ricevuto dopo aver raccontato la sua storia sul Giornale di Vicenza, evidenziandone le difficoltà e sfogandosi con quel pubblico invisibile che, di lì a poco, lo avrebbe sommerso di messaggi di supporto. Ben 1500 persone gli hanno offerto la loro amicizia, alcuni lo hanno invitato a pranzo, altri ad andare insieme a un concerto. Molti di loro sono poi diventati amici in carne e ossa e non solo virtuali. Questo ha dato a Stefano la spinta di cui aveva bisogno per ripartire. Il primo passo è stato rispolverare qualche vecchio sogno: andare a New York, incontrare la popstar Madonna, assistere a un concerto del suo artista preferito. Tutte queste piccole battaglie saranno documentate quotidianamente sulla pagina Facebook “La vita di Stefano Gheller”, dalla quale partirà una raccolta fondi per finanziare il suo viaggio nella grande mela. Leggi anche: DIRITTO A MORIRE, STORICA SENTENZA DELLA CONSULTA SUL CASO DJ FABO

Essere determinati restando consapevoli, il segreto per non mollare

Tuttavia, nella sua grande resilienza, Stefano conserva una consapevolezza che gli permette di restare in contatto con la realtà pur continuando a sperare:

Non ho cambiato idea sul diritto al suicidio assistito, ma ho accantonato quel pensiero: se riesco a vivere con dignità, vivere è molto meglio che morire. Prendo una pensione di invalidità di 290 euro, l’accompagnamento di 550 euro, la reversibilità di mio padre di 200 euro, e la Regione Veneto mi dà 800 euro per la badante, che non copre un’assistenza h24. La mia fidanzata, 5 anni fa, mi aveva chiesto di sposarla. Avevo comprato l’abito, le bomboniere, mandato le partecipazioni. Poi ci ha ripensato. La capisco, ma ho preferito allontanarla.

Per adesso Stefano percorre la sua strada. Di vita ce n’è ancora, e ora non deve più affrontarla da solo. Leggi anche: “SONO AMPUTATO, MA IL RESTO DEL MIO CORPO È SANO”, LA STORIA DI GIACOMO PERINI di Marianna Chiuchiolo

Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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