Stato di emergenza fino al 31 marzo: la Lega frena. Cosa cambierebbe con un “no”?

Lo stato d'emergenza non scadrà il 31 dicembre, ma verrà prorogato al 31 marzo: questa sarebbe l'intenzione del Premier Mario Draghi. Domani, forse, si riunirà il Cdm per deliberare, mentre la maggioranza si spacca. Ma quali sarebbero le conseguenze di un "no"?

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
spot_img

Lo stato d’emergenza probabilmente non scadrà il 31 dicembre, ma verrà prorogato al 31 marzo: questa sarebbe l’intenzione del Premier Mario Draghi, che avrebbe più che altro il fine di lanciare un segnale preciso sulle priorità del Paese in merito alla pandemia. Domani dovrebbe riunirsi il Cdm per decidere in merito.

La decisione appare ormai inevitabile ed è stata accolta con favore dal segretario dem Enrico Letta, che ha affermato come il momento sia maturo per pensare a una proroga. Dello stesso avviso anche il leader pentastellato Giuseppe Conte, che ha detto: “Appare chiaro che rispetto alla curva epidemiologica e a una variante che appare molto contagiosa ci sembra necessario pervenire a una proroga”.

Stato di emergenza verso la proroga: la Lega temporeggia

Stato di emergenza verso la proroga: la Lega temporeggia

Ormai è consuetudine: la maggioranza si spacca su ogni decisione cruciale e la proroga dello stato di emergenza non fa eccezione. Così, mentre Pd e M5S annuiscono, la Lega temporeggia, con Salvini che ha detto durante una conferenza stampa: “Aspettiamo i dati, siamo al 13 dicembre e aspettiamo di confrontarci con sindaci e governatori, non do giudizi a priori ma io sono assolutamente fiducioso e ottimista”.

Di fatto, il regime speciale dello “stato di emergenza”, creato per fermare la pandemia, è prorogabile fino al 31 gennaio 2021, come stabilito dalla legge varata durante il Conte 2. Prorogarlo di due/tre mesi, fino al 31 marzo, significherebbe dover fare una nuova legge, chiamando in causa il Parlamento.

Stato di emergenza: che succcede in caso di “sì” alla proroga

Se la proroga fosse confermata, lo stato di emergenza proseguirebbe con tutte le sue conseguenze: il Governo potrebbe ricorrere ai Dpcm, decreti che non necessitano dell’approvazione parlamentare. Oltre a ciò, le Regioni sarebbero libere di continuare a firmare ordinanze e rimarrebbe in vita la cabina di regia alla quale partecipano, appunto, i governatori.

Continuerebbero a lavorare anche tutti quegli organismi creati appositamente per far fronte al virus: il Commissario straordinario e il Cts. Infine, non cambierebbero le regole sullo smart working o sulle procedure sulle restrizioni.

Cosa cambierebbe se la proroga non passasse

Tuttavia, anche se la proroga non passasse, si potranno continuare ad utilizzare tutti gli strumenti emergenziali del caso: lo ha spiegato al Corriere della Sera Barbara Randazzo, docente di diritto pubblico all’Università Statale di Milano. Ha detto: “Serviranno semmai appositi decreti legge, che sono misure d’urgenza per loro natura”. La Costituzione all’art.77, infatti, consente di intervenire anche senza proroga: sarà comunque possibile per il Governo continuare a stabilire i colori delle regioni, decidere per il vaccino obbligatorio o per lo smartworking.

L’unico provvedimento a fare eccezione sarebbe l’imposizione di un lockdown generalizzato, per il quale invece è necessario lo stato di emergenza. Stando alle parole di Francesco Clementi, docente di diritto pubblico comparato all’Università di Perugia, i rischi di un “no” alla proroga sarebbero enormi: “Senza una copertura giuridica adeguata, una fonte di legittimazione a monte, prendere iniziative da parte del governo sarebbe molto complesso. Inoltre, i decreti dopo due mesi scadono, devono essere convertiti in legge, sorgerebbero dei rischi”.

Leggi anche: Chi sono i super immuni al Covid e perché non si ammalano

spot_img

Correlati

Stellantis, approvato il maxi stipendio del CEO Carlos Tavares: quanto guadagnerà al giorno

Il 70,2% degli azionisti di Stellantis, nata dalla fusione di PSA e Fiat-Chrysler, ha...

Zelensky dopo gli attacchi iraniani avanza una proposta agli alleati occidentali

Dopo l'attacco dell'Iran contro Israele, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avanzato una specifica...

Israele chiede all’ONU tutte le sanzioni possibili per l’Iran: qual è stata la risposta?

Secondo il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, il Medio Oriente si trova attualmente "sull'orlo...
Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
spot_img