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Russia: “Dialogo aperto e riservato con Vaticano”

Pare che tra Russia e Vaticano si sia aperto un dialogo segreto. La Santa Sede, oltre a promuovere la pace è anche interessata alla situazione umanitaria.

Sarebbe in atto, da parte della Russia, un dialogo con il Vaticano. “Manteniamo un dialogo aperto e riservato su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria” avrebbe dichiarato il direttore di un dipartimento degli Esteri russo, Paramonov.

Mosca quindi accoglie positivamente gli sforzi di mediazione nel conflitto russo-ucraino da parte della Santa Sede. Pur trattandosi di un segnale importante in un momento di blocco tra i negoziati, è abbastanza ripetitivo e le parole utilizzate sono ben calibrate, senza sbilanciarsi troppo.

Inoltre il dialogo sembra rivolto soprattutto alle questioni umanitarie, tant’è che lo stesso Vaticano non si fa illusioni che possa influenzare l’andamento della guerra.

Russia: “Il dialogo con il Vaticano prosegue”

Vaticano_papa francesco e putin

Paramonov, come scrive Il Corriere della Sera riportando le parole dell’Agenzia RIA Novosti, ha poi specificato che la posizione del Vaticano è rimasta la stessa dall’inizio del conflitto:

La dirigenza vaticana ha dichiarato la propria disponibilità a dare ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e porre fine a ostilità in Ucraina.

Affermazioni confermate nella pratica.

Il direttore di un dipartimento degli Esteri russo ha poi voluto specificare come:

Tutte le iniziative della Santa Sede e di Papa Francesco che possono portare alla pace in Europa sono percepite con grande rispetto e, naturalmente, possono essere richieste se si presentano i presupposti appropriati.

Infine il diplomatico si è lamentato del comportamento degli ucraini, definendoli persone avulse a qualsiasi autorità, facendo intendere che per il momento i presupposti di pace non ci sono.

La posizione distensiva della Russia nei confronti del Vaticano pur non rappresentando un passo avanti verso la pace è sicuramente la conseguenza di un approvazione della maggior prudenza riscontrata nelle parole e nei gesti da parte del Papa e dei suoi collaboratori, come può essere l’aver accantonato per il momento il viaggio a Kiev o la rinuncia alla presenza russa al Rosario del 31 maggio.

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