Home Tips Quanto fa schifo il tuo Spotify? Te lo dice schietto un androide

Quanto fa schifo il tuo Spotify? Te lo dice schietto un androide

Sta spopolando il bot che ti dice senza pietà quanto sia brutta la tua playlist su Spotify

Vuoi sapere se i tuoi gusti musicali sono terribili? Ci “pensa” un androide a giudicarlo. È ormai virale tra gli utenti Spotify farsi cyberbullizzare da un bot che dice senza pietà quanto sia brutta la musica che ascoltano.

How bad is your Spotify?

How Bad Is Your Spotify?“, questo è il nome del bot che attraverso un sofisticato algoritmo analizza la playlist degli abbonati a Spotify, il popolarissimo servizio di streaming musicale, e riesce a stabilire se la musica che ascoltano sia decente o brutta, facendo anche un’accurata valutazione del perché.

I geni del male che hanno ideato questa diavoleria, messa al servizio della pubblicazione digitale “The Pudding”, si chiamano Mike Lacher e Matt Daniels. È la loro intelligenza umana ad aver addestrato l’intelligenza artificiale del robot digitale (bot), facendolo diventare un autorevole critico musicale in grado di stabilire se la colonna sonora della vita delle persone sia cool o di cattivo gusto.

Per i più coraggiosi tra gli abbonati a Spotify disposti a farsi mettere alla gogna, sottoporsi all’inconfutabile giudizio dello spietato androide è facile come accedere all’account. Basta aspettare che il bot scansioni con sistematico sadismo la lista delle loro canzoni preferite calpestando le loro emozioni ed il gioco è fatto.

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La pagella spietata

Esempio di giudizio del bot sulla playlist dell’utente di Spotify

Senza ipocrisie e senza addolcire la pillola, “How bad is your Spotify?” consegna la pagella con i voti espressi in giudizi direttamente sullo schermo del telefono, del tablet o del PC.

“Ascolti troppo queste canzoni”, “Riesci a sopportare questi artisti in un modo che mette a disagio”, “La maggior parte della tua musica è spazzatura”: la ghigliottina del bot arriva puntuale e spietata ma non manca di una divertente ironia, soprattutto nelle sue chiose del tipo “Questo è tutto. Ho finito. Ho bisogno di andarmi a sedere e restare in silenzio per un minuto”. Il prendersi in giro e lo stare al gioco è infatti il punto vincente di questa geniale creazione che sembra voler insegnare la leggerezza.

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