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Processo George Floyd: Derek Chauvin rischia 40 anni per omicidio di secondo grado

Fra i principali temi della seconda settimana di processo, l'uso di forza letale da parte di Chauvin e la testimonianza del medico che ha eseguito l'autopsia Andrew Baker.

Il processo George Floyd, per stabilire le dinamiche della morte del ragazzo è cominciato lo scorso 29 marzo a Minneapolis nella contea di Hennepin, in Minnesota.

Nel processo George Floyd l’unico imputato, al momento è Derek Chauvin, uno dei poliziotti incriminati per la morte di Floyd, l’uomo afroamericano ucciso il 25 maggio del 2020 durante un arresto avvenuto sempre a Minneapolis.

Quello di Floyd si tratta di uno dei casi di più alto profilo contro la polizia violenta dal 1991, ovvero da quando l’afroamericano Rodney King fu brutalmente picchiato da quattro agenti a Los Angeles. 

Le accuse che la difesa muove contro Derek Chauvin sono di omicidio involontario di secondo grado, omicidio colposo e omicidio di terzo grado. L’esito del processo è molto atteso dall’opinione pubblica americana e internazionale, poiché la morte di George Floyd un anno fa aveva generato proteste e violenza nelle strade americane.

Manifestazione che miravano a respingere le discriminazioni razziali e le violenze subite dalla popolazione afroamericana negli Stati Uniti da parte della polizia e non solo, infiammando il grido di protesta in tutto il mondo al suono di Black Lives Matter.

Processo George Floyd: La ricostruzione dell’accusa

Processo George Floyd: La ricostruzione dell'accusa

I video che hanno fornito le testimonianze dell’arresto e della morte di Floyd sono stati girati dalle telecamere di sorveglianza e dai passanti. Le immagini mostravano Chauvin premere con il ginocchio sul collo di Floyd per più di otto minuti: anche dopo che Floyd aveva perso coscienza, gli agenti non lo avevano soccorso.

L’agente Derek Chauvin avrebbe continuato a fare pressione con il proprio ginocchio sul collo di George Floyd anche in seguito alla perdita di coscienza di quest’ultimo. L’ambulanza per i soccorsi sarebbe arrivata ben 20 minuti dopo l’intervento della polizia. Floyd è stato dichiarato morto poco dopo essere stato portato in ospedale.

La prima autopsia sul corpo di Floyd aveva stabilito che la sua morte fosse stata dettata da un omicidio e “che il cuore e i polmoni dell’uomo avevano smesso di funzionare mentre veniva tenuto fermo dalla polizia“.

L’esame autoptico aveva inoltre fatto emergere che George Floyd, non solo soffrisse di problemi cardiovascolari, ma che al al momento dell’arresto che ha segnato la sua morte, Floyd avesse assunto metanfetamine e fentanyl (un medicinale oppioide con le stesse finalità della morfina ma molto più potente) prima della morte.

L’autopsia aveva quindi indicato come causa del decesso “un arresto cardiopolmonare avvenuto come complicazione del blocco, della sottomissione e della compressione del collo da parte delle forze dell’ordine”.

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Processo George Floyd: le dichiarazioni della prima settimana di udienze

Benjamin Crump, uno degli avvocati rappresentanti la famiglia Floyd aveva dichiarato in precedenza all’inizio della prima udienza processuale, il 29 marzo, che:

Questo assassinio non è un caso difficile da giudicare – riferendosi alle immagini che vedono tristemente protagonista, George Floyd il cui collo viene schiacciato sotto il peso del poliziotto Derek Chauvin.

I can’t breathe ( non riesco a respirare), la frase pronunciata più volte da Floyd prima di morire

Il procuratore che rappresenta l’accusa, in apertura del processo, ha detto:

Chauvin ha tradito il suo distintivo, il suo giuramento di proteggere i cittadini e di usare compassione nell’esercizio delle sue funzioni.

Ha fatto ricorso a un uso eccessivo e irragionevole della forza contro un uomo che non costituiva alcuna minaccia. Per questo non può essere considerato innocente.

L’avvocato difensore di Chauvin invece ha chiesto:

Mettiamo la politica da parte in questo processo

La prima accusa, quella di omicidio involontario di secondo grado, prevede una pena detentiva fino a 40 anni di reclusione, mentre per l’omicidio colposo la pena massima è di 10 anni. L’omicidio di terzo grado prevede invece una pena di 25 anni.

Quest’ultimo è il reato che secondo l’accusa potrebbe risultare più facile da provare.

Processo George Floyd: le testimonianze della seconda settimana di processo

Lo stato del Minnesota contro Derek Chauvin nel processo per la morte di George Floyd ha concluso venerdì scorso la seconda settimana di udienze, il processo avrà la durata di circa un mese.

La corte ha tentato di fare chiarezza su due concetti cardine: le cause della morte di George Floyd e la letalità della presa immobilizzante utilizzata da Chauvin.

Le testimonianze principali, nella seconda settimana, hanno visto protagonisti membri del personale medico e di polizia che, attraverso le loro conoscenze tecniche, hanno fornito spiegazioni alla corte dal banco dei testimoni. La rabbia della prima settimana di udienze, ha lasciato posto a un’analisi delle dinamiche molto più lucida e razionale, per cercare di fare più chiarezza possibile.

La testimonianza di Andrew Baker, il medico che ha svolto l’autopsia

Andrew Baker è stato l’uomo la cui testimonianza era più attesa. Medico legale della Contea di Hennepin, l’uomo che ha eseguito l’autopsia sul corpo di George Floyd, e che aveva constatato sulla salma la morte per omicidio. Nella giornata di venerdì 9, Baker è comparso come testimone davanti alla corte e ha confermato le cause della morte di George Floyd:

Arresto cardiopolmonare complicato dall’azione di sottomissione, costrizione e compressione del collo operato dalle forze dell’ordine.

Baker, fra le altre cose avrebbe scoperto che George Floyd soffriva di cardiopatia ipertensiva, cioè una condizione che avrebbe reso il suo cuore più grande, con rispetto alle dimensioni normali.

Chi soffre di questa patologia necessita di più ossigeno per far funzionare il cuore e, per Baker, l’adrenalina causata dalla colluttazione e l’ostruzione del collo provocata dal ginocchio di Chauvin:

Sono state più di quanto Mr. Floyd potesse sopportare in virtù delle sue condizioni cardiache

Una delle dichiarazioni forse più inaspettate è arrivata però la prima settimana di udienze ed è arrivata proprio dal capo delle polizia di Minneapolis Medaria Arradondo:

Derek Chauvin ha violato le politiche del dipartimento della polizia utilizzando la mossa di costrizione su George Floyd, non è qualcosa che insegniamo.

Chauvin si sarebbe dovuto fermare quando Floyd smise di opporre resistenza all’arresto.

Processo George Floyd: a che punto siamo?

Nonostante le nuove prove sull’utilizzo di fentanyl fornite da McKenzie Anderson e Breahna Giles, entrambi scienziati forensi per il Bureau of Criminal Apprehension e sulla concentrazione di droga nel sangue di Floyd, la difesa non è riuscita ad arginare le testimonianze fiume di Arradondo e Baker, i due testimoni chiave della settimana.

Le evidenze a favore dell’omicidio e della cattiva condotta di Chauvin pongono fine a una settimana processuale svoltasi all’insegna delle analisi tecniche tramite la voce di esperti, laddove la prima aveva dato ampio spazio alle emozioni.

Nota a pie di pagina: i medi americani hanno riportato, nella giornata di ieri che la polizia di Minneapolis ha sparato e ucciso un ventenne afroamericano, Daunte Wright, in un centro periferico della città Brooklyn Center e l’episodio ha innescato nuove proteste contro le forze dell’ordine, proprio mentre nella città è in corso il processo contro l’agente Derek Chauvin.

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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