Privacy nel mirino sui social network

Federica Tuseo
Federica Tuseohttp://ildigitale.it
Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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Dopo il crollo in borsa, dopo le scuse a mezzo stampa e dopo aver perso ben 14 miliardi di dollari, Facebook, il colosso americano del web e il suo fondatore Mark Zuckerberg ricevono l’ultimatum da Bruxelles. A breve il giovane californiano dovrà chiarire alcuni dei molti punti oscuri dello scandalo sulla raccolta dei dati di 50 milioni di utenti finiti, per il tramite del ricercatore Aleksandr Kogan, nelle mani degli spin doctor di Cambridge Analytica. La vicenda è ormai nota anche se un po’ contorta. In poche parole: una quantità mastodontica di dati di utenti mappati dall’applicazione “thisisyourdigitallife” sono passati alla società di marketing online Cambridge Analytica che, a sua volta, li avrebbe condivisi con interlocutori russi e vicini a Trump favorendo, in qualche modo, la vittoria di quest’ultimo alle elezioni presidenziali americane del 2016. Non è di certo qualcosa di nuovo o impensabile che in politica, in particolar modo durante periodi critici come quelli di votazioni, spesso i giochi di potere si sono basati sull’utilizzo di mezzi leciti e borderline per assicurarsi trionfi elettorali. Il difetto, in questo caso, fa riferimento alle responsabilità di Facebook che avrebbe dovuto sospendere e sanzionare Cambridge Analytica, per aver violato i termini d’uso del social media. Colpevole di aver condiviso con società terze i dati che vengono raccolti sugli utenti, la “bufera” scatenata da questa società di consulenza politica ha inesorabilmente travolto il social network più diffuso e più influente al mondo, provocando una catastrofe reputazionale ed economica senza precedenti. Proteggere la propria identità digitale è il vero obiettivo Tanti altri dettagli sul “datagate” chiarirebbero ancor meglio la vicenda e sicuramente altre novità, frutto delle varie udienze, porteranno alla luce nuove prospettive e certezze. Quello che conta è però una riflessione sul nostro ruolo sociale online. La nostra è l’epoca della connessione perenne, il tempo in cui ogni nostro acquisto, ogni nostro post, like o contenuto condiviso, lascia una traccia indelebile. Tutto ciò che scriviamo e visualizziamo contribuisce in un certo senso a definire un nostro identikit, dando agli altri un messaggio sul nostro status sociale. Vivere online implica il fatto che ogni nostra scelta se donata al web, diventi automaticamente un dato visibile da un pubblico potenzialmente senza confini, privo di controllo sociale e potenzialmente manipolabile da chiunque. Un esempio di ciò sono gli option leader, soggetti capaci di studiare le nostre azioni online e guidare le nostre preferenze future, da casi innocui come consigli sugli acquisti a casi più preoccupanti, come incidere sulle scelte politiche del singolo. Il caso Cambridge Analytica è solo uno spunto attuale per parlare di quanto spesso, ed erroneamente, si sottovaluta il web, percependo la realtà virtuale come un qualcosa di astratto e privo di conseguenze concrete. Sicuramente scandali come quello che si trovano ad affrontare Zuckerberg e i suoi, all’indomani del caso Cambridge Analytica, sono spunti utili alla per la costruzione di una cittadinanza digitale responsabile, in grado di non arrendersi passivamente a qualunque stimolo gli venga proposto. Privacy e cambiamenti della piattaforma Facebook Per rendere concrete le parole espresse da Zuckerberg nella sua lettera di scuse, i vicepresidenti Erin Egan ed Ashlie Beringer hanno condiviso un post che annuncia l’introduzione di nuovi e migliori strumenti per garantire la privacy degli utenti. Queste nuove procedure faciliteranno la gestione dei dati personali dei propri utenti, in particolare:

  • Si semplifica la gestione dei dati personali: sarà più facile trovare e gestire i dati sulla privacy, diventerà più intuitiva anche la procedura per verificare quali dati sono nelle mani di Facebook per scaricarli o, se si desidera, cancellarli.
  • Ridisegnato il menù per la privacy: non si tratta di nuovi servizi, quanto di opzioni finora poco visibili. Se prima le impostazioni erano sparse in diverse sezioni, adesso saranno raggruppate in un unico “luogo digitale” riservato alle “Informazioni personali”, con un design più pulito e quindi più facile da leggere.
  • Possibile cancellare i vecchi post: Tra le novità più significative c’è la sezione “Access Your Information“, in cui l’utente si troverà davanti a una schermata con accesso diretto ai contenuti, divisi per tipologia (ad esempio post, commenti, eventi, gruppi). Entrando si potrà esplorare ciò che è visibile su Facebook e decidere di cancellarlo dalla propria timeline o dal profilo.

Si partirà da questi pochi ma necessari step per una condivisione più consapevole dei propri dati personali. Anche se la battaglia sulla privacy si prospetta ancora molto lunga e complessa. Federica Tuseo

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