Home Attualità News Peste suina: scontro tra autorità e animalisti sull’abbattimento dei cinghiali

Peste suina: scontro tra autorità e animalisti sull’abbattimento dei cinghiali

Accanto a chi ritiene che l'uccisione dei cinghiali sia il miglior modo per ostacolare il diffondersi della peste suina, c'è anche chi è pronto a battersi contro l'abbattimento di questi animali.

Tutto è nato dalla scoperta di un nuovo cinghiale infetto investito da un tir sulla Salaria, nella zona di Borgo Velino. A quel punto Alessio D’Amato, l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, aveva fatto sapere che i casi di peste suina fossero saliti “a quindici, quattordici nell’area perimetrata romana e uno a Rieti a Borgo Velino”.

Le attività di monitoraggio e di controllo proseguono, mentre è stata decisa la zona rossa anche nel reatino, nell’area compresa tra i Comuni di Cittaducale, Antrodoco, Borgo Velino, Micigliano e Castel Sant’Angelo.

Peste suina, l’allarme Coldiretti e la protesta dei lavoratori

Peste suina, l'allarme Coldiretti e la protesta dei lavoratori

La peste suina ha scatenato una ventata di proteste nei giorni scorsi, specie dopo l’allarme lanciato da Coldiretti, secondo cui l’epidemia metterebbe a rischio 20 miliardi di euro in salumi e decine di migliaia di posti di lavoro.

Tanto che, qualche giorno fa, un nutrito gruppo di allevatori, agricoltori e cittadini si è riunito a Roma per protestare contro la presenza incontrollata di cinghiali, descritta da Ettore Prandini, presidente di una delle associazioni del settore, come “una calamità che diffonde la peste suina, distrugge raccolti, aggredisce gli animali e causa incidenti stradali con morti e feriti”.

Per questo Prandini ha sottolineato: “Serve responsabilità delle istituzioni per un intervento immediato e capillare di limitazione effettiva della popolazione dei cinghiali con abbattimenti in tutta Italia, la mancata azione di prevenzione oggi non permette più alcun rinvio”.

Costa: “Necessario valutare il prolungamento dell’attività venatoria”

A quanto pare, il piano di eradicazione della peste suina, che prevede pure “abbattimenti selettivi di cinghiali”, sarebbe in dirittura di arrivo ed è stato concordato dal Ministero della Salute-Ispra e dalle Regioni interessate.

Già il sottosegretario alla Salute Andrea Costa aveva scritto su Twitter: “Fondamentale ridurre l’eccessiva presenza di cinghiali sul territorio, necessario valutare il prolungamento dell’attività venatoria per ridurne il numero. Tuteliamo gli agricoltori e gli allevatori, auspico che si arrivi a una sintesi all’interno del Governo”. Poi, Costa aveva sottolineato: “Oggi la densità dei cinghiali in alcune zone d’Italia è di cinque volte superiore rispetto alla sopportabilità dell’ecosistema”.

La petizione per fermare l’abattimento dei cinghiali

Parallelamente a chi ritiene che l’uccisione dei cinghiali sia il miglior modo per ostacolare il diffondersi della peste suina, c’è pure una schiera di cittadini pronta a lottare contro l’abbattimento di questi animali. Ad esempio, la LAV (Lega Anti-Vivisezione) ha lanciato alcune proposte alternative per risolvere il dilagare della peste suina, come la sterilizzazione dei cinghiali, una migliore gestione dei rifiuti e recinzioni elettrificate per i campi.

Tra l’altro, sono state lanciate pure alcune petizioni per evitare l’abbattimento dei cinghiali. Tra queste, c’è quella di Firmiamo.it, in cui si legge: “Un modo concreto per aiutarci è firmare questa petizione ed obbligare chi di dovere a fermare questa inutile strage. Gli abbattimenti, infatti, oltre che crudeli, potrebbero rivelarsi assolutamente controproducenti”. Qui il link per accedere alla petizione.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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