Su un treno di ritorno dal vostro ultimo viaggio, guardando fuori dal finestrino, che siate appassionati avventurieri o semplici turisti della domenica, sicuramente inizierete ad immaginare quale sarà la prossima meta. Quale modo migliore per evitare la malinconia che colpisce coloro che vanno verso casa, se non pensare ad una futura fuga verso l’ignoto? Sarebbe un’idea insensata ritornare in un luogo che avete già ampiamente esplorato, che conoscete o dove magari avete vissuto per un breve periodo. Uno spreco di tempo e risorse perché, come affermano in molti, “Il mondo è talmente grande che non spenderei mai i miei soldi per fare lo stesso viaggio”. In fondo, se ci pensate bene la parte migliore della vacanza, secondo questi soggetti, è la scoperta di tutto ciò che è nuovo: ci si guarda intorno con una curiosità tipica di ogni prima volta. Si è colti da un senso di smarrimento e allo stesso tempo di meraviglia, tutte sensazioni che difficilmente capita di provare nei luoghi che avete già visitato. Eppure, ai tanti membri del club “non ci tornerei, ci sono già stato”, si contrappongono altrettanti viaggiatori che tornano ripetutamente negli stessi Paesi già più volte visitati. I motivi che spingono a replicare l’esperienza sono molteplici, probabilmente leggendoli potreste decidere di cambiare la vostra prospettiva e passare al club avversario dell’“è sempre bello tornare”.
Tornare per sentirsi a casa
“Una delle mie specialità è pianificare le cosiddette Ancestral Destination Adventures: durante questi viaggi i membri di una famiglia allargata ritornano in una città o in una nazione diverse volte, anche se non hanno più conoscenti nel paese d’origine. Una cliente è andata in Irlanda per far visita alla fattoria dei suoi antenati. Ha incontrato gli attuali abitanti che hanno trascorso qualche ora insieme a lei e a sua figlia, raccontando loro ciò che sapevano sui precedenti proprietari. L’esperienza le è piaciuta così tanto che è ritornata in Irlanda per visitare altri luoghi legati alla sua storia familiare.”
Le emozioni che una terra suscita spesso sono causate dalla bellezza unica di quel luogo. Sporgersi sul Grand Canyon, passeggiare sugli Champs Élysées, godere della flora e la fauna esotica della Foresta Amazzonica – sono momenti nel tempo di cui siete protagonisti e spesso attimi preziosi che vorreste poter rivivere tante altre volte. La bellezza è determinata da vari elementi, fra cui i sapori, i colori e i profumi di quel preciso luogo. Altre volte sono anche l’arte, il valore storico e culturale di un posto che non smettono mai di affascinare, perciò ogni visita è come se fosse la prima. Il bello di ritornare è anche quello di ritrovarsi con le persone conosciute quando si è partiti la prima volta. Sono loro a rendere le esperienze sempre migliori e a garantire l’effetto familiarità. Uscire dalla zona di comfort fa sempre un po’ paura e, come spiega Nancy Schretter, viaggiatrice e guida turistica statunitense, “tornare in un posto che sai adorerai nuovamente ha qualcosa di speciale. Se un luogo vi rende felici, continuerete sempre a farvi ritorno”. In più, i luoghi familiari danno una sensazione di sicurezza per cui anche pianificare il viaggio sarà meno stressante e più veloce. Tuttavia, attenzione a non confondere la familiarità con la prevedibilità. Il poter tornare nei luoghi e ripetere determinate escursioni già fatte, prenotare lo stesso albergo, conoscere già la strada ad occhi chiusi è sinonimo di relax ma non di banale routine. Inoltre, “alcuni resort o complessi turistici si fanno in quattro per gli ospiti affezionati. Conoscono le loro preferenze, cosa amano, e lo staff si impegna al massimo per farli sentire speciali. Sono compresi anche vantaggi extra”, dice la Schretter.
Viaggiare negli stessi posti per vederli con occhi diversi