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Papa Francesco, arriva l’autobiografia: dall’infanzia coi nonni italiani ai dettagli sulle dimissioni

Verrà pubblicata a breve l'autobiografia di Papa Francesco in cui ripercorre i suoi 87 anni, dall'infanzia ai primi amori, rivelando anche cosa ne pensa delle sue dimissioni.

Uscirà il 19 marzo sia in Europa sia in America l’autobiografia di Papa Francesco, intitolata Life. La mia storia nella Storia scritta in prima persona assieme a Fabio Marchese Ragona, vaticanista di Mediaset nonché suo amico.

Il Pontefice si racconta, ripercorrendo i suoi 87 anni di vita, dall’infanzia ai suoi primi amori, dall’esilio alla sua elezione, affrontando anche il tema della pandemia: “Quando in Vaticano arrivò la prima dose, io mi prenotai subito e poi feci anche i richiami e, grazie a Dio, non fui mai contagiato”.

Il “Corriere della Sera” ha pubblicato in anteprima alcuni estratti dal libro in cui non manca nemmeno il chiaro punto di vista di Papa Francesco a proposito delle sue dimissioni: “Non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico […] Non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia. Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma, grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare”.

Papa Francesco, i nonni paterni e l’amore per l’Italia

Jorge Maria Bergoglio ha origini italiane da parte di padre. Suo nonno Giovanni e sua nonna Rosa, astigiani, sono stati fondamentali per la sua formazione tanto che, come ha rivelato lo stesso Pontefice: “Il piemontese è stata la mia prima lingua madre”.

I suoi nonni avrebbero dovuto imbarcarsi per l’Argentina nel 1927 dal Porto di Genova, ma Giovanni Bergoglio ha dovuto rimandare il viaggio a causa di ristrettezze economiche e la nave che li avrebbe portati in America del Sud è poi affondata durante il viaggio.

I Bergoglio sono poi riusciti a partire due anni dopo nel febbraio 1929 e il Papa racconta: Dopo due settimane arrivarono in Argentina e furono accolti all’Hotel de Inmigrantes, un centro d’accoglienza per migranti non troppo diverso da quelli di cui sentiamo parlare oggi“.

Papa Francesco è nato in Argentina, ma ha sempre mantenuto vivo il legame con l’Italia, specialmente attraverso il cinema: “I miei genitori mi portavano nel cinema di quartiere a vedere i film del dopoguerra. Li ho visti tutti. Ricordo in particolare Roma città aperta, anche Paisà o Germania anno zero. Il film che ho amato di più è La strada”.

Dalla prima fidanzata alla vocazione

Papa Francesco parla anche del suo rapporto con l’amore e della prima fidanzata che lavorava nel mondo del cinema per seguire poi la strada della Chiesa: “In seminario ebbi anche una piccola sbandata. Avevo già avuto una fidanzata in passato, una ragazza che lavorava nel mondo del cinema e che in seguito si è sposata e ha avuto dei figli. Questa volta invece mi trovavo al matrimonio di uno dei miei zii e rimasi abbagliato da una ragazza. […] Per una settimana ebbi la sua immagine sempre nella mente e mi fu difficile riuscire a pregare! Poi per fortuna passò, e dedicai anima e corpo alla mia vocazione”.

Dall’esilio all’elezione: Jorge Mario Bergoglio diventa Papa Francesco

Prima di diventare Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio è stato, fin da giovanissimo, capo dei gesuiti argentini, ma è poi caduto in disgrazia e inviato in esilio per punizione a Cordoba. Quello è stato un periodo di purificazione: “Ero molto chiuso in me in quel periodo. Mettersi al servizio dei più fragili, dei più poveri, degli ultimi è ciò che ogni uomo di Dio, soprattutto se sta ai vertici della Chiesa, dovrebbe fare, essere pastori con addosso l’odore delle pecore. A Cordoba ho riflettuto sugli commessi per via del mio atteggiamento autoritario, tanto da esser stato accusato di essere ultraconservatore.

Terminato l’esilio, Jorge Mario Bergoglio è diventato vescovo ausiliare di Buenos Aires, arcivescovo, cardinale e poi viene eletto come Papa Francesco nel 2013, dopo le dimissioni di Benedetto XVI e nel libro affronta anche il rapporto avuto con il suo predecessore, rimanendo amareggiato per le polemiche sorte negli ultimi anni: Mi ha addolorato vedere, negli anni, come la sua figura di Papa emerito sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa. […] le polemiche in dieci anni non son mancate e hanno fatto male a entrambi”.

La posizione sugli aborti e gli omosessuali

Papa Francesco affronta altri due temi, quello dell’aborto e quello degli omosessuali. A proposito del primo rivela: “Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte. È una sconfitta per chi lo pratica e per chi si rende complice. È fondamentale difendere e promuovere sempre l’obiezione di coscienza”. Apre, invece, alle unioni civili:

Immagino una Chiesa madre, che abbracci e accolga tutti, anche chi si sente sbagliato e chi in passato è stato giudicato da noi.

Penso alle persone omosessuali o transessuali che cercano il Signore e che invece sono state respinte o cacciate, è giusto che vivono il dono dell’amore e che possano avere una copertura legale come tutti.

Gesù andava spesso incontro alle persone che vivevano ai margini, ed è quello che la Chiesa dovrebbe fare oggi con le persone della comunità LGBTQ+, che all’interno della Chiesa sono spesso marginalizzate, farle sentire a casa, soprattutto quelle che hanno ricevuto il battesimo e sono a tutti gli effetti parte del popolo di Dio.

Chi non ha ricevuto il battesimo e desidera riceverlo, o chi desidera fare da padrino o madrina, per favore, che sia accolto.

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Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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