I vaccini anti Covid attuali funzionano contro la malattia grave e la morte ma la loro efficacia scende nel caso di malattie sintomatiche. Per questo l’Organizzazione mondiale della sanità è intervenuta mettendo in risalto la necessità di aggiornare quanto prima i vaccini per evitare l’insorgere di una nuova pandemia. E lo ha fatto dopo la chiusura, da parte della stessa Organizzazione, dello stato di emergenza. Spiega l’Oms:
La protezione contro la malattia sintomatica è limitata e meno duratura e sono necessarie nuove formulazioni dei vaccini per migliorare la protezione.
Quanto è necessario aggiornare i vaccini: la parola degli esperti
Secondo alcuni esperti statunitensi, consultati dalla Casa Bianca, il rischio di un ritorno del virus nei prossimi due anni sarebbe concreto, soprattutto a causa delle nuove varianti. Anche se non siamo più in una situazione di emergenza il virus non è scomparso e in futuro c’è il rischio che ritorni più aggressivo di oggi, attraverso nuove mutazioni potenzialmente evasive rispetto ai vaccini. Da qui si evince come sia necessario intervenire aggiornando i vaccini.
Anche dopo i casi di vaccinazione e infezione resta, in tutto il mondo, un’elevata sieroprevalenza nella popolazione. Spiegano gli esperti, che si verificano molti contagi anche tra chi è vaccinato o ha già avuto il Covid:
I profili immunologici contro il Sars-CoV-2 sono altamente eterogenei.
Le nuove varianti Covid in circolazione discendono da XBB.1 e sono Kraken, Arturo e Bythos. Si tratta di lignaggi molto immunolesivi, soprattutto Kraken che ha evidenziato finora “la maggiore entità di evasione immunitaria dagli anticorpi neutralizzanti”.
Come saranno i nuovi vaccini contro il Covid
Da uno studio della Central Clinical School (Monash University di Melbourne), pubblicato sulla rivista Immunity, la durata dei vaccini dipende dalla loro capacità di stimolare la risposta immunitaria, che si identifica con dei marcatori di superficie che indicano la longevità degli anticorpi.
Alcuni marcatori avrebbero una probabilità maggiore di resistere e quindi nei vaccini offrirebbero una protezione più duratura. La ricerca ha fatto emergere come spesso queste cellule a lunga durata si trovino nei tessuti come il midollo osseo. “Su questi bersagli dobbiamo concentrarci”, spiega il team di ricerca guidato da David Tarlinton e Marcus Robinson.
Le raccomandazioni dell’Oms
Secondo il gruppo consuntivo dell’Oms le nuove formulazioni dovrebbero mirare a produrre risposte immunitarie contro le varianti XBB.1.5 o XBB.1.16, non includendo più il ceppo Covid originale, perché esso, sulla base dei dati, non circolerebbe più nell’uomo.
L’Fda terrà a giugno una riunione di esperti esterni per discutere sulla composizione dei ceppi dei vaccini per la fine dell’anno. I produttori, come Pfizer/BioNtech, Moderna e Novavavx dovranno aggiornarli, una volta selezionati i ceppi.
Il gruppo consuntivo ha poi dichiarato che i vaccini attualmente approvati continuano ad essere utilizzati, in conformità alle raccomandazioni dell’agenzia. A fine marzo l’Oms suggeriva che i bambini e gli adolescenti sani non avessero necessariamente bisogno di un’iniezione mentre i gruppi di anziani e ad alto rischio dovrebbero ricevere un richiamo tra i sei e i dodici mesi, dopo l’ultimo vaccino.
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