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Addio a Lea Vergine, la curatrice d’arte scompare un giorno dopo suo marito Enzo Mari

Il suo contributo nella rivalutazione dell’opera artistica femminile è stato prezioso e rivoluzionario. Lea Vergine muore a 82 anni, un giorno dopo la scomparsa del compagno di una vita, il designer Enzo Mari, per complicazione da Covid-19.

È venuta a mancare all’età di 82 anni Lea Vergine, un giorno dopo la scomparsa del compagno di una vita, il designer Enzo Mari. I due erano ricoverati insieme al San Raffaele di Milano e i loro decessi sarebbero da attribuire a complicazioni legate al virus Covid-19. La spiccata personalità di Lea e il suo sguardo sempre attento alla contemporaneità l’hanno resa una delle figure più all’avanguardia nel panorama femminile della critica dell’arte.

Lea Vergine, la body art e l’avanguardia femminile

Da sinistra, Lea Vergine e Enzo Mari, entrambi morti per complicazioni legati al virus Covid-19.

Lea Vergine è stata una delle figure di spicco della critica d’arte degli ultimi cinquant’anni. Nata a Napoli nel 1938, Lea Buoncristiano, per tutti Lea Vergine, ha contribuito alla rivalutazione dell’opera artistica femminile della prima metà XX secolo. Si è spesa tutta una vita per valorizzare il contributo delle donne nell’arte curando mostre, scritti e interventi, in un panorama culturale dominato da una radicata visione patriarcale della società. Celebre è il suo saggio del 1974 Il corpo come linguaggio, dedicato all’evoluzione della body art e ai linguaggi visivi d’avanguardia.

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Lea Vergine e l’arte del superfluo

Intere generazioni di donne si sono formate sugli scritti di Lea Vergine. Tra gli altri, si ricordano Body art e storie simili (2000, Skira), Ininterrotti transiti (2001, Rizzoli) e la sua ultima pubblicazione, L’arte non è faccenda di persone perbene. Conversazione con Chiara Gatti, sempre edito da Rizzoli nel 2016. E naturalmente, altro testo imprescindibile per la conoscenza dell’autrice è Necessario è solo il superfluo, uscito per Postmedia Books e Sartoria editoriale, a cura di Stefania Gaudiosi. Vale la pena ricordare qui uno dei passaggi della celebre intervista di Lea Vergine per Artribune, sulla sua idea di arte. Diceva Lea:

L’arte non è necessaria. È il superfluo. Quello che ci serve per essere un po’ felici o meno infelici è il superfluo. Non puoi utilizzarla, l’arte, nella vita. ‘Arte e vita’ sì, nel senso che ti ci dedichi a quella cosa, ma non è che l’arte ti possa aiutare. Costituisce un rifugio, una difesa. In questo senso è come una benzodiazepina.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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