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Maxi Ape Sociale, il nuovo elenco dei lavori gravosi: chi andrà in pensione a 63 anni

Maxi Ape sociale: molti lavoratori in prossimità di lasciare il lavoro potrebbero anticipare la pensione, di massimo 1.500 euro lordi al mese, a 63 anni con 36 di contributi. Stando a quanto stabilito dalla Commissione lavori gravosi, ecco chi rientrerebbe nella misura.

Adesso si parla di un maxi Ape Sociale. Tra i punti caldi del PNRR (Piano nazionale di rinascita e resilienza) c’è sicuramente quello della Riforma Pensioni 2022, che ha sancito lo stop di Quota 100 a fine 2021. Il 31 dicembre dovremo dunque dire addio alla misura fortemente voluta dalla Lega nel primo governo Conte, che prevedeva il pensionamento a 62 anni di età anagrafica e 38 di contributi. Se le cose rimanessero invariate rientrerebbe in vigore la legge Fornero, ma il Governo sta elaborando nuove strategie.

Nello specifico, l’esecutivo sta tentando di rendere strutturale l’Ape sociale, un’indennità ponte che consentirebbe a molti lavoratori in prossimità di lasciare il lavoro di anticipare la pensione, di massimo 1.500 euro lordi al mese, a 63 anni con 36 di contributi. Il requisito per poterlo fare sarebbe soltanto uno: aver svolto la mansione per sei anni negli ultimi sette o per sette anni negli ultimi 10. L’intento sarebbe pure quello di includere nello scivolo i lavoratori cd. fragili con 63 anni e 30 di contributi: l’obiettivo delle due Commissioni paritetiche sui lavori gravosi e sull’andamento della spesa previdenziale è proprio quello di costituire una diversificazione dell’età pensionabile in base alla gravosità delle mansioni.

Maxi Ape Sociale, scontro su Quota 100, Letta: “Riforma iniqua e costosa”. Salvini: “Quota 100 non si tocca”

Maxi Ape Sociale, scontro su Quota 100, Letta: "Riforma iniqua e costosa". Salvini: "Quota 100 non si tocca"

Il segretario dem Enrico Letta, ospite ieri a SkyTg24, su Quota 100 ha detto: “è un terreno su cui si sta lavorando e il Governo lavorerà. Io credo sia stata una riforma iniqua e costosa, ha impiegato soldi che potevamo dare a giovani per trovare il loro primo lavoro. Poi è iniqua perché all’80% ne hanno usufruito gli uomini, dunque discriminatoria per le donne”. Il leader del Pd, pensando poi a una soluzione alternativa, ha continuato: “Io credo che per il superamento di Quota 100 si debba partire dal concetto del lavoro usurante. Sono d’accordo che a 65 o 66 anni si vada in pensione prima, ma soprattutto se chi lavora deve stare su ponteggi, inseguire dei rapinatori o lavorare in condizioni usuranti”.

Mentre il leader della Lega Matteo Salvini difende la sua riforma e assicura che Quota 100 non si tocca, portare da 62 a 67 anni l’età pensionabile dal primo gennaio è impensabile dopo il Covid, se a sinistra qualcuno pensa di tornare alla legge Fornero, la Lega farà le barricate, 5 anni di vita non si rubano”.

Ma quelle di Salvini sarebbero solo fantasie, come sottolineato dalla presidente del gruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani: “Quota 100 sarà abolita col nuovo anno e Salvini lo sa bene, non vada in giro a ingannare cittadini ed elettori: la misura che lui ha voluto è stata un flop, come mostrano i numeri. Sono chiacchiere anche le barricate contro il ritorno della Fornero, su cui dobbiamo invece lavorare con Draghi per evitare l’ingiustizia dello scalone.

Il rischio scalone è più che concreto: di colpo, alla mezzanotte del 31 dicembre, ci sarebbe un aumento dei requisiti per il penisionamento di ben sei anni. E questo è uno scenario da evitare, anche se il compito non sarà semplice per Draghi. Una soluzione potrebbe essere un maxi Ape Sociale strutturale.

Maxi Ape sociale, mansioni usuranti passano da 65 a 203: chi andrà in pensione a 63 anni

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando l’ha ribadito: l’urgenza, adesso, è quella di trattare in modo diverso situazioni profondamente differenti tra loro. Proprio in questo senso, la Commissione istituzionale sui lavori gravosi ha ampliato la possibilità di accesso all’Ape sociale (l’Anticipo Pensionistico) da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni considerate pesanti, oltre ai lavoratori invalidi, caregiver o disoccupati. Si tratta di un maxi Ape sociale: centinaia di migliaia di lavoratori potrebbero accedere alla pensione a 63 anni di età e con almeno 36 di contributi, che diventano 30 per alcune categorie, come per gli impiegati nell’edilizia. Attualmente l’Ape sociale spetta a 15 categorie di lavoratori:

  • Gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • Conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • Conciatori di pelli e di pellicce;
  • Conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • Conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • Personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • Addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • Insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  • Facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • Operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
  • A queste 11 categorie previste dalla legge 232/2016 ne sono state aggiunte 4 con la legge 205 del 2017 ovvero:
  • Siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature;
  • Operai dell’agricoltura, della zootecnia e pesca;
  • Pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare dipendenti o soci di cooperative;
  • Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e acque interne.

Le nuove mansioni “gravose” individuate dalla Commissione ricalcolando con criteri scientifici gli indici statistici forniti da Inps, Inail e Istat (che valutano fatica fisica e psicosociale delle mansioni, gli infortuni e gli incidenti sul lavoro) sono 203 e, a breve, saranno sottoposte al vaglio del Governo. Tra queste, troviamo:

  • bidelli
  • badanti e colf
  • saldatori
  • tassisti
  • falegnami
  • valigiai
  • conduttori di autobus e tranvieri
  • benzinai
  • conduttori di macchinari in miniera
  • insegnanti delle scuole elementari
  • commessi
  • cassieri
  • operatori sanitari qualificati
  • magazzinieri
  • macellai
  • panettieri
  • portantini
  • verniciatori industriali
  • forestali

Adesso, toccherà al Ministero dell’Economia e del Lavoro stabilire quante nuove categorie includere.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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