Mascherine e guanti in mare: “40 mila kg di plastica in natura, è allarme ambientale”

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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L’uso quotidiano di mascherine e guanti ha sollevato la questione di come smaltire questi strumenti di protezione. Sono gettati un po’ ovunque, in giro per le strade e nei pressi dei supermercati e persino in mare. Comportamenti che mettono a rischio l’intera collettività, l’ambiente e che avvelenano il nostro mare. Questo dimostra che l’inciviltà dei cittadini non si ferma neanche di fronte ad una pandemia ed è allarme ambientale. Guanti e mascherine potrebbero finire in mare.

Tutti siamo responsabili

Secondo una stima del Politecnico di Torino, riportata dal Panda nazionale, durante la Fase 2 serviranno mensilmente 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti. Si tratta di un quantitativi assai elevati che necessitano di un forte senso di responsabilità da parte di chi ne fa uso. Ma bisogna fare molta attenzione che mascherine e guanti non finiscano in mare e non inquinino.

La catastrofica dispersione dell’ambiente

Sarà importante smaltire correttamente questi dispositivi di protezione perché, come conferma la Presidente del WWF Donatella Bianchi:

Se anche solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente e magari disperso in natura, questo si tradurrebbe in ben 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente. Considerando che il peso di ogni mascherina è di circa 4 grammi questo comporterebbe la dispersione di oltre 40mila chilogrammi di plastica in natura: uno scenario pericoloso che va disinnescato.

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Mascherine e guanti da smaltire

Molte istituzioni locali stanno scoraggiando i cittadini nel gettare i DPI nei cestini pubblici, presenti per le vie delle città, perché potrebbero essere contaminati dal virus Covid 19. L’Istituto superiore di sanità indica linee guida per organizzare la raccolta differenziata per chi è positivo al Covid, quindi in quarantena volontaria, ma anche per i non positivi.

Le mascherine e guanti nell’indifferenziata

In caso di positività al virus, è bene interrompere la raccolta differenziata nella propria abitazione e gettare tutti i rifiuti, in due o tre sacchi uno dentro l’altro, nell’indifferenziata. I soggetti non positivi al coronavirus, possono continuare a fare la consueta differenziata, ma fazzoletti, rotoli di carta, mascherine e guanti vanno gettati in via precauzionale nell’indifferenziata, sempre isolati da almeno due sacchi uno dentro l’altro.

Proteggiamo l’ambiente e il nostro mare

Secondo il WWF, l’uso quotidiano dei dispositivi di protezione individuali prevede cifre altissime, e sarà importante, una volta diventati rifiuti, che non abbiano un impatto devastante sui nostri mari, già molto compressi dalle tonnellate di plastica che finiscono nelle loro acque. La Presidente Bianchi lancia un appello per evitare la dispersione di guanti e mascherine in mare e in natura:

Proprio per difendere il Mediterraneo chiediamo alle istituzioni di predisporre opportuni raccoglitori per mascherine e guanti nei pressi dei porti dove i lavoratori saranno costretti ad usare queste protezioni per operare in sicurezza. Ma sarebbe opportuno che raccoglitori dedicati ai dispositivi di protezione fossero istallati anche nei parchi, nelle ville e nei pressi dei supermercati: si tratterebbe di un vantaggio per la nostra salute e per quella dell’ambiente.

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