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Maria Anna Mozart, più brava del fratello, costretta a lasciare la musica perché destinata a essere moglie

Quando l'essere donna conta più del genio e delle doti, si perdono grandi talenti.

Ben pochi conoscono il nome di Maria Anna Mozart, la sorella maggiore dell’arcinoto musicista Wolfgang Amadeus Mozart.

Perché dovremmo conoscerla? Perché aveva un talento musicale almeno equiparabile a quello del fratello.

Perché non la conosce nessuno? Perché fu costretta a rinunciare alla sua vocazione per dedicarsi al cucito e a trovare marito.

Chi è Maria Anna Mozart?

Chi è Maria Anna Mozart?

Quando Maria Anna e Wolfang Amadeus erano giovani, solevano esibirsi insieme in giro per l’Europa. In quelle occasioni i critici rimasero più volte e così favorevolmente colpiti dal talento della giovane fanciulla, anche nota come “Nannerl”, in italiano “Nannina” o “Nannarella”, da attribuirle un talento persino superiore a quello del fratello.

Tuttavia, malgrado le sue incredibili doti, il destino di Maria Anna Mozart era un altro: sposare un ricco barone, diventare una buona moglie e una buona madre.

Quando i soldi non bastavano per finanziare i viaggi di entrambi i Mozart in giro per l’Europa, il capofamiglia Leopold decise di investire unicamente sul figlio maschio. E fu così che la promettente carriera della Nannerl venne stroncata quando la giovane aveva appena diciotto anni.

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Maria Anna Mozart, il talento musicale sepolto da un’unica, semplice etichetta: donna

È Sylvia Milo con la sua opera teatrale “The other Mozart” a restituire, dopo oltre due secoli, alla giovane Mozart il riconoscimento che forse avrebbe meritato in vita.

Attraverso lettere e documenti, proprietà della famiglia di Salisburgo, l’artista teatrale di origini polacche, scrittrice e attrice, riporta, o meglio porta in auge la storia di un incredibile talento, tutto femminile, destinato però a soccombere alle logiche patriarcali di un passato che vedeva le femmine solo come mogli, mai come donne, artiste, talenti o promesse.

Di Maria Anna Mozart sappiamo molto poco, ancor meno delle sue composizioni. Mentre il padre Leopold scriveva “A soli 12 anni, la mia piccola ragazza è tra i migliori pianisti d’Europa”, Wolfgang Amdeus ammetteva:

Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso.

In una parola, il tuo Lied è bello.

Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose.

La storia delle donne, un patrimonio nascosto

Come ammettono oggi molti critici, sulla base di documenti dell’epoca:

Nannerl suonava anche meglio di Wolfgang.

Spesso, guardando la storia dal punto di vista delle donne, ci accorgiamo di non avere una fotografia completa.

A frugare tra ‘scartoffie’ e cimeli del passato, ci si rende subito conto di quanto dev’esserci stato precluso da quella mentalità che voleva la donna confinata alle mura e alle mansioni della casa.

Se pensiamo a quante donne oggi dimostrano genio ed eccellenza nelle più svariate discipline, è chiaro che nei secoli qualcosa, e forse molto, è andato perso.

Per fortuna esiste ancora qualcuno come Sylvia Milo, capace di farcelo riscoprire e apprezzare.

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Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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