La malasanità è una piaga sociale. Cosa può fare un paziente se ritiene di esserne vittima?

Se si ritiene di aver subito dei danni per malasanità è opportuno rivolgersi ad un professionista per intraprendere un iter legale che miri ad un risarcimento del danno.

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Trovarsi di fronte all’errore umano è qualcosa in cui incappiamo tutti i giorni e che non ci stupisce, però quando questo avviene in un ospedale e soprattutto quando a sbagliare è un medico le cose allora cambiano.

Ancora di più se questo errore avviene nei nostri riguardi. In questo caso le cose si complicano. Eppure nel Giuramento di Ippocrate, pronunciato dai medici prima di iniziare la professione, il messaggio sembra chiaro:

Non arrecare danno né applicare trattamenti scorretti ad alcuno.

Il danno, a prescindere se si possa riparare o meno, rimane tale e non può restare impunito.

Per questo bisogna affidarsi a degli esperti in materia che ci accompagnino in un percorso mirato al risarcimento dei danni, che di certo non cancellerà quanto accaduto, soprattutto se le conseguenze sono permanenti, ma almeno andrà ad attutire la sofferenza.

Il significato e il primo uso del termine “malasanità”

malasanità_ospedale

Per malasanità si intende una carenza delle prestazioni professionali rispetto alle loro capacità che vanno a provocare un danno in coloro che ne beneficiano.

Il primo a dare una definizione fu il giurista inglese Sir William Blackstone, il quale, nei suoi Commentaries on the Laws of England, parlò per la prima volta di mala praxis in riferimento all’attività medica. Il termine fu poi ripreso dai giornali medici nel XVIII sec.

In seguito questa espressione è stata utilizzata nel linguaggio giornalistico in riferimento a quei fatti di cronaca legati al malfunzionamento delle strutture della sanità pubblica. In particolare verso la fine del Novecento e gli inizi del Duemila assunse un significato di denuncia.

Dal punto di vista legale si può dire che siamo di fronte a malasanità quando il medico professionista, operante in una struttura pubblica o privata, compie un errore nella cura, dell’intervento o nella diagnosi del paziente provocandogli un danno permanente.

Risarcimento del danno

malasanità_danno

I casi di malasanità comportano dei danni nei pazienti che, oltre a subirne le tristi conseguenze e sperare che il danno fisico o psicologico si possa riparare, non possono far nulla se non affidarsi a degli avvocati competenti per intraprendere un procedimento legale ed ottenere quantomeno un risarcimento.

Inoltre nel risarcimento danni per errore medico è consigliabile intraprendere un’azione civile e non penale perché più favorevole al cliente leso in quanto nel penale si deve avere la certezza assoluta che sia stato il medico a causare il danno per cattiva condotta.

Prima che il reato vada in prescrizione devono trascorrere 10 anni se si tratta di una struttura ospedaliera o di un medico che opera privatamente mentre 5 anni per un medico che lavora in un ospedale pubblico. Comunque è bene non attendere del tempo e iniziare subito l’azione legale, viste le lungaggini della giustizia italiana.

Quali sono i passi da compiere

Il primo passo da compiere è quello di scegliere un professionista affidabile che ci seguirà nel nostro iter legale. Il compito dell’avvocato sarà quello di dimostrare una connessione tra le negligenze del medico o della struttura sanitaria e il danno arrecato al paziente.

Poi sarà necessario richiedere la cartella clinica in ospedale.

La situazione più difficile si ha quando si vuole dimostrare che la morte di un paziente è stata causata da malasanità. In questo caso bisognerà avvalersi di una perizia medico legale che rappresenta la base per la richiesta di un risarcimento.

Leggi anche: Morte Maradona, sospetto di omicidio colposo: indagato il suo medico personale

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