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Inizio guerra in Ucraina, un mese fa cominciava l’invasione russa, Zelensky: “Ci sia solidarietà globale”

Il 24 febbraio scorso la Russia dava il via ai bombardamenti, sancendo l'inizio della guerra in Ucraina. A un mese dall'inizio del conflitto Mosca sembra non abbia ancora ottenuto nulla, facciamo il punto.

Un mese dall’inizio della guerra in Ucraina. Un conflitto scoppiato nel cuore del vecchio continente che oggi porta tutti noi a chiederci quali sono gli scenari che si prospettano per il futuro dell’Ucraina e dell’Europa intera. I maggiori analisti di geopolitica mondiale pensavano che la Russia avrebbe preso Kiev in pochi giorni con una vera e propria guerra lampo (lo pensava anche Putin), eliminando la leadership del paese e installando un nuovo governo fantoccio. Oggi Zelensky non solo non è fuggito da Kiev ma resta ancora saldamente in carica.

Le aspettative di Putin sull’Ucraina si sono via via sgretolate contro un muro di resistenza da parte del popolo ucraino totalmente inaspettato, almeno fino a questo punto. Tutto ciò però non inganni, l’invasione russa e la minaccia di Mosca sull’Ucraina, ma anche nei confronti della Nato, resta altissima, e sottovalutare Putin adesso sarebbe l’errore più grande che si possa fare. In ogni caso non c’è da dimenticare che pur non avendo Mosca ottenuto risultati militari concreti, la guerra in Ucraina ha causato una delle più grandi crisi umanitarie delle storia, con milioni di profughi in fuga dal Paese e migliaia di vittime civili e militari (su entrambi i fronti).

Inizio guerra in Ucraina: dopo un mese dall’inizio del conflitto, cosa è successo fino a oggi e quale scenario si prospetta?

Inizio guerra in Ucraina: dopo un mese dall'inizio del conflitto, quale scenario si prospetta?

Le città sono state ridotte in rovina da bombardamenti implacabili. Più di 3,6 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case ed è probabile che migliaia siano morte. Ma l’Ucraina sta ancora combattendo. Sono state rivendicate solo piccole aree, con la Russia che opera a nord, est e sud. Le forze d’invasione hanno continuato a tentare di circondare Kiev, ma non sono state in grado di farlo.

Nei primi tre giorni, le forze russe hanno guadagnato molto terreno ma poi si sono infrante contro il muro della resistenza ucraina. La terra controllata dalla Russia è rimasta all’incirca tra 45.000 e 48.000 miglia quadrate dal 27 febbraio. Le città controllate effettivamente dai Russi o dove le forze di Mosca sono in fase avanzata costeggiano il fianco orientale ucraino da sud-est a nord-est, in pratica la liea di confine ucraino che va dalla Bielorussia fino al lato ovest della Russia scendo fin giù in Crime di fatto già terra russa.

In pratica le zone da cui l’esercito russo è entrato in Ucraina, trovando uno sbarramento inaspettato, e oltre le quali le unità di terra russe non sono riuscite ad andare, ecco perché il motivo dei bombardamenti aerei a tappeto. Una mappa animata realizzata dall’Unità dati del Governo britannico descrive molto bene le difficoltà incontrate dalle forze russe dall’inizio della guerra in Ucraina il 24 febbraio.

Durante la prima settimana , Michael Clarke, un analista della difesa del Regno Unito, riguardo alla prima fase dell’avanzata russa fallita nelle prime 72 ore, disse:

Se non vinci rapidamente, non vinci. I russi hanno commesso un errore’ fatale: hanno sottovalutato il loro avversario. Il Cremlino pensava che sarebbero stati accolti come liberatori, ma come abbiamo visto a Kherson le proteste contro l’occupazione russa continuano.

Zelensky chiede la solidarietà globale: ma uno scenario finale nessuno è stato ancora in grado di prevederlo

Il leader ucraino oggi in uno dei suoi video diffusi tramite i suoi canali social ha chiesto solidarietà globale per sottolineare un mese dall’inizio dell’invasione russa, esortando le persone di tutto il mondo a scendere in piazza e invitando i leader a incontrarsi nei vertici in Europa per rafforzare l’azione contro Mosca. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è arrivato a Bruxelles per gli incontri dell’alleanza NATO, G7 e Unione Europea sull’invasione iniziata il 24 febbraio e che ha portato oltre 3,6 milioni di persone in fuga dal Paese. A oggi l’Onu stima circa 1000 vittime civili e oltre 1500 feriti, ma i numeri potrebbero essere largamente sottostimati essendo di fatto impossibile poter accertare o confermare tutti i decessi.

E’ giallo anche sulla notizia dei quasi 10 mila soldati russi che avrebbero perso finora la vita nell’invasione dell’Ucraina come riportato da “Komsomolskaya Pravda”, il giornale russo filo-Cremlino che aveva pubblicato i dati, per poi cancellarli poco dopo, denunciando un attacco hacker e definendo falsa l’informazione.

Dopo quattro settimane di conflitto, la Russia non è riuscita a conquistare nessuna delle principali città e con i suoi avanzamenti di terra apparentemente bloccati, si è impegnata in bombardamenti aerei, e lancio di razzi sulle città, portando devastazione in molti luoghi e costringendo un quarto della popolazione ucraina ad abbandonare la propria casa.

La città più colpita dalla guerra in Ucraina è stata la città portuale sudorientale di Mariupol, dove centinaia di migliaia di persone si sono rifugiate nei bunker per sfuggire ai continui bombardamenti. Qui cibo, acqua e forniture di riscaldamento sono ormai interrotte da giorni.

Zelenskiy, in un’intervista su La Repubblica, ha affermato che gli ucraini intrappolati nelle città assediate non si sono arresi:

La gente continua a partecipare alle proteste nelle città occupate. Le persone sotto i proiettili abbattono le bandiere russe e si oppongono all’occupazione.

Oggi Stati Uniti hanno fatto sapere che la prima spedizione americana riguardante una nuova fornitura di armi da parte di Washington del valore 800 milioni di dollari partirà per per l’Ucraina nei prossimi giorni, come ha detto un alto funzionario della difesa americano. Boris Johnson ha detto che avrebbe spinto per un aumento degli armamenti difensivi britannici all’Ucraina. Zelensky ha ripetuto di essere pronto per un incontro faccia a faccia con Putin per porre fine alla guerra:

Abbiamo tutti bisogno della pace. Siamo pronti a discutere i termini del cessate il fuoco e i termini della pace, ma non siamo pronti per gli ultimatum.

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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