Letta ripropone di estendere il voto ai 16enni: cosa cambierebbe nel panorama elettorale?

Tra le proposte avanzate dal neo segretario PD, Enrico Letta, anche quella di estendere il voto a 16 anni, un modo per provare ad avvicinare sempre più giovani alla politica.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Durante il suo discorso di apertura, in seguito alla sua elezione a Segretario Nazionale del PD, Enrico Letta, tra le sue proposte, ha citato l’intenzione di voler allargare il voto a 16 anni.

Una manovra che potrebbe significare un avvicinamento maggiore dei giovani alla politica e quindi alle sorti del Paese.

La proposta di Enrico Letta per il voto a 16 anni: è giusto?

voto a 16 anni proposta enrico letta

Durante l’assemblea nazionale del PD, il nuovo segretario dem, parlando della proposta del voto a 16 anni ha così dichiarato:

voglio allargare il peso dei giovani nella nostra società.

I GIOVANI NELLA NOSTRA SOCIETà RAPPRESENTANO UN NUMERO PICCOLISSIMO E RISTRETTO, NON CONTANO NULLA.

L’ELETTORATO IN GRAN PARTE VOTA SU ALTRE PRIORITà, CHE NON SONO QUELLE DEI GIOVANI.

QUESTA è UNA BATTAGLIA CHE VOGLIO PORTARE AVANTI DA TEMPO.

Questo è un percorso che in Italia ovviamente non avrà esito facile, anche perché andrebbe messa mano alla Costituzione. Secondo l’articolo 48 infatti, gli aventi diritto al voto sono ovviamente solo coloro he hanno compiuto la maggior età.

A che punto siamo con la modifica dell’articolo 58 della Costituzione per il voto in Senato

C’è un precedente molto recente però che potrebbe far ben sperare, per quanto riguarda il voler allargare la politica a una fetta sempre più larga di giovani.

Infatti lo scorso settembre, con ben 125 voti a favore, è stato approvato il disegno di legge di riforma costituzionale che modifica l’articolo 58 della nostra costituzione. Fino a quel momento infatti per eleggere i sentori di Palazzo Madama, bisognava aver compiuto il venticinquesimo anno di età.

Il 15 ottobre il Parlamento avrebbe dovuto votare il disegno di legge costituzionale per abbassare a 18 anni l’età per eleggere i rappresentanti di Palazzo Madama.

Tuttavia, la conferenza dei capigruppo della Camera ha chiesto un “momento di riflessione” per la terza lettura del disegno di legge costituzionale. La votazione è stata poi rimandata a data da destinarsi.

Diritto al voto a 16 anni, se ne parla dal 2007

Voto a 16 anni se ne parla dal 2007

Sul voto a 16 anni in Italia se ne discute da anni. Il primo a proporlo nel 2007 fu Walter Veltroni.

Il Movimento 5 Stelle negli anni ne ha fatto uno dei suoi “canti di battaglia” volendo allargare la fascia dell’elettorato addirittura fino a 14 anni.

Abbassare l’età dell’elettorato potrebbe essere un tentativo per arginare la tendenza ormai sempre più diffusa di non recarsi alle urne. Ma anche quello di ridurre un gap generazionale sempre più diffuso per favorire un cambiamento, che non è detto che possa essere in meglio.

Ma forse è anche ora di “svecchiare” questo Paese, dove più si invecchia e più si fa fatica ad accettare di dover lasciare il passo ai giovani delle future classi sociali. Non è un caso che la fascia di età che più va a votare si attesti dai 65 anni in su.

I sedicenni residenti in Italia sono circa 572mila e i diciasettenni 568mila: se si andasse alle urne gli aventi diritto al voto crescerebbero di appena 1,1 milioni. Se poi per assurdo votassero tutti, sarebbero poco più del 2% dei 51,6 milioni di italiani aventi diritto. Fra qualche anno sarebbero ancora di meno, visto il calo demografico italiano.

Un percorso che dovrebbe essere sensibilizzato già dalle scuole magari, cercando di creare un buon piano di educazione civica che possa far sviluppare una coscienza consapevole di ideali, per ogni studente, a seconda delle proprie inclinazioni.

D’altro canto la contestazione principale è quella che in primo luogo riguarda proprio la consapevolezza politica, tra i 16 e i 18 anni, secondo cui a 18 anni si è più consapevoli, e questo sarebbe tutto da dimostrare.

Si contesta anche che i sedicenni sono di fatto disinteressati riguardo al diritto di voto e alla politica nazionale. Ma la politica negli ultimi anni, fisicamente, ha fatto poco, se non nulla, per avvicinarsi ai giovani, soprattutto nelle scuole.

Nel resto del mondo il voto a 16 anni è già possibile

voto a 16 anni nel resto del mondo

Il primo paese ad abbassare il limite di età da 18 a 16 anni, è stato il Brasile nel 1988. In Europa, già alla metà degli anni novanta, nella zona della Bassa Sassonia (Germania) il limite di età venne abbassato a 16 anni per le elezioni regionali.

L’Austria nel 2007 è stato il primo paese dell’Unione Europea a consentire il voto a 16 anni per le politiche. Il secondo stato membro è stato Malta nel 2018, legge votata all’unanimità da tutto il parlamento. In Israele il limite minimo di voto è 17 anni ma anche qui solo per le comunali. Anche in Grecia, il voto a 16 anni è permesso nelle elezioni comunali, così come in Germania.

L’ampliamento del diritto di voto è avvenuto negli ultimi anche in altri paesi dell’America Latina come: Argentina, Cuba, ed Ecuador.

Leggi anche: PD in caduta libera nei sondaggi, Letta: “Non ho lasciato tutto per guidare il partito alla sconfitta”

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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