Home Tips Glifosato nella pasta: cos’è, perché preoccupa e in quali marchi è presente

Glifosato nella pasta: cos’è, perché preoccupa e in quali marchi è presente

Tracce di glifosato sono state individuate in alcune referenze, seppur in livelli molto bassi, ma comunque preoccupanti. Quali di questi marchi di pasta sono venduti in Italia?

Glifosato nella pasta: in Italia l’allarme è scattato oggi a seguito di un nuovo test condotto dalla rivista Ktipp. Gli esperti dei laboratori svizzeri hanno analizzato vari campioni e formati di pasta (18 pacchi, di cui 5 biologici) proprio a caccia di glifosato, un erbicida totale inserito dallo Iarc nella categoria dei “probabili cancerogeni”. Nel 2017 la Commissione Ue ne aveva esteso l’uso per 5 anni, fino al 2022: presto scopriremo se tale concessione verrà rinnovata.

Tornando al test, il glifosato è stato individuato in alcune referenze, seppur in livelli molto bassi, che non superano i limiti di legge. Gli esperti di Ktipp hanno comunque precisato che “ciò non significa che le sostanze siano salutari”.

Glifosato: in quali marchi di pasta è presente

Glifosato: in quali marche italiane è presente

Nello specifico, il glisofato è stato rinvenuto nei tagliolini Agnesi, negli spaghetti Divella e Garofalo e nelle tagliatelle Lidl Combino (non distribuite nei punti vendita italiani).

La pasta biologica, invece, ha superato la prova e ha ottenuto ottimi risultati: in nessuno dei 5 prodotti analizzati sono state trovate tracce di glifosato o altri pesticidi. Vanno inseriti tra i marchi virtuosi gli spaghetti integrali Combino Bio (venduti anche nei supermercati italiani della catena Lidl), gli spaghettoni integrali e le penne integrali, entrambi della Barilla.

Glifosato nella pasta, Codacons: “Anch ese il rischio è minimo, tale sostanza va proibita”

A seguito del test svizzero sul glifosato, il Presidente Nazionale del Codacons Marco Donzelli ha scritto in una nota:

Tale erbicida è visto con grande sospetto, in quanto secondo l’AIRC esso viene classificato tra le sostanze “probabili cancerogeni”, dopo che uno studio svolto sui ratti in laboratorio ne aveva dimostrato la cancerogenicità. Lo Stato Italiano dovrebbe basarsi sul principio di cautela nei confronti dei propri cittadini, facendo in modo che i prodotti che vengono somministrati sia sicuri, e non provochino alcun rischio alla salute umana.

Se vi è anche solo un piccolo rischio che tale erbicida possa provocare danni alle persone, come sembra essere stato dimostrato in laboratorio, tale sostanza dovrebbe essere proibita, prima che accadano delle tragedie. Scriveremo nuovamente al Ministero della Salute sollecitando una presa di posizione sull’argomento; la salute umana deve sempre essere tutelata per prima.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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