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Giornata mondiale della meteorologia: “Il 2023 deve essere un anno di trasformazione, non di ritocchi”

Torna a parlare Antonio Guterres che auspica una vigorosa sterzata delle Nazioni Unite verso la transizione energetica mondiale.

Giornata Mondiale Meteorologia

Si è svolta lo scorso giovedì 23 marzo 2023 la Giornata mondiale della meteorologia dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale in occasione del 150° anniversario della sua nascita.

Dal 1873 a oggi l’istituzione, che dal 1950 è un’agenzia delle Nazioni Unite, che segna la strada della cooperazione internazionale analizzando i dati del clima e del meteo, sfruttando la tecnologia e i progressi scientifici per intervenire, allertando la protezione civile in modo predittivo e tempestivo contro i cambiamenti climatici.

Il futuro di Tempo, Clima e Acqua attraverso le generazioni

Il tema della Giornata mondiale della meteorologia è ancora una volta un focus sull’innalzamento delle temperature che deve essere a tutti i costi contenuto entro 1,5°C prima del 2030.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, dopo aver presentato il sesto rapporto Ipcc, è intervenuto anche in occasione della Giornata mondiale della meteorologia, per sottolineare l’esigenza che il 2023 sia un anno di trasformazione e non di semplici ritocchi.

Secondo Guterres, infatti, occorrono “misure di mitigazione e di adattamento su vasta scala”, per allontanarsi il più possibile dal “baratro” verso cui stiamo avanzando a grandi falcate.

Trasporti, sistemi energetici, abbandono dei fossili, riduzione delle emissioni, supporto ai paesi in via di sviluppo, copertura per tutti dei sistemi di allerta precoce sul clima: questi i punti nodali su cui ogni Stato deve cominciare a lavorare, sin da subito, svoltando decisamente verso la transizione energetica e verso le fonti rinnovabili.

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L’importanza della tecnologia nella prevenzione

Le innovazioni degli ultimi anni hanno dato un notevole impulso alla meteorologia, scienza grazie alla quale oggi siamo in grado di prevedere non solo potenziali eventi naturali, ma anche quali siano gli impatti che potrebbero generare sul territorio, sul clima e sulla vita di uomini, animali e piante.

L’intelligenza artificiale, unita alle reti integrate di telecomunicazione che permettono il libero scambio di enormi quantitativi di dati da una parte all’altra del globo in tempo reale, fornisce oggi preziosi sistemi di controllo e monitoraggio, potendo prevedere dissesti, alluvioni, frane, siccità, presenza e livelli delle masse d’acqua.

Il nostro mondo sta cambiando e l’analisi delle informazioni provenienti dalla meteorologia ne è una controprova: se negli anni Settanta si conteggiavano mediamente 711 calamità all’anno, nel decennio tra il 2000 e il 2009 se ne sono registrate 3536.

L’aspetto positivo, però, è che ora siamo più pronti di allora, grazie all’operato della Protezione Civile e della predizione delle allerte: le vittime da evento catastrofico sono diminuite, da 170 a 40 al giorno.

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Cosa possiamo fare? Le azioni individuali per salvare il pianeta

Nella lotta contro i cambiamenti climatici, la ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia è di vitale importanza per l’applicazione di nuovi protocolli green e approvvigionamenti sostenibili ai settori del trasporto, dell’agricoltura, dell’aeronautica e di molte altre attività umane.

Ora più che mai è richiesta la partecipazione corale di tutti, perché la transizione energetica non sia solo argomento di discussione nei forum politici, ma diventi una missione da compiere dall’intera collettività.

Tanti i fronti su cui poter agire nel proprio vissuto quotidiano, ecco qualche esempio:

  • adottare di uno stile di vita salutare e sostenibile
  • prediligere gli spostamenti a piedi, in bicicletta o con i trasporti pubblici
  • evitare gli sprechi, alimentari, energetici ed idrici
  • modificare la dieta assumendo più alimenti di origine vegetale, riducendo il consumo di carni
  • prediligere il riuso e la rifunzionalizzazione di oggetti e apparecchi elettronici
  • scegliere prodotti ecofriendly di cui si possa tracciare in modo chiaro la filiera produttiva
  • riciclare e differenziare
  • partecipare alle iniziative di recupero della biodiversità
  • rispettare in ogni momento e in ogni luogo l’ambiente

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Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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