Il coming out tardivo di Federico Fashion Style mostra i pericoli dell’omofobia interiorizzata

La parabola esistenziale di Federico Fashion Style non può che esserci da insegnamento sui pericoli e sull'inutilità a lungo termine dell'omofobia interiorizzata.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Ieri Federico Lauri, per tutti il parrucchiere della tv “Federico Fashion Style”, ha fatto coming out in tv ospite da Silvia Toffanin a Verissimo. “Amo persone del mio stesso sesso, l’ho sempre negato fino a quando non ho fatto delle esperienze, tre anni fa, capendo che mi faceva stare bene”, ha raccontato l’hair stylist.

Una “liberazione”, la sua, arrivata dopo 17 anni di storia con una donna, Letizia Porcu, con la quale ha avuto pure una figlia, Sophie Maelle. La loro relazione non è certo finita nel migliore dei modi, tanto che, nella precedente ospitata a Verissimo, l’hair stylist non aveva potuto raccontare molto a causa di una diffida.

Ma ieri Federico ha finalmente potuto dare la sua versione dei fatti: “La nostra storia è stata vera, reale, per 17 anni. Tre anni fa io vado da lei e le dico di provare per lei un bene incommensurabile, ma di sapere di non poter essere ciò che poteva desiderare. Le ho detto ‘ho capito di amare persone del mio stesso sesso, di essere omosessuale perché ho provato delle esperienze e ho capito che la cosa mi faceva stare bene’. Ma lei ne era consapevole, è rimasta con me perché eravamo agli occhi di tutti una famiglia normale”.

Federico Fashion Style e il mancato coraggio di ammettere la propria omosessualità

Dal racconto che Federico Fashion Style ha fatto a Verissimo emerge più o meno questo: l’uomo è stato insieme a Letizia Porcu “davvero” per 14 anni poi, tre anni fa, le prime esperienze omosessuali e la conseguente rivelazione alla donna, che avrebbe accettato la doppia vita del marito per preservare quella che, agli occhi di tutti, era una famiglia “normale”.

E qui nasce il primo cortocircuito. Se per 14 anni la storia con Letizia era “reale”, allora perché l’hair stylist afferma poco dopo che “uno nella vita ci nasce (omosessuale, ndr), non ci diventa”?. Forse perché, più che la consapevolezza di essere gay, a mancare era il coraggio di ammetterlo. Di accettarsi. Una mancata accettazione in realtà grave e profonda, talmente tanto da essere stata ricoperta con una valanga di “normalità”, quella della sicurezza di una famiglia tradizionale.

“Sono cresciuto in una famiglia molto normale”: l’omofobia interiorizzata dell’hair stylist

Federico Fashion Style afferma poi di aver dovuto riflettere molto su quelle tendenze omosessuali, perché cresciuto “in una famiglia molto normale”. Come a dire che certe assurde devianze possano nascere solo in contesti altrettanto assurdi e deviati.

Non sorprende che un simile modo di pensare l’omosessualità sia sfociato in repressione e menzogne. Molti ricordano bene quando, a domanda precisa sul suo orientamente sessuale, Federico Lauri si rifugiava sempre dietro il ritornello della famiglia tradizionale: “Non sono gay, ho una moglie e una figlia”.

Per capire bene i meccanismi che entrano in gioco in questa storia, occorre comprendere come quello dell’hair stylist altro non sia che il classico (e l’ennesimo) caso di omofobia interiorizzata, che danneggia chi la vive e chi lo/la circonda. Perché chi la vive si odia, chi ne è colpito indirettamente, invece, viene soltanto preso in giro.

Cos’è l’omofobia interiorizzata e perché Federico Fashion Style ne è vittima

Insomma: la parabola esistenziale di Federico Fashion Style non può che esserci da insegnamento sui pericoli e sull’inutilità a lungo termine dell’omofobia interiorizzata, un atteggiamento definito dall’istituto A.T. Beck come “quell’insieme di sentimenti negativi (ad esempio ansia, disprezzo, avversione) che gli omosessuali provano nei confronti dell’omosessualità, propria e altrui, cioè verso i sentimenti omoerotici, i comportamenti omosessuali, le relazioni tra persone dello stesso sesso, l’autodefinizione come gay o lesbica”.

In breve, l’omosessuale accetta passivamente tutti i peggiori pregiudizi e le opinioni discriminatorie della cultura omofoba facendoli propri, arrivando così a negare la propria natura e, in molti casi, a fingersi eterosessuale. Un modo di pensare che spesso va a braccetto con l’eterosessismo, un altro fenomeno che porta la persona a dare per scontato che tutti nel mondo siano eterosessuali.

Di certo si tratta di una realtà drammatica per chi la vive, ma lo è pure per chi, come Letizia Porcu, ne è vittima. Tra l’altro, l’ammissione dell’hair stylist, ovvero “credo di essere omosessuale”, è pure ulteriore spia di quell’accettazione non ancora maturata, quasi pronta ad essere messa in discussione con quel dubbio sempre imminente.

Di certo non si può puntare il dito contro Federico Fashion Style, che è stato a lungo vittima di un’auto-discriminazione frutto di un modo di pensare che quasi certamente non gli appartiene del tutto, ma che arriva da influenze esterne (che siano la società o la famiglia). L’unica “colpa” dell’hair stylist, semmai, è di aver compensato quel tormento interiore nascondendosi dietro una famiglia tradizionale. Di aver tentato, insomma, di rimediare in questo modo. Che, alla fine, è risultato fallimentare per tutti.

Leggi anche: La bidella pendolare tra Napoli e Milano dopo le polemiche: “Non esco più di casa”

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