L’ondata d’acqua dell’alluvione che si è abbattuto martedì scorso sull’Emilia-Romagna non ha potuto nulla contro Fabio Battaglioli ed Erika D’Asta, gli “sposi nel fango” che hanno celebrato la loro unione nonostante tutto.
Per comprendere quanto l’immagine del loro matrimonio possa simboleggiare lo spirito di resilienza di un popolo intero, basti pensare che il loro Comune, Valsamoggia, è stata una delle zone più danneggiate di tutta l’area pedecollinare a ovest di Bologna. La loro storia è stata raccontata da Il Resto del Carlino.
Il matrimonio di Fabio ed Erika, “sposi nel fango” nelle zone alluvionate
Il matrimonio degli “sposi nel fango” Fabio ed Erika, montevegliese lui e bolognese lei, entrambi non ancora trentenni, è stato celebrato sabato mattina nel municipio del piccolo centro di Valsamoggia.
Mentre i concittadini continuavano a spalare il fango in fretta e in furia per evitare il peggio, i due celebravano la loro unione, nonostante il maltempo e la precarietà della situazione generale.
Tutto si è svolto, per quanto possibile, come da consuetudine: prima la coppia ha pronunciato le formule di rito, poi il bacio e lo scambio degli anelli nella sala consiliare, davanti alla presidente della municipalità Isabella Fabbri. Fino al fitto lancio di riso dei tanti amici e parenti presenti alla cerimonia.
“Sposi nel fango” tra i volontari: “Segno di speranza e coraggio”
Sull’unione degli “sposi nel fango” si è pronunciata proprio la presidente della municipalità Isabella Fabbri, che ha detto:
Prima di loro c’era già stato anche un altro matrimonio. E per queste due coppie tutti hanno fatto l’impossibile per pulire al meglio davanti al municipio. Determinati loro, determinati noi a non far loro rinviare questo appuntamento memorabile e rimanere impeccabili nei bei loro abiti da cerimonia. È stata un’emozione unica anche per me, che ho visto il ‘prima’ e il ‘dopo’ il lavoro dei nostri ’angeli del fango’, in particolare i volontari della Protezione civile.
Ed è proprio sulle scale del municipio che si sono incontrati i due sposini e i volontari infangati dalla testa ai piedi, guidati dal vicepresidente della Protezione civile Valsamoggia Savigno, Maurizio Masini. Quest’ultimo ha detto: “Fabio era pronto anche ad abbracciarci, sporchi com’eravamo tutti. Ma abbiamo fatto solo una gag. Erano bellissimi, senza un filo di fango, e per noi questo è stato un bel segno di speranza e di coraggio”.
Alluvione in Emilia-Romagna, il bilancio delle vittime sale a 15
Nel frattempo, accanto a storie come quella degli “sposi nel fango”, arrivano dall’Emilia-Romagna anche notizie meno liete. Stando a quanto riportato dall’Ansa, sono in corso le operazioni di recupero e identificazione, da parte dei sommozzatori dei carabinieri, di un cadavere ritrovato nel pomeriggio di ieri nelle campagne di Belricetto di Lugo, nel Ravennate.
Si ritiene possa trattarsi di un 68enne di Fusignano di cui era stata segnalata la scomparsa il 17 maggio. Sale così a quindici il numero delle vittime dell’alluvione in Emilia-Romagna. Testimoni avevano riferito di aver visto il 68enne scendere da un furgone per essere poi trascinato dalle acque, salite fino a sfiorare il tettuccio del mezzo.
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