Divieto di affitto e vendita per le case non ecologiche: la decisione dell’Unione Europea

In vista dei provvedimenti per raggiungere le zero emissioni, l'Unione Europea ostacolerà l'affitto e la vendita delle case che consumano di più.

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Arriva la stangata sugli affitti degli immobili: la Commissione Europea vara il divieto di affitto e vendita sulle case che inquinano di più.

O l’abitazione è green, con una classe energetica superiore a quelle attualmente più basse, la F e la G, oppure non si potrà mettere sul mercato.

Verso il divieto di affitto e vendita degli immobili inquinanti, l’UE dichiara battaglia agli sprechi

L’Unione Europea muove i primi passi da gigante nella battaglia contro i cambiamenti climatici e per rispettare l’obiettivo delle zero emissioni in tempi brevi, ben prima del 2050.

E per farlo comincia dal settore che in assoluto, insieme all’industria, produce più gas serra di tutti gli altri: l’edilizia.

Non solo quella privata, ma anche e soprattutto quella pubblica, che dovrà fare da apripista agli adeguamenti previsti dalla legge al vaglio della Commissione a partire dal 14 dicembre 2021.

Leggi anche: Classi energetiche edifici e appartamenti: a cosa servono e come migliorarle

Le scadenze per l’adeguamento energetico degli edifici

Divieto di affitto e vendita, UE

Tre serrate scadenze attendono i proprietari di prime e seconde case per provvedere alla messa a norma dei propri possedimenti, in modo da evitare il divieto di affitto e vendita degli stessi:

  • Entro il 2027: l’Unione Europea stabilisce che qualsiasi costruzione, nuova o da restaurare, a carattere residenziale debba necessariamente aver guadagnato almeno la classe energetica E.
  • Entro il 2030: la classe energetica degli edifici da affittare o mettere in vendita deve adeguarsi alla D. Per gli edifici pubblici la scadenza è anticipata al 2027.
  • Entro il 1° gennaio 2033: dette strutture devono aver recuperato un’ulteriore classe energetica, collocandosi nella fascia C. Per gli edifici pubblici la scadenza è anticipata al 2030.

La pena in caso di inadempimento a questi obblighi di legge è quella di non poter in nessun modo cedere a terze parti l’immobile in questione.

Il motivo è molto semplice: entro il 2030 occorre ridurre del 55% le emissioni di anidride carbonica, per poter rispettare gli obiettivi stabiliti dall’agenda delle Nazioni Unite.

Deroghe al divieto di affitto e vendita delle abitazioni meno sostenibili

Nella bozza della direttiva sono già evidenziate alcune regole importanti da tenere presente per sapere come e quando intervenire sui propri immobili.

Ad esempio, tra le deroghe, spicca l’esenzione dal divieto di affitto o vendita per gli immobili abitati almeno per 4 mesi l’anno, per quelli posti sotto tutela del patrimonio artistico, per gli edifici industriali e agricoli, per le chiese e i luoghi di culto, per le residenze autonome sotto ai 50 metri quadri.

Sarà anche possibile vendere un immobile dalle scarse prestazioni energetiche se, al momento della stipula del contratto, chi lo compra si impegna ad omologare l’abitazione alle norme stabilite entro 3 anni.

Giro di vite contro le emissioni

A Bruxelles, tra le altre direttive sulle performance degli edifici, si discuterà dei punti chiave per adeguare le città e le abitazioni in vista del 2050.

Agli Stati membri è imposto di disincentivare l’utilizzo di sistemi di riscaldamento alimentati da combustibili fossili e di definire degli standard minimi sui consumi da far rispettare a tutte le strutture in via di costruzione o ristrutturazione entro il 2027 e da estendere entro il 2035 a tutte le altre categorie di immobili.

Altra data da segnare in calendario è il 2025, anno in cui gli Stati sono invitati a presentare un piano di riqualificazione degli edifici esistenti sui loro territori, con prospettiva di realizzazione entro e non oltre il 2050.

Non solo, entro il 2027 la bozza di legge prevede che gli edifici residenziali di nuova costruzione siano eretti rispettando norme di altissima prestazione energetica, ossia che producano zero emissioni o che le compensino tramite l’installazione di impianti a energia rinnovabile.

L’introduzione di un modello APE comunitario

Divieto di affitto e vendita, UE

Con l’approvazione di questo disegno di legge, che ricordiamo sarà sottoposto al vaglio del collegio dei commissari europei nell’ambito della revisione delle direttive comunitarie in merito al rendimento energetico degli immobili EPBD, sarà introdotta anche una nuova certificazione obbligatoria, attestante la classe energetica dell’edificio, conosciuta come APE.

Se fino ad ora l’APE era a discrezione di ogni stato membro, dall’introduzione delle nuove regole ogni edificio costruito, venduto, affittato o ristrutturato dovrà essere accompagnato dalla certificazione su modello comunitario. La vera novità è che anche in caso di rinnovo di locazione dovrà essere esibito e presentato anche l’attestato.

Come attuare gli interventi di efficientamento energetico?

Per evitare il divieto di affitto e vendita che potrebbe abbattersi come una mannaia sulle finanze di molti privati cittadini, la soluzione migliore è quella di affidarsi sin da subito a interventi di riqualificazione energetica del proprio immobile.

Soprattutto per chi ha seconde o addirittura terze case al mare, in campagna, o in paesini dell’entroterra italico, ricorrere alle agevolazioni proposte dal Superbonus 110% diventa quasi obbligatorio, soprattutto considerando che, per il momento, sono state prorogate solo fino a tutto il 2023.

Leggi anche: Superbonus, due classi energetiche in più con i pacchetti chiavi in mano fotovoltaico e pompa di calore

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